Articoli | 01 February 2001 | Autore: Cristina Palumbo

L'alternativa GPL in Europa

Il GPL rappresenta una fonte alternativa di carburante per autotrazione particolarmente importante, grazie ai vantaggi che offre sul piano ambientale ed economico, tanto che il suo utilizzo è in forte crescita. All'avanguardia in questo settore troviamo due paesi europei: Italia e Olanda, ma il destino del GPL è quello di crescere ancora in tutto il mondo.

La sigla GPL (Gas di Petrolio Liquefatto) indica una miscela commerciale di gas, composta prevalentemente da butano e propano, derivata dai processi di raffinazione del petrolio o presente allo stato naturale nei giacimenti petroliferi e metaniferi. Questa miscela, insieme al GNC (Gas Naturalmente compresso) e al GNL (Gas Naturalmente Liquefatto), rappresenta una delle fonti alternative di combustibile per automezzi e grazie alle sue caratteristiche di salvaguardia dell'ambiente e contenimento dei costi, sta avendo una rapida espansione nel settore dei carburanti. La diffusione del GPL nei vari paesi dipende da diversi fattori, tutti egualmente rilevanti e spesso collegati fra loro, come ad esempio le normative locali in materia ambientale, le disposizioni governative a favore dell'utilizzo del GPL, il contenimento dei costi per quanto riguarda il prezzo di acquisto del carburante e la manutenzione dei veicoli che lo utilizzano, il parco auto circolante, la disponibilità del prodotto sul mercato. In Europa sono state intraprese diverse iniziative a sostegno dell'utilizzo del GPL: da una tassazione ridotta di questo carburante, all'utilizzo di mezzi di trasporto pubblico a GPL, a forme di finanziamento per la conversione delle auto private da benzina a GPL. Se infatti il prezzo del GPL (insieme a quello del metano) è sicuramente il più basso fra quello dei carburanti presenti sul mercato, tanto da avere una media percentuale di risparmio in Europa pari al 100% rispetto alla benzina (vedi grafico 1), la scelta di alcuni paesi come Belgio e Portogallo di applicare un'aliquota molto bassa a questo prodotto è la dimostrazione della volontà di puntare sullo sviluppo di questa alternativa energetica. Il GPL è prevalentemente utilizzato dalle auto private, ma in alcuni paesi come Francia e Spagna in Europa e Giappone in Asia, utilizzano il GPL esclusivamente o prevalentemente per i mezzi di trasporto pubblici (autobus, ambulanze, taxi). L'esempio spagnolo è particolarmente significativo, in quanto sono stati condotti degli studi, sia di carattere tecnico, sia di carattere economico, che hanno convinto le autorità preposte a realizzare degli esperimenti sul trasporto urbano. In questo quadro, la giunta comunale della città di Valladolid ha firmato un contratto che prevede la trasformazione a GPL dei 110 autobus cittadini, mentre è prevista l'estensione di questo progetto ad altre 15 fra le maggiori città spagnole. A Tokyo, invece, dove il problema dell'inquinamento dell'aria ha ormai assunto delle dimensioni preoccupanti, l'uso del GPL è addirittura obbligatorio per i taxi. Nonostante l'impegno dimostrato dai governi locali per l'utilizzo del GPL nei trasporti pubblici, l'utente maggiore sembra essere l'automobilista. Le previsioni di crescita dell'uso del GPL nel decennio compreso fra il 1999 e il 2009 sono di circa il 5,3% annuo e del 6,5% annuo per quanto riguarda il numero di veicoli circolanti, ma questa crescita riguarderà soprattutto il parco auto privato. Il motivo fondamentale è che i vantaggi economici dovuti al basso costo del GPL, unitamente alle politiche fiscali ed economiche attuate dai governi, rappresentano un incoraggiamento reale e duraturo per il singolo cittadino che decide di passare da un'auto a benzina ad una a doppia alimentazione. Per quanto riguarda invece il trasporto pubblico (principalmente autobus e taxi), l'eventuale passaggio al GPL dipende dalle politiche delle amministrazioni locali e quindi non è possibile fare previsioni generalizzate sugli sviluppi futuri. Un dato da tener presente quando si parla di GPL è la diffusione sul territorio delle stazioni di servizio che ne dispongono (vedi grafico 2 e tabelle 3 e 4). Il motivo per cui in molti paesi europei, come già detto, il GPL è diffuso principalmente nel trasporto pubblico, è proprio la mancanza di stazioni di rifornimento: diversamente dall'utenza privata, autobus e taxi tendono a fare rifornimento