Articoli | 01 July 2000 | Autore: Marco Krivacek

Il meccanico del futuro, un esperto di diagnosi elettronica

Sarà un meccanico in camice bianco e con le mani pulite l'autoriparatore del futuro? Difficile a dirsi, ma sicuramente dovrà essere esperto di computer, Internet, assistenza a distanza, ecc. Il suo futuro è legato a quello delle automobili di domani, sempre più sicure e meno bisognose di manutenzione. Vediamo anche cosa ne pensano le aziende del settore strumenti diagnostici.

Più volte abbiamo ribadito anche dalle pagine di questa testata l'importanza, o meglio la non rinunciabilità da parte delle officine moderne, di attrezzarsi adeguatamente per continuare a fornire un servizio completo e all'altezza. Si tratta in realtà di una scelta obbligata, perché senza la strumentazione adatta oggi non è più possibile lavorare su nessun veicolo in circolazione. Naturalmente gestire un'officina all'avanguardia in termini di attrezzature comporta un impegno economico non indifferente e giustificabile solo con un buon giro d'affari e cioè di clienti. E' bene dunque che gli autoriparatori restino informati su quanto offre loro il mercato, che proprio nel nostro paese è particolarmente fiorente e ricco di aziende molto competenti. Da parte nostra ci proponiamo di offrire loro un contributo svolgendo il ruolo che è proprio della stampa specializzata, cioè di raccogliere le informazioni più importanti dalle diverse aziende per proporle ai diretti interessati, in maniera possibilmente sintetica e chiara. Nelle prossime pagine presentiamo dunque una rassegna di tre tipologie di prodotto (Tester Autodiagnosi, Analizzatore Gas di scarico, Tester sistemi d'iniezione) di alcune delle principali aziende del settore, operanti in Italia. Speriamo in questo modo di fornire maggiori mezzi agli autoriparatori per elaborare una personale valutazione comparativa tra prodotti analoghi.

Le tendenze attuali
Si stanno affermando sempre di più le apparecchiature multifunzionali, che hanno il grande pregio di far risparmiare sui costi e sull'ingombro fisico nelle officine, problema quest'ultimo non indifferente. Oggi il mercato è indirizzato verso apparecchiature di carattere "aperto", cioè espandibili in più direzioni: verso la gestione di diverse applicazioni diagnostiche e verso l'ampliamento di possibilità delle medesime applicazioni. E' inoltre indispensabile che un apparecchio moderno sia sufficientemente flessibile per trovarsi allineato ai cambiamenti normativi senza obbligare l'utilizzatore a costosi aggiornamenti di software.
L'avvento dell'autodiagnosi non solo ha portato ad una vera rivoluzione nel modo di lavorare, ma ha anche permesso un livello superiore di affidabilità dell'officina verso i clienti. Poter apprendere dalla centralina di bordo le informazioni sullo stato delle diverse funzioni a controllo elettronico dell'auto, permette di abolire i casi di intervento "per tentativi" un tempo inevitabili. Tradotto in termini pratici, ciò significa anche un netto guadagno di tempo e quindi la possibilità di un numero maggiore di interventi giornalieri.
Non è sufficiente che le attrezzature siano polivalenti, devono anche essere facili da usare e universali. Solo così il meccanico indipendente può "giocarsela" col meccanico autorizzato ad armi pari. Naturalmente, più un apparecchio è universale meno è probabile che possa svolgere tutte le funzioni dei singoli apparecchi monomarca. Gli autoriparatori indipendenti è giusto perciò che accettino questo compromesso come il più conveniente.
L'entrata del sistema EOBD (ufficialmente dal gennaio 2001) sta contribuendo definitivamente alla diffusione degli strumenti di autodiagnosi multimarca, infatti il protocollo EOBD prevede un dialogo standardizzato per tutti i costruttori in relazione alle informazioni di codici difetto.

