Articoli | 11 April 2018 | Autore: David Giardino

Japanparts un marchio sempre più “europeo”

A colloquio con il general manager di Japanparts Group, Alessandro Piazza, per conoscere le strategie che caratterizzeranno le attività di questo importante distributore di ricambi, nato come specialista per l’asiatico e oggi fornitore di ricambi per tutto il circolante europeo.
 

L’azienda di Verona ha saputo trasformarsi nel tempo, traghettando la propria offerta per l’aftermarket indipendente dagli anni 80, che vedevano la concentrazione del circolante su pochi marchi, al giorno d’oggi, dove la frammentazione del parco auto impone una gamma sempre più completa su asiatico ed europeo.
Abbiamo incontrato Alessandro Piazza, general manager di Japanparts Group, per ripercorrere brevemente le tappe di questi primi trent’anni di attività del gruppo e mettere a fuoco la strategia che segnerà la crescita nei prossimi anni del gruppo di Verona.

Japanparts dal 1988 a oggi

Quest’anno segna il trentesimo dell’attività di Japanparts, azienda nata come specialista per il mercato dell’aftermarket automotive dei ricambi per i veicoli asiatici. In origine il circolante in Italia era composto principalmente da veicoli dei brand europei e l’asiatico era un mercato di nicchia.
La lungimiranza imprenditoriale ha permesso all’azienda di Verona di qualificarsi come un punto di riferimento importante in questo settore. La cura nella selezione dei prodotti, unita a un ampliamento di gamma costante e a una logistica improntata all’efficienza, le hanno permesso di crescere e svilupparsi e dare vita ad altre proposte commerciali.
Dopo il successo del primo decennio di attività, infatti, è nato il brand Ashika, la seconda linea di prodotto dell’azienda di Verona, concepita per ampliare le possibilità distributive nel mercato aftermarket.

A questo passo è seguito dopo qualche anno il lancio del marchio Japko, l’ultimo nato in casa Japanparts, allo scopo di rafforzare il percorso di internazionalizzazione dell’azienda con l’apertura a nuovi mercati e conseguente ampliamento degli spazi logistici.
Il 2007, infatti, ha segnato l’inaugurazione del nuovo polo logistico di Verona, diventato fiore all’occhiello dell’azienda per le consegne in tempi rapidi anche ai clienti fuori Italia.

Oggi l’azienda si presenta al mercato come un unico gruppo, Japanparts Group, in grado proporre un’offerta completa di ricambi non solo per i veicoli asiatici e americani, ma anche europei e con una presenza globale che l’ha portata ad essere attiva nei cinque continenti per un totale di 70 paesi.
La gamma prodotti complessivamente vanta 30.000 referenze per ciascun brand ed è in continuo aggiornamento. Si articola in 140 diverse famiglie di prodotto che abbracciano tutte le tipologie della ricambistica, dalle parti motore ai freni, dalle frizioni alle parti elettriche alle sospensioni.

Le strategie di Japanparts Group

Con Alessandro Piazza parliamo ora del cambio di passo che ha caratterizzato gli ultimi anni, il passaggio cioè da specialista dell’asiatico a fornitore a tutto tondo, iniziato nel 2015 con il programma ammortizzatori.
 

Con la gamma degli ammortizzatori introdotta recentemente, Japanparts Group esplora un nuovo modo di operare sul mercato, proponendo una gamma completa che spazia dal circolante asiatico all’europeo. Come è stata recepita dal mercato questa scelta, considerando che i marchi storici Japanparts, Ashika, e Japko sono sempre stati identificati come specialisti sull’asiatico?
La risposta così positiva del mercato in effetti ha stupito anche noi. Non ci aspettavamo che gli operatori dell’aftermarket accettassero così facilmente un ampliamento di gamma senza richiedere un marchio più generalista di quelli storici utilizzati sino ad oggi.
A fronte di questo apprezzamento e di questa risposta così positiva, possiamo pensare che la ragione risieda nel fatto che ormai i nostri marchi (Japanparts, Ashika e Japko) sono conosciuti dagli operatori e godono di una fiducia maturata nel tempo. Per questi motivi non hanno richiesto alcun cambiamento nell’immagine, anche se la gamma si è ampliata.

Quali ritiene possano essere gli ingredienti che hanno reso possibile questo successo?
Effettivamente l’operazione sugli ammortizzatori è stata gestita molto seriamente. Abbiamo puntato sulla qualità del prodotto, scegliendo fra i migliori produttori e considerando anche i particolari, come guarnizioni di tenuta e lubrificante.
Poi abbiamo investito moltissimo sulla gamma, proponendo al mercato qualità, prezzo e disponibilità. Questi ingredienti ci hanno dato molta reputazione su questo prodotto e alla luce degli investimenti fatti, devo dire che si tratta di una reputazione meritata.

Rispetto alle strategie future possiamo dire che gli ammortizzatori hanno fatto da ariete e sono solo l’inizio?
Sicuramente i risultati raggiunti con il prodotto ammortizzatori ci hanno spinto a decidere di andare avanti con questa strategia di ampliamento. Stiamo allargando la gamma sui prodotti europei puntando sulle pastiglie freno, dischi, pompe acqua poi seguiranno giunti e frizioni.

Un programma ambizioso che necessiterà di molto spazio...
È vero, ne siamo consapevoli. Avevamo già ampliato in precedenza il nostro magazzino ma ora dobbiamo allargarci ancora e, infatti, abbiamo acquistato a fianco della attuale sede un terreno che ci permetterà di raddoppiare la nostra capacità di stoccaggio, che è già di 33.000 mq per più di 80.000 codici a magazzino.

Vi aspettate una crescita a doppia cifra nei prossimi anni?
Certamente ci aspettiamo di crescere. Abbiamo ampi spazi di sviluppo ed espansione, a partire dai nuovi codici di introduzione sulle gamme prima descritte. Inoltre abbiamo ancora molta strada da percorrere all’estero, dove vogliamo conquistare più quote di mercato nei paesi dove siamo ancora troppo poco presenti.

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Tags: ammortizzatori aftermarket japanparts ashika japko ricambi asiatici veicoli asiatici

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