Approfondimenti | 01 February 2016 | Autore: Testo a cura dell'azienda

L'opinione del distributore: Saito, con il turbo non si scherza

L’originalità del prodotto, la serietà di chi lo distribuisce e la capacità di diagnosi di chi lo monta, queste le qualità necessaria per un lavoro a regola d’arte: indicate da Stefano Gallo di Saito.

 

Parlare di turbocompressori significa affrontare un argomento complesso, un tema sul quale è necessario fare chiarezza: ecco perché Stefano Gallo, titolare di Saito, ci porta degli esempi concreti su come regolarsi quando si deve scegliere un prodotto di qualità.
 
La crisi e la riparazione “economica”
Il periodo di crisi generalizzato, che ha indotto le famiglie a stare sempre più attente alle spese, ha generato una serie di comportamenti che hanno avuto conseguenze importanti nei diversi settori. Ad esempio, pur di mantenere un certo livello di benessere si è spesso scesi a compromessi, riducendo il livello della qualità a fronte di un costo minore; per le vacanze si scelgono mete più economiche e si riducono i tempi del soggiorno; si acquistano mercanzie senza metterne in discussione la provenienza e la qualità, con l’obiettivo di spender poco; si stipula un contratto assicurativo con le clausole primarie ma rinunciando a quelle accessorie.
Anche il mondo della riparazione delle vetture viene oggi coinvolto in questo processo di abbattimento dei costi, con una ovvia riduzione della qualità. In certi casi la questione non comporta gravi rischi in termini di sicurezza e/o di affidabilità, ma per altri componenti la situazione diventa assai più delicata, ad esempio per tubazioni impianti frenanti, componenti passaggio carburante, sistemi di sterzo e turbocompressori.
Per questi sistemi, nella maggior parte dei casi, il risparmio porta a una inevitabile riduzione della qualità e soprattutto dell’affidabilità del veicolo, generando un aumento del rischio.
 
Due esempi di riparazioni “inutili”
Per meglio comprendere la serietà di questa situazione citiamo due esempi esaustivi: il primo relativo a uno sterzo servoassistito, il secondo a un turbocompressore.
Ipotizziamo che uno sterzo servoassistito, ormai diffuso su tutte le auto moderne, manifesti un malfunzionamento e venga inviato a un’azienda per la sua riparazione. Nel nostro esempio, il componente mostra la rottura del sensore di coppia, il quale viene sostituito utilizzando un componente non originale e viene montato da un’azienda accreditata sul web, ma che nella realtà non è specializzata in questo genere di interventi e soprattutto non è provvista dell’apparecchiatura specifica per il montaggio corretto dei sensori di coppia.
Lo sterzo viene rimontato, ma il suo funzionamento non risulta conforme e inaspettatamente riproduce l’errore precedente portando lo sterzo a repentino indurimento, rendendo di fatto inutile la riparazione.
Nel secondo esempio ipotizziamo che un turbocompressore perda olio e venga eseguita la riparazione sostituendo il corpo centrale con un componente equivalente il cui alberino non ha subito alcun trattamento termico (ricordiamo che in questo caso specifico solo i prodotti originali sono sottoposti a un trattamento termico per l’indurimento della superfice di lavoro).
La bilanciatura non è particolarmente accurata e la ditta, sempre ben pubblicizzata sul web, non ha l’attrezzatura di flussaggio e taratura necessaria per eseguire un lavoro a regola d’arte.
Il turbo viene montato su una vettura diesel con cambio automatico. A causa della bassa qualità del prodotto, l’alberino grippa spezzandosi e l’olio motore, iniettato a pressione nell’interno del turbo, defluisce in modo copioso nel condotto aspirazione aria.
A questo punto il motore non potrà più esser spento, perché il sistema di spegnimento consiste nell’ostruzione del passaggio del carburante, che in questo caso è costituito dall’olio proveniente dal motore e dal turbo e non può esser fermato. Solo la reattività del guidatore renderà possibile fermare la vettura, ma il motore continuerà a girare sino all’esaurimento del combustibile, ovvero dell’olio motore, con conseguente grippaggio.
In entrambi i casi, il costo della riparazione è assai basso, ma nel caso di rottura il danno sarà molto elevato, oltre a generare una situazione di pericolo.
 
Prodotti originali: una garanzia in più
Per chi non è addetto ai lavori, risulta difficile poter effettuare una scelta oculata, ovvero definire quale prodotto risulta essere conforme e soprattutto affidabile. Per questo il cliente finale, il proprietario della vettura, non può far altro che affidarsi alla serietà dell’officina o chiedere esplicitamente l’utilizzo di un prodotto originale.
È da tener presente che oggi sul mercato si trovano prodotti originali a un prezzo estremamente competitivo, anche se più alto rispetto a un prodotto di concorrenza. In sintesi, si può affermare che nel mondo dei ricambi tecnologici vale un solo concetto: troppo economico non ha qualità, troppo costoso non rispecchia il suo reale valore.
I listini delle case costruttrici, per anni, sono stati incredibilmente gonfiati e ancora oggi risultano spesso non relazionabili al vero valore del componente, mentre i prodotti definiti equivalenti, esteticamente belli, vengono frequentemente venduti a un prezzo che ne caratterizza inequivocabilmente l’origine e la qualità.
Per fare un ulteriore esempio, prendiamo un lubrificante a basso prezzo: se è ottenuto con un processo di totale o parziale rigenerazione le sue qualità non sono certo le migliori. Un motore turbo necessita di una perfetta lubrificazione e l’utilizzo di un lubrificante con caratteristiche non idonee genera una notevole perdita economica nel momento in cui porterà la turbina a rottura.
Il cliente, proprio perché non è un tecnico, non darà colpa all’olio, ma alla qualità del turbo.
Nel mondo esistono cinque costruttori di turbocompressori capaci non solo di progettarli e di svilupparne il miglioramento tecnologico, ma anche di garantirne l’affidabilità totale. Per contro, sul mercato si trovano ormai parecchi costruttori di “copie”, i quali non sempre sono all’altezza della complessità tecnologica da adottare.
Tali prodotti vengono nella maggior parte dei casi realizzati in Cina e poi assemblati e commercializzati da aziende nazionali. In taluni casi capita di nasconderne la provenienza accreditandosela, altre volte di pubblicizzarne l’elevata qualità (o addirittura dichiararla OE, original equipment).
 
Un consiglio alle officine
L’esempio più semplice per comprendere quanto grande possa essere la differenza qualitativa in un prodotto di elevata tecnologia quale è il turbo, è la dichiarazione della lunghezza della linea produttiva di un alberino originale rispetto a uno di concorrenza: 100 metri il primo, 5 metri il secondo. Sembra una battuta ma è la realtà: all’interno di quei 100 o 5 metri vi è tutta la tecnologia riversata nel componente dal produttore.
L’operazione migliore per chi desidera effettuare un lavoro a regola d’arte, dando al proprio cliente la massima garanzia, è informarsi su cosa, dove e a quale prezzo acquistare, mettendo sulla bilancia non solo il costo, ma anche l’origine del prodotto, l’affidabilità del fornitore e la sua capacità di offrire un supporto tecnico.
Tutto questo dovrà poi esser seguito da una forte capacità di diagnosi della rottura primaria, perché con i turbo si sa che se non si elimina la causa della rottura (che nel 98% dei casi non è mai legata al turbo stesso) risulta inutile procedere alla sostituzione.


Particolare prodotto non originale


Particolare prodotto originale


Particolare prodotto originale


Particolare prodotto non originale

 

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Tags: turbocompressore saito

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