sempre presso la stessa stazione, rendendo così superflua una vasta diffusione del servizio sul territorio. Un esempio su tutti è il caso della Gran Bretagna: il parco auto inglese è fra quelli con minor numero di auto private a GPL, anche se la volontà delle autorità di incrementarne l'utilizzo è dimostrata dal fatto che alcuni comuni (fra cui Londra e Oxford) dispongono di una flotta di trasporto urbano a GPL. Questo sicuramente è dovuto anche al fatto che il numero di stazioni di servizio che dispongono di GPL è solo di 155 per tutto il territorio (dato del 1998), causando quindi una notevole difficoltà di approvvigionamento per il privato. Un caso analogo è rappresentato dall'Austria: da anni Vienna dispone di una flotta di autobus (550) a GPL, ma il numero di stazioni di rifornimento sul territorio è limitato a 68. Il caso contrario è rappresentato da Italia e Olanda, i due maggior utilizzatori di GPL per uso privato, rispettivamente dotati di 1.949 e 2.086 impianti sul territorio: insieme questi due paesi rappresentano quasi il 55% del mercato europeo. La diffusione delle stazioni di servizio in Europa è destinata a crescere di pari passo con il crescere della domanda di GPL sul mercato, cioè con un rateo di circa il 5% annuo nel prossimo decennio. Da questo punto di vista, i paesi che vedranno una maggior crescita saranno quelli che stanno investendo adesso in questo settore, come Polonia, Francia e Turchia, mentre Italia e Olanda vedranno una crescita minore in proporzione, ma resteranno i principali mercati in termini assoluti. L'Italia attualmente possiede un parco auto a GPL di circa 1.200.000 unità (grafico 5), destinato ancora a crescere nei prossimi anni. Secondo i dati di un'indagine svolta dalla società Datamonitor, il numero di auto a GPL in Italia è pari alla metà dell'intero parco auto a GPL europeo. Rapportato invece al dato interno, il numero di auto a GPL in Italia corrisponde solo al 3,8% dei veicoli circolanti. La tradizione italiana nel settore del GPL è confermata dal numero di aziende operanti in questo settore: circa 6.000 tra produttori, costruttori, installatori e commercianti di impianti a GPL. Le previsioni indicano che il parco auto a GPL in Italia è destinato a crescere di circa il 3,5% nel prossimo decennio, permettendo all'Italia di rimanere fra i maggiori utilizzatori di GPL in Europa. Al secondo posto, per numero assoluto di auto a GPL in Europa, troviamo l'Olanda (circa 415.000 veicoli, pari al 7% del parco auto interno). Lo sviluppo del mercato olandese è dovuto in larga parte ad una normativa lungimirante e ad una pianificazione razionale degli incentivi per le aziende attuate dal governo olandese. Il tasso di crescita previsto fino al 2009 è però piuttosto basso (circa 1% per anno), ma questo significa solo che il mercato interno ha già raggiunto uno sviluppo notevole e il rateo di crescita è pertanto più limitato di altri paesi ancora in fase emergente (come per esempio la Turchia, che si prevede possa avere una crescita del 15% nei prossimi 10 anni). Uscendo dall'Europa, i maggiori utilizzatori di GPL sono il Messico (che lo utilizza soprattutto per i mezzi di trasporto pesanti, a vantaggio sia dell'economia sia dell'ambiente) e l'Asia. Il mercato asiatico è particolarmente interessante per quanto riguarda le possibilità di crescita che rappresenta e per le sue dimensioni. Nel periodo compreso tra il 1995 e il 1999, il mercato del GPL a livello mondiale è cresciuto circa del 4% all'anno. Questa crescita è stata forzata in larga parte dalle maggiori esigenze del mercato asiatico, che ha contribuito per il 50% al volume globale di crescita del mercato. L'esigenza di paesi come India e Cina di migliorare i propri standard di vita ha garantito questa forte espansione e si prevede una crescita del 6% per anno nel prossimo decennio. Il mercato asiatico risulta essere più variegato di quello europeo, perché oltre ad utilizzare il GPL come carburante per i mezzi di trasporto (come in Giappone e in Corea), tende ad usufruirne anche per usi domestici o nelle piccole imprese (in particolare in Cina). La crescita del mercato asiatico risente però della scarsa reperibilità del prodotto: si genera così uno sbilanciamento tra domanda e offerta sul mercato interno, che si traduce in un forte impulso di crescita sul mercato globale.

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