I retroscena di un nuovo prodotto
Dietro il lancio di un nuovo prodotto di diagnosi elettronica vi sono mesi o anni di progetti e lavori, che l'utilizzatore finale normalmente non immagina; abbiamo chiesto perciò ai nostri interlocutori di raccontare questi "retroscena" che nobilitano i loro sforzi e la loro professionalità.
Carlo Rocchi, ditta Brain Bee:" Il sistema di autodiagnosi prevede il colloquio con la centralina di bordo attraverso un protocollo di comunicazione che non è reso pubblico dal costruttore. Il lavoro di chi realizza le apparecchiature è quello di fare del "reverse engineering" cercando, con strumenti software più o meno complessi, di interpretare tali protocolli direttamente sulla vettura interponendosi fra la centralina e lo strumento originale. Una volta interpretato il protocollo vengono creati dei software (in gergo chiamati simulatori) che riproducono esattamente le funzionalità della centralina, consentendo al progettista di ricreare al tavolo e quindi testare l'apparecchio senza necessariamente ritornare in officina sulla vettura. Tutte queste operazioni vanno ripetute per tutte le vetture che si dichiarano compatibili con lo strumento (o perlomeno per buona parte di esse) in quanto i protocolli possono essere diversi anche fra centraline della stessa famiglia. Il lavoro da svolgere è veramente enorme, se si pensa soltanto al reperimento delle vetture in circolazione, oltre al vero e proprio lavoro di realizzazione del software. Nel progetto del software è molto importante anche la facilità d'uso, per questo molto tempo viene dedicato allo studio di procedure software che facilitino all'operatore d'officina l'uso dello stesso."
Emanuele Cavalli, ditta Texa: "A volte si valuta un prodotto solo per il nome o il marchio ricordato nelle pubblicità e non per i suoi reali contenuti. Gli investimenti effettuati da Texa sono sempre stati indirizzati, a vantaggio della ricerca e dello sviluppo e questa in un ottica lungimirante è la scelta vincente. In Italia poche ditte producono da sé la tecnologia che vendono, Texa è una di queste. Dietro le "quinte" i progettisti ed i tecnici Texa, sono da sempre impegnati nello sviluppo di progetti che sembrano distinti, ma che in realtà fanno parte di un'unica orchestrazione. Le scelte pionieristiche per il settore dell'autoriparazione, che cinque anni fà vedevano i prodotti Texa abbracciare, per il software l'ambiente Windows e per l'hardware stazioni fisse, sviluppate su PC e strumenti portatili con schermo grafico e memory-card, solo oggi ed in un prossimo futuro esprimeranno il loro vero potenziale. Aver sviluppato in Windows tutti i programmi relativi ai vari aspetti della diagnosi automobilistica oggi ci permette di accedere a tecnologie e soluzioni estremamente utili. Gli strumenti Texa sono integrati tra loro, questo significa che il meccanico oggi può passare ad esempio, dalla banca dati, dove ha ricercato le informazioni relative all'auto in riparazione, direttamente allo strumento necessario per le prove o per le operazioni di riparazione e viceversa. Viene spontanea l'associazione al pacchetto Microsoft Office, così come in questo pacchetto, è possibile passare da una lettera, ad un grafico, da un grafico ad un archivio ecc., allo stesso modo nei programmi Texa è possibile iniziare una diagnosi collegandosi alla vettura tramite la presa autodiagnostica, chiedere alla centralina quale componente determina il cattivo funzionamento della vettura, passare direttamente allo schema elettrico che identifica i collegamenti del componente stesso, richiamare l'informazione relativa all'ubicazione di quest'ultimo, accedere ad una scheda informativa che ricorda all'autoriparatore come procedere nell'intervento, fornendogli dati di riferimento, segnali campione, immagini e filmati. Tutto questo grazie al lavoro comune di diversi esperti, iniziato silenziosamente, più di cinque anni fa' e che oggi sta generando grandi riconoscimenti e soddisfazioni commerciali. Le soluzioni sono diverse, si parte dallo strumento portatile integrato denominato Axone, arrivato oggi nella versione 2000 alla piena maturità, e si passa alla stazione fissa Pegaso Expander vera piattaforma multimediale, in grado di controllare ed elaborare i dati provenienti da tutti gli strumenti necessari in una officina, analizzatore, oscilloscopio, autodiagnosi, opacimetro, linea revisioni ecc."
Giuliano Soncini ditta Bosch: "Il nostro KTS 500 ha avuto uno sviluppo parallelo per la parte software e hardware. La parte software ha richiesto investimenti complessivi di 30mld. a partire dal 1992 ed è tuttora in fase di continua evoluzione. In Italia la commercializzazione ha avuto inizio nel 1994 quando ha avuto termine lo sviluppo del prodotto per il mercato italiano. L'hardware 1994 è stato sviluppato grazie ad un accordo tra Bosch e Porsche a partire dalla fine 1999. Ogni modifica comporta certificazione ISO 9001 quindi tutto il processo di progettazione e assemblaggio è sotto controllo".
Roberto Badulato ditta Protech: "Uno strumento per la diagnosi elettronica deve individuare malfunzionamenti anche complessi richiedendo il minimo impegno e conoscenza da parte dell'utilizzatore. Gli strumenti attuali nascono come sviluppo dei prodotti precedenti, coniugando facilità d'uso a performance di rilievo. Così lo strumento di oggi si porta dentro gli anni di sviluppo dei prodotti che lo hanno preceduto, prove sul campo, affinamento delle procedure, verifiche delle prestazioni. Particolare attenzione viene costantemente dedicata a realizzare prodotti facili da utilizzare; pochi tasti dalla funzione intuibile, possibilità di avere aiuti i linea, cioè mentre si sta lavorando direttamente sul display. Portabilitò, robustezza ed ergonomia, aggiornabilità completano il quadro delle caratteristiche di un prodotto moderno. Lo sviluppo di hardware e software specifici per un mercato così particolare come quello automotive, ha obbligato l'azienda a dotarsi di una struttura di progettazione interna proprietaria delle conoscenze necessarie. Una rete di utilizzatori campione completa i test effettuati all'interno dell'azienda in modo da avere un'ampia verifica dei prodotti migliorandone al contempo le prestazioni".

