Approfondimenti | 29 March 2017 | Autore: Approfondimento tecnico a cura di Tekné Consulting

Sistema elettronico Renault Clio IV

L’architettura elettrica della Clio: se l’auto non parte potrebbe essere un problema di dialogo fra le 10 e più centraline gestite attraverso il “cervello” di bordo, i moduli UCH e UPC.

I sistemi elettronici delle vetture hanno raggiunto livelli di complessità a volte davvero difficili da interpretare e quindi spesso complicati da diagnosticare.
Alcuni aspetti tecnici, un tempo abbastanza lineari, come ad esempio "da dove arriva l'informazione per il consenso all'avviamento?", "chi attiva il relè del motorino?", "come dialogano le differenti centraline a bordo veicolo?”, "perché non si riesce a entrare in diagnosi?", "la sostituzione del componente necessita di una codifica particolare?" sono ormai divenuti tutt’altro che scontati e immediati.
È ora necessario conoscere, e anche con una certa chiarezza, quella che viene chiamata l’architettura elettrica” del veicolo e sapere quale sia il principio di scambio dei dati tra le varie centraline che sono alla base del funzionamento di tali sistemi. Ad esempio è necessario capire dove “passa” l’informazione dell’attivazione del motorino di avviamento, oppure con quali logiche venga dato il consenso alla partenza del motore.
 
L’architettura elettrica della Clio: il modulo UCH
Per avere un’idea di come questo avvenga, prendiamo a modello una vettura molto nota e commercializzata, la “Clio”, cavallo di battaglia della francese Renault.
Il cuore del sistema Clio è costituito dal modulo UCH, ubicata all’interno dell’abitacolo sotto la plancia e lateralmente al piantone sterzo (vedi figura 1).
Questa scatola intelligente è quella che altre case chiamano “Body Computer”; nella Clio è il punto di collegamento di più di dieci centraline per mezzo di rete CAN e assolve la funzione di “centralina master”.
Il modulo UCH è dotato di quattro connettori per il collegamento al cablaggio del veicolo identificati con colori differenti, stampati sulla plastica della scatola stessa. La sua alimentazione è temporizzata per alcune decine di secondi dopo lo spegnimento del quadro, cioè continua ad autoalimentarsi insieme al quadro strumenti e alla centralina motore (funzione “power-latch”).
 
L’architettura elettrica della Clio: il modulo UPC
Affianco all’UCH opera una seconda unità elettrica, l’UPC, ubicata sotto la plancia nelle vicinanze del convogliatore centrale dell’aria (vedi figura 2). L’UPC è dotata di quattro connettori identificati con colori differenti (stampati sulla plastica della scatola stessa): a seconda dell’allestimento, il numero dei connettori collegati può variare da un minimo di due a un massimo di quattro.
Le funzioni svolte dal dispositivo riguardano la carrozzeria e la funzione micro ibrida del veicolo: luci esterne; sistema Start-Stop; avviamento propulsore; tergicristalli; alzacristalli.
La schematizzazione riportata nella figura 3 illustra quali siano le funzioni cui assolve questa unità di gestione elettrica.
 
Il consenso all’avviamento
Tra le funzioni assolte segnaliamo in particolare quella del sensore fine corsa frizione, particolarmente importante perché questo sensore è coinvolto nel consenso all’avviamento del motore.
Tale sensore è posizionato sopra il pedale stesso.
Il suo segnale viene utilizzato come consenso per il riavvio automatico per vetture dotate di Stop & Start, oppure quando si vuole avviare il motore con marcia inserita.
Il consenso all’avviamento arriva dalla centralina UCH, previo riconoscimento della chiave da parte del lettore della card.
Riportiamo anche la variante EURO 6 con Start & Stop (vedi figura 4), in cui l’avviamento motore può essere operato per mezzo di due relè distinti, il classico, e un secondo pilotato da centralina motore in seguito alla pressione del pedale frizione.
L’analisi dell’avviamento motore passa quindi per ciascuno dei componenti sottolineati, e ciascuno di essi potrebbe essere il responsabile di mancate partenze della vettura.
 

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Tags: centraline teknè

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