Articoli | 08 November 2016 | Autore: David Giardino

I nuovi vertici Denso lanciano nuove strategie per l’IAM

Abbiamo incontrato Paolo Etzi, nuovo direttore della aftermarket business unit di Denso Thermal Systems, per conoscere quali saranno le principali attività rivolte all’IAM sulle quali si concentrerà nel prossimo futuro l’importante produttore giapponese, protagonista della produzione di sistemi di raffreddamento e di iniezione.
 

Paolo Etzi è un ingegnere meccanico italiano di 58 anni. Genovese di nascita, ha da subito lavorato per l’industria fornitrice di primo livello del primo equipaggiamento, per poi specializzarsi, grazie a un master in economia aziendale, nella gestione della azienda sia dal punto di vista produttivo sia finanziario.
Come da tradizione genovese, l’ingegner Etzi ha lavorato “con la valigia in mano”, trasferendosi in tutti quei paesi dove fosse necessario stabilire una unità produttiva per ottimizzare il servizio delle linee di montaggio dei costruttori auto.
Dal 2003 al 2010 Paolo Etzi ha avviato e gestito lo stabilimento Denso in Spagna (Vigo) per poi spostarsi dal 2010 in Portogallo come CEO e direttore generale della JDEUS, l’azienda portoghese specializzata in sistemi di raffreddamento motore (radiatori e intercooler) di proprietà di Denso Thermal Systems.
L’esperienza maturata in Portogallo, dove l’aftermarket viene da sempre gestito direttamente dalla JDEUS stessa attraverso quattro filiali dirette (unico paese con questa struttura distributiva), e una filiale in Spagna, permette a Paolo Etzi di avere una visione del mercato indipendente privilegiata e anche fortemente preparata alla elasticità tipica di un mondo che ha esigenze di flessibilità molto spinte.
“Il Portogallo - ci spiega Etzi - è un paese molto particolare, che per alcune caratteristiche culturali assomiglia di più all’Inghilterra che alla Spagna, come molti invece tendono a pensare. In Portogallo l’inglese è padroneggiato da una gran parte della popolazione, e non è raro che negli incontri in azienda con clienti internazionali si possano avere degli scambi in lingua inglese anche con gli operatori delle linee di produzione della azienda stessa. Grazie al basso costo della mano d’opera, si sceglie l’automazione spinta solo nelle produzioni ove è richiesta una standardizzazione ottimizzata per grandi volumi. Qui, infatti, è ancora possibile produrre anche soli pochi pezzi, grazie alla possibilità di utilizzare l’esperienza di operatori professionali per assemblare linee diverse dedicate ormai esclusivamente alla produzione di ricambi. Per questa esigenza è inutile, se non addirittura controproducente, l’automatizzazione spinta”.
“Per esempio – prosegue Etzi - grazie alla conoscenza approfondita dei radiatori, che un tempo venivano riparati anziché sostituiti (da qui l’origine delle sedi dirette dell’azienda), si può affermare che il prodotto aftermarket sia identico per funzionalità alla produzione automatizzata, ed esteticamente addirittura migliore”.
 
La qualità senza compromessi
La qualità di un radiatore non è facile da stabilire a una vista superficiale.
“L’alluminio, che è il materiale principale per la produzione di qualità; non si può analizzare con un semplice controllo visivo – spiega Etzi - mentre le prestazioni di raffreddamento e di durevolezza possono essere compromesse. Non esistono certezze sui prodotti di importazione la cui qualità varia a ‘macchia di leopardo’. Noi suggeriamo al mercato di rivolgersi alle aziende e ai marchi di indiscussa competenza e qualità, in modo che siano gli stessi a garantire la qualità necessaria per questo vitale componente per la vita stessa del motore”.
“Grazie anche alla nostra sede produttiva in Portogallo, dove il costo della mano d’opera è competitivo – prosegue Etzi - possiamo non solo realizzare ricambi anche per bassa movimentazione, ma perfino migliorare i prodotti di primo equipaggiamento, attuando un continuo monitoraggio sulle cause dei guasti sui veicoli circolanti, in modo da risolvere sui prodotti aftermarket eventuali debolezze strutturali o di qualsiasi altra natura”.
“In questa prospettiva – conclude Etzi - il prodotto Denso ricalca la filosofia giapponese del ‘Kaizen’ che si traduce con ‘miglioramento continuo’, che per noi non è solo nella produzione, ma anche sui prodotti aftermarket”.
 
Più forza ai propri partner
Denso, che è un leader anche dei sistemi di iniezione common rail in primo equipaggiamento e delle soluzioni di diagnosi per la loro riparazione, è convinta che solo attraverso una crescita qualitativa dei propri Diesel Center, il trasferimento di know-how e di attrezzatura, potrà crescere la propria quota in aftermarket.
Questo progetto, che verrà presentato durante l’edizione di maggio 2017 dell’Autopromotec di Bologna, ha anche l’ambizione di sviluppare la rete dedicata al raffreddamento. “Il mercato - sottolinea Etzi -propende alla sostituzione complessiva di un impianto di iniezione anziché alla selezione puntuale dei componenti guasti che lo compongono. Solo i riparatori più esperti e dotati della giusta attrezzatura possono individuare in maniera selettiva i ricambi danneggiati e sostituire solo quelli. Questo permette all’automobilista di risparmiare e all’officina di distinguersi per capacità e competenza. Per questo – conclude Etzi - vogliamo sviluppare in Italia dei centri riparativi di eccellenza, dove l’automobilista potrà rivolgersi con la sicurezza di ricevere un servizio all’altezza dei prodotti di qualità Denso montati sul suo veicolo”.
 

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Tags: denso impianto di raffreddamento

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