Per fortuna c'è l'autodiagnosi
L'applicazione dell'elettronica all'auto è in vertiginoso aumento, anche un ingegnere si troverebbe in difficoltà dato il numero di sistemi e la variabilità delle soluzioni adottate. I costruttori automobilistici si sono resi conto di quanto complesse siano diventate quindi le operazione di assistenza e riparazione. Viene in aiuto alla categoria dell'autoriparatore la risorsa dell'autodiagnosi. Il problema è che oggi il numero delle informazioni che possono essere fornite dal sistema autodiagnostico è così grande e variegato, da rendere complessa anche l'interpretazione e la verifica di plausibilità delle informazioni stesse. Senza contare le modifiche apportate ai vari sistemi dal costruttore, denominate "varianti". Ci da una conferma di quanto appena affermato, Emanuele Cavalli della Texa: "Sembra incredibile, ma dato il largo uso del sistema autodiagnostico, i problemi e le richieste più frequenti alle quali i tecnici Texa devono rispondere, sono relativi all'interpretazione dei dati resi disponibili dai sistemi di autodiagnosi. Ancora una volta così, viene scoperta l'importanza del lavoro di impostazione effettuato da Texa nelle sue soluzioni. Infatti l'integrazione dello strumento autodiagnosi con la banca dati permette molto spesso al meccanico di avere subito l'informazione voluta estratta contestualmente alla prova in atto".
Sicuramente il problema più impellente all'interno delle officine resta quello dell'informazione e della formazione. Ciò riguarda in particolare i meccanici indipendenti che devono organizzarsi da soli riguardo a corsi di formazione, manualistica, ecc. E' naturale che non avendo alle spalle una Casa auto su cui contare, si rivolgono ai loro fornitori di attrezzature, non solo riguardo all'utilizzo delle attrezzature stesse, ma anche riguardo i dispositivi più complessi installati sui veicoli. Ecco dunque che tra produttori di attrezzature e autoriparatori si instaura un rapporto più stretto rispetto a quello che normalmente si instaura tra fornitore e cliente. A tutti è noto che oggi la vendita di un prodotto è subordinata al servizio che viene offerto ed in questo mercato il servizio offerto dal produttore come abbiamo detto va oltre l'assistenza post-vendita sull'apparecchiatura. Giuliano Soncini della Bosch aggiunge a quanto fin qua detto un aspetto interessante: " La formazione dei propri collaboratori è una leva essenziale per permettere di contrastare il progressivo ridursi di officine sul mercato. Solo quelle che hanno preso coscienza della necessità di attrezzature moderne e formazione continuativa avranno futuro".

