Approfondimenti | 03 November 2014 | Autore: Cristian Todeschini – Il Portale degli Autoriparatori – www.ammirati.org

Come controllare il motorino d’avviamento

Tutti i segreti per verificare indotto e spazzole. Come testare il dispositivo prima di smontarlo. Ecco qualche suggerimento pratico per riconoscere le caratteristiche base e le eventuali anomalie,  tutte diagnosticabili con l’oscilloscopio prima di smontare l’attuatore stesso.

Il motorino d’avviamento è composto da una macchina elettrica che è in grado di convertire energia elettrica in energia meccanica. 
Abbinato a un’elettrocalamita, questa, una volta eccitata, permette l’inserimento del pignone dentato e poi, come fosse un grosso relé la partenza del motorino stesso. 
Il tipo di macchina elettrica usata è a corrente continua, su cui si trova uno statore o induttore esterno (composto da magneti permanenti mentre il rotore o indotto interno è composto da avvolgimenti collegati in serie, alternati da materiale ferromagnetico per ampliare il campo magnetico che si produce): questo tipo di motore ha la caratteristica di avere moltissima coppia in fase di spunto a scapito di una quantità di corrente assorbita molto elevata, coppia che poi diminuisce con l’aumentare della velocità di rotazione assieme all’assorbimento della corrente. 

Indotto rovinato o spazzole con problemi
1. Ci sono due modi per verificare se indotto o spazzole hanno problemi: attraverso il cavo positivo che alimenta il motorino con una pinza amperometrica o in tensione sul comando della elettrocalamita: il motorino danneggiato in questione a volte non parte e il difetto è aleatorio. 

2. Quando la spazzola o l’indotto hanno un punto d’isolamento, la corrente tende ad andare verso zero generando picchi del segnale. Un altro sistema che funziona è la verifica attraverso il segnale in tensione dell’elettrocalamita, sicuramente più scomodo da attuare. 

3. Dall’immagine si capisce che dopo il periodo di eccitazione dell’elettrocalamita al rotore del motorino viene tolta l’alimentazione e il pignone rientra (ma continua a girare per inerzia); appare chiaro come la tensione ai capi dell’elettrocalamita impieghi molto tempo a scendere a causa del campo magnetico variabile che si viene a creare dal rotore che per inerzia si sta fermando. Sulla bobina dell’elettrocalamita si ricopia per induzione il segnale e vengono rimarcati i disturbi dello sfregamento delle spazzole, che fisicamente generano piccoli archi elettrici. I disturbi sono tanto maggiori quanto più è importante il problema. 

Indotto danneggiato e in corto verso massa
4. Si tratta di un caso particolare: i sintomi possono essere confusi con una batteria esaurita. Nel caso riportato si prova l’avviamento e si trova un assorbimento elevato sia di picco che durante il resto del funzionamento. 

5. Generalmente la corrente assorbita da un motorino d’avviamento varia in base alla salute dell’impianto dei cavi (masse e positivo), allo stato di carica della batteria e al tipo di motore termico che deve avviare (a parte un picco iniziale oltre 600 A poi la corrente assorbita deve attestarsi da 150 A a 350 A, in base a tipo di alimentazione – benzina o Diesel -, cilindrata, temperatura esterna...). In generale, vale la regola che deve esserci molta differenza tra picco di partenza e corrente di esercizio (di solito dell’ordine del 40-50 per cento più basso). Nell’auto in esame si presenta un assorbimento esagerato, tanto da far calare la tensione batteria sotto 7 V. In più, il segnale è molto disturbato con picchi molto alti che superano 1000 A. 

6. Il motorino in questione ha sboccolato e una parte del rotore ha toccato i magneti rovinando un avvolgimento e mettendolo in corto verso massa. 
In più si sono generati disturbi a causa del filo del rotore che quando tocca sfiamma. Questo caso è capitato con un motorino ossidato e arrugginito che, dopo una sosta di molte ore, assorbe corrente e fatica a partire. 

Elettrocalamita con contatti rotti
7. In questo caso si sente l’elettrocalamita che attacca con il classico rumore, ma il motorino non gira. 
La situazione può essere confusa con spazzole finite, l’unico modo per capire il problema è controllare in tensione se arriva il 12 V sul dado che stringe la treccia di rame di collegamento dall’elettrocalamita al portaspazzole. Se il motorino funziona alternativamente, si può cercare di visualizzare il segnale in corrente nel momento in cui funziona, come nel primo caso, se è tutto OK si escludono l’indotto e le spazzole e si pensa ai contatti dell’elettrocalamita.

Motorino perfettamente funzionante
8. Quando tutto è a posto su un impianto in regola e su un veicolo considerato “standard”, si deve avere sul positivo che va al motorino un segnale in corrente con un picco compreso tra 650 A e 750 A e una corrente di mantenimento di circa il 40 per cento del valore di picco. In questa situazione, la tensione della batteria dopo un picco che può arrivare fino a 8 V deve poi attestarsi su un valore superiore a 10 V fino alla partenza del motore. Controllando l’oscillogramma dell’elettrocalamita in tensione e in corrente, si deve avere un assorbimento che va da 8 A a 10 A, con un picco di partenza che può superare 30 A e con due angoli retti del segnale, sia durante l’innesto sia durante il disinnesto per capire se compaiono problemi sul comando relé, blocchetto, cablaggio ecc. 

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