Articoli | 21 November 2017 | Autore: Osservatorio Revisione Veicoli

Centri di revisione onesti, svegliatevi!

La recessione sta facendo emergere il peggio della revisione veicoli e lo Stato sembra aver gettato la spugna. È tempo che i “buoni” si diano una mossa se non vogliono far vincere i “cattivi”.
 

L’Osservatorio Revisione Veicoli traccia un quadro disincantato sulla situazione dei Centri di Revisione e lancia un appello affinché si faccia qualcosa per cambiare. La situazione è chiara: le “poche mele marce che danneggiano la categoria” non sono affatto poche.

Probabilmente non è esagerato affermare che non meno di un terzo degli 8.600 centri italiani falsifica volontariamente gli esiti, al solo fine di incassare i 45€, non perdere clienti e fregare i colleghi onesti. I trucchi per ingannare MCTCNet2 sono oramai i più fantasiosi. Veicoli in pessime condizioni a cui viene tolta la targa, messa provvisoriamente sul muletto (in ordine) che va sulla linea. Foto dell’auto sulla linea fatta con un tablet, posto poi davanti alla telecamera che fotografa la foto mentre in revisione c’è il muletto.

Auto con difetti su una linea ferma con la telecamera posizionata dietro e muletto su un’altra linea che trasmette gli esiti a MCTC. E si potrebbe continuare. Che i disonesti lo facciano per scelta o necessità non importa; scelgono deliberatamente di commettere un illecito, confidando sull’assenza dei controlli, sul silenzio dei colleghi o sul menefreghismo di chi riceve eventuali denunce.

Il problema è politico

È forse colpa della Motorizzazione? Anche. È forse colpa delle Forze di Polizia? Anche. Ma la colpa principale ce l’ha probabilmente lo Stato, perchè finanziaria dopo finanziaria le risorse destinate a MCTC e alle Forze di Pubblica Sicurezza sono state tagliate sempre di più.

“Mancano i soldi”, è la risposta. No, la verità è un’altra e diciamola una volta per tutte: allo Stato e ai vari Governi non interessa affrontare le problematiche della revisione veicoli. “Le emergenze sono tante e i soldi vanno dove ci sono le priorità.” Inoltre, in dieci anni gli organici di MCTC si sono dimezzati, molte sedi chiuse o accorpate, chi va in pensione non viene sostituito e accade che investimenti come MCTCNet2 restano inutilizzati perché non c’è personale per gestirli.

Lo Stato per la revisione veicoli sembra aver gettato la spugna. Tutto perduto, quindi, per le migliaia di operatori onesti che non sanno più a che santo votarsi per lavorare secondo le regole e andare avanti? No, ma dipende da loro e dalla loro voglia di reagire e dal loro coraggio di mettersi in gioco. Se vogliono legalità e rispetto delle regole devono unirsi e affrontare i disonesti. Le battaglie per i diritti civili sono state fatte e vinte da persone combattive, non da chi si lamentava ma poi diceva “io mi faccio i fatti miei”.

Svegliatevi!

Se ci sembra di poter dire che lo Stato ha abdicato al suo ruolo almeno per ora non ci si può aspettare nulla da esso. Se la stima di 1/3 del totale è realistica, allora si può dire che i 2.500 (e passa) centri disonesti prosperano perché, i 2/3 onesti sono una maggioranza divisa, silenziosa e passiva.

Fortunatamente, qualcuno inizia a reagire. A livello locale si formano gruppi di colleghiamici che uniscono le forze per contrastare la concorrenza scorretta e tentano di spiegare alle persone di buonsenso e con senso civico che esistono centri onesti e centri disonesti e che nei centri onesti ci sono persone di altrettanto buonsenso e senso civico. È possibile fare questo a livello nazionale? Secondo la teoria dei sei gradi di separazione, ogni persona è collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di cinque passaggi. Teoricamente, partendo da un gruppo di quattro centri, se ognuno di essi conosce e coinvolge un altro centro in quattro zone diverse che, a sua volta, ne coinvolge altri tre nella sua zona e forma un gruppo, dopo il primo passaggio, si saranno coinvolti 20 centri e formati cinque gruppi.

Ripetendo il passaggio cinque volte, al quinto si saranno coinvolti quasi 2.000 centri e formati circa 500 gruppi. Una volta uniti, con programmi e standard di comportamento comuni e condivisi e una comunicazione a livello nazionale univoca, questi 2.000 centri possono rappresentare una forza devastante contro tutti i disonesti. Teorico? Sì. Difficile? Certo. Impossibile? No. Il vero problema è un altro: le rivoluzioni non si fanno gratis e serve chi si prende l’onere di guidarle. Leader e contribuenti ne abbiamo?

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