La concorrenza
Le aziende che operano nel nostro paese nel campo delle attrezzature per officina sono prevalentemente italiane. Rappresenta un caso piuttosto singolare, ma con delle chiare motivazioni; negli ultimi dieci anni il numero di tali aziende è cresciuto e tutte hanno potuto ottenere risultati soddisfacenti. In questo modo si può dire che lo spazio a disposizione per altre realtà straniere è scarso ed evidentemente tali aziende anziché cercare lo "scontro frontale" proprio in Italia preferiscono concentrarsi nel lavoro in altri paesi. Fuori dai confini nazionali la lotta è più aperta e ancora una volta le "nostre" aziende sono protagoniste attive del mercato.
Chiedendo agli interlocutori che abbiamo intervistato di esprimersi riguardo alla concorrenza in Europa, abbiamo raccolto un coro unanime di "no problem", cioè la concorrenza non è un problema per nessuno, anzi rappresenta uno stimolo allo sviluppo di nuove strategie commerciali, forti di prodotti validi e apprezzati. Sergio Bonzani di Tecnomotor Italiana spiega a proposito: "Il libero mercato ha comportato certamente la nascita di nuovi concorrenti sia nazionali che esteri e la necessità di affrontare il mercato con strategie adeguate. Tecnomotor, dal canto suo, ha sempre avuto come filosofia aziendale il miglioramento continuo e la difesa degli investimenti fatti dai propri clienti, per cui anche se oggi c'è più concorrenza noi possiamo garantire più continuità nel tempo in quanto a servizio, professionalità e difesa del nostro cliente-partner. La nostra anzianità aziendale lo dimostra".

