Articoli | 20 April 2016 | Autore: David Giardino

La ricetta di Groupauto alle sfide del mercato

Dinamiche competitive destinate ad accentuarsi, nuovi attori nel mercato della distribuzione che comporteranno inevitabilmente dei cambiamenti e delle scelte da parte di tutta la filiera. Ecco come Groupauto interpreta il mercato.

 

In un mercato che si rivela sempre più dinamico e in gran fermento è importante non perdere l’orientamento e capire quali siano le visioni e le strategie dei grandi gruppi di distribuzione che contribuiranno alla sua trasformazione.
Abbiamo perciò incontrato Diego Belmonte, direttore generale di Groupauto Italia, e Luca Bonalumi, responsabile rete officine, per capire quale sia l’interpretazione del mercato da parte di un gruppo strutturato e fortemente in contatto con tutta la filiera distributiva.
 
Groupauto in Italia è una delle realtà più importanti nel panorama distributivo indipendente. È vero che con l’ingresso in Italia di nuovi e strutturati competitor, chi più è grande, più rischia perché ha più da perdere?
Diego Belmonte: Intanto vorrei definire meglio il concetto di competitor: Queste aziende di cui si sente parlare e che già hanno fatto i primi passi in Italia rappresentano l’eccellenza della distribuzione europea.
Questi attori sono per noi l’ideale competitor con cui confrontarci, poiché hanno le stesse nostre dinamiche, lo stesso livello di organizzazione, almeno nei paesi di provenienza; possiamo dire che sono i nostri “competitor modello”. Si tratta di realtà che non usano solo la leva del prezzo per crescere, ma hanno come noi progetti da proporre al mercato.
Il confronto con loro ci aiuterà con il tempo a crescere e migliorare il nostro servizio.
 
Chi saranno allora quelli che rischieranno di più?
Diego Belmonte: Certamente le aziende meno strutturate, sia in termini di organizzazione sul territorio sia di fatturato. Ad esempio dopo circa sei mesi dall’ingresso di Inter Cars nel Veneto, le aziende che avevano perso alcuni punti del loro fatturato sul terreno di questa sfida, stanno già recuperando le percentuali perse, perché hanno saputo reagire correttamente.
Ci sono tre fattori che determineranno il successo nel futuro delle nostre strutture: la prima leva, è inutile negarlo, è comunque il prezzo; ma subito dopo, e a volte anche prima, vi è il servizio, cioè avere dei magazzini capaci di soddisfare nel più breve tempo le richieste delle officine con il marchio da loro scelto.
Abbiamo fatto una selezione sui brand dei fornitori a pannello e siamo in grado di canalizzare verso di loro la più alta percentuale di fatturato. Confrontandoci anche con i nostri colleghi europei, non abbiamo optato per la strada del “private label”, perché crediamo fortemente nei premium brand che distribuiamo.
La terza leva che nel futuro sarà sempre più importante sarà la nostra capacità, come organizzazione, di portare lavoro in officina. Voglio dire, cioè, di canalizzare utenti privati o flotte verso i nostri clienti.
Riteniamo che questa attività, alla quale già oggi stiamo lavorando bene con IAS, dovrà inevitabilmente essere incrementata nel futuro. Questa sarà la chiave del successo, la nostra arma vincente. Noi stiamo investendo da più di quarant’anni in questa direzione, chiunque verrà in Italia dovrà, se vorrà confrontarsi con noi, colmare questo gap, mentre noi continueremo a investire e a crescere.
 
Per creare canalizzazione bisognerà investire anche sulla qualità della rete di officine coinvolte, per ricevere gli utenti a prescindere dalla loro provenienza (convenzioni, utenti professionali, pubblicità o web); questo per evitare feedback negativi in caso di una accoglienza o di un servizio di bassa qualità. Voi cosa fate per evitare di perdere il risultato del faticoso lavoro della canalizzazione?
Luca Bonalumi: Siamo cresciuti sia nel 2014 sia nel 2015 di più di 200 officine, che hanno deciso di far parte del nostro network arrivando a contare 1.340 officine PuntoPro, 255 Multimarca e 470 Autocheck-Up.
In tutta Italia sono già 110 gli autoriparatori che hanno raggiunto questo standard e nel corso dell’anno arriveremo ad averne più di 200. I punti cardine di questa iniziativa sono la capacità manageriale degli operatori, la modernità della strumentazione e la loro preparazione.
Oltre che sui nostri Soci, stiamo anche lavorando a livello di ricambisti con i quali, attraverso un legame più intenso di partnership, vogliamo migliorare il servizio sul territorio, per soddisfare al meglio le esigenze logistiche e dei tempi di consegna imposti dai clienti professionali.
Ad oggi, sono 154 i ricambisti partner che collaborano con la nostra organizzazione.

La riparazione non è solo meccanica...
Luca Bonalumi: No, infatti. Per servire al meglio le flotte e più in generale per essere in grado di completare il lavoro su di una autovettura incidentata, abbiamo bisogno di mettere a disposizione dei nostri clienti una filiera completa, composta nelle nostre intenzioni di 800 carrozzerie, con una rete di ricambisti e di distributori dedicata.
 

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Tags: groupauto PuntoPro

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