Il panorama autoriparativo del futuro
Per concludere è bene parlare di ciò che aspetta la categoria degli autoriparatori nel futuro più prossimo, diciamo nei prossimi dieci anni (anche perché più in la nel tempo probabilmente nessuno è in grado di andare con le previsioni). Il loro destino sarà condiviso dalle aziende loro fornitrici di attrezzature, che opereranno ovviamente in funzione della richiesta del mercato. Noi auguriamo naturalmente a tutte le officine di poter proseguire ancora a lungo la loro attività e le possibilità vi sarebbero dato che il parco dei mezzi circolanti è in continua crescita (l'Italia potrebbe stabilire un nuovo record di immatricolazioni proprio quest'anno). I pronostici degli esperti però parlano di lotta sempre più dura tra officine monomarca e multimarca, con situazione a rischio per quest'ultime. I motivi sono ben noti a tutti e abbiamo già avuto modo di parlarne. Questa è l'opinione anche di uno dei nostri interlocutori, Giuliano Soncini della ditta Bosch, persona sicuramente ben informata e autorevole dato che Bosch fornisce le sue attrezzature oltre naturalmente ai propri centri specializzati (i Bosch Service) anche alle officine affiliate alle Case e a quelle indipendenti. Giuliano Soncini: "Sempre più forte sarà il legame tra le case auto e i loro acquirenti di autoveicoli, legame forte che si evidenzia nell'allungarsi dei tempi di garanzia sui veicoli stessi. Per questo il potere delle officine autorizzate sarà sempre più marcato. Viceversa si confermerà il trend di riduzione delle officine libere presenti sul territorio nazionale. Saranno infatti solo le officine che sapranno modernizzarsi, attrezzarsi adeguatamente e che sapranno formare i loro dipendenti che avranno un futuro anche nei prossimi 10 anni."
Sicuramente il meccanico del futuro, almeno il capo officina, non potrà più sentirsi in soggezione di fronte ai computer, all'idea di ricavare informazioni via Internet, di interpellare una banca dati a distanza, di richiedere un servizio di assistenza sugli strumenti ad un tecnico comodamente seduto al computer del proprio ufficio, distante centinaia di chilometri dalla sua officina. Questa è un'opinione sicuramente condivisa da Emanuele Cavalli, che ha personalmente contribuito allo sviluppo tecnologico dei prodotti della ditta Texa, tra cui è giusto citare il progetto di videoassistenza col quale un tecnico esperto può seguire tramite un video le operazioni eseguite dall'autoriparatore, intervenendo per aiutarlo. Emanuele Cavalli: "La parola d'ordine è professionalità. Crediamo che la "selezione naturale" in atto eliminerà le realtà più deboli dal punto di vista professionale, rimarrà l'officina che avrà saputo investire in tecnologia, formazione e servizio. Le soluzioni Texa sono piene di spunti in questo senso. Per citare un esempio, nel programma relativo all'analisi dei gas si trova una speciale funzione, dedicata alla gestione del "bollino blu". Il software fornito di serie con i nostri strumenti permette al meccanico non solo di effettuare l'analisi dei gas e di rilasciare il famoso bollino, ma si occupa di memorizzare e gestire le scadenze del controllo periodico di ciascun cliente, mettendo in grado l'officina di fornire un importante servizio. Il cliente infatti può essere richiamato dall'officina stessa, grazie ad una lista generata dal programma Texa che evidenzia il nome dei clienti per i quali è prossima la scadenza del controllo relativo al bollino blu. Questa funzione è solo un esempio, delle nuove risorse disponibili per le officine che hanno compreso il cambiamento in atto e che sapranno o vorranno sfruttare la tecnologia Texa in tutti i suoi aspetti e contenuti, tecnico commerciali.
E' possibile che in futuro avvenga una specializzazione all'interno delle singole officine, con l'esperto in grado di utilizzare gli strumenti di diagnosi e interpretarne i messaggi e i collaboratori che eseguono l'effettiva riparazione seguendo le sue direttive. Questo è anche il sunto di come si aspetta il futuro Carlo Rocchi di BRAIN BEE: "Stabilire cosa succederà nei prossimi anni dipende molto da come si muoverà il mercato dell'auto. Sicuramente l'evoluzione dell'elettronica all'interno dell'auto sarà ancora più spinta di quella che è ora. Le nuove disposizioni comunitarie che impongono una garanzia su certi componenti (esempio il sistema EOBD) ridurranno ulteriormente gli interventi di riparazioni da fare sulle vetture. Si prospetta per il futuro un autoriparatore sempre più tecnico ed in camice bianco che si limiterà a degli interventi di carattere elettronico e di controllo dei parametri funzionali più che meccanico. Già oggi molte case costruttrici hanno istituito in concessionaria la figura del tecnico elettronico che si limita a fare le diagnosi dei difetti, delegando ad altri la "manualità" della riparazione."
Interessante la strada scelta dalla ditta Protech in vista dei cambiamenti dei prossimi anni, puntando a sfruttare al massimo il proprio know how tecnologico. Roberto Badulato, ditta Protech: "Accorpamento di aziende, nascita di grossi gruppi e la diminuzione dei punti vendita, specialmente degli autoriparatori indipendenti, o una domanda sempre più concentrata nelle officine concessionarie rendono fortemente recettivo questo mercato. Ogni azienda dovrà sviluppare ulteriormente le sue qualità peculiari e rafforzare la "mission" sul mercato. Protech è depositaria delle proprie strumentazioni: possiamo fornire strumenti agli utilizzatori finali, ma anche farci come partner (cosa che stiamo già facendo) per altre aziende fornendo tecnologie. Abbiamo quindi già risposto ai cambiamenti del mercato privilegiando gli investimenti che riguardano la ricerca e lo sviluppo per rendere Protech punto di riferimento tecnologico".

Photogallery