News | 31 July 2019 | Autore: redazione

Economia circolare e mondo automotive

La transizione verso l’economia circolare favorirà crescita del Pil e alti livelli di occupazione, ecco i dati dello studio dell’Unione Europea, con un occhio particolare al settore automotive.
 

Economia circolare: per l’Unione Europea un’opportunità da 1.800 miliardi di euro entro il 2030. Queste le stime di quanto ammonterebbe annualmente il beneficio economico che l’Unione Europea potrebbe realizzare entro il 2030 con l’adozione maggiore di pratiche di economia circolare (ovvero di recupero delle risorse).

Secondo l’Osservatorio sulla Mobilità sostenibile di Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) è questo il principale risultato che emerge dal recente rapporto “Verso un’Europa sostenibile entro il 2030” stilato dalla Commissione Europea, rapporto con cui la Commissione indica le basi strategiche fondamentali per una transizione verso la sostenibilità.

I 1.800 miliardi di beneficio economico sono una cifra di grande entità, ma non è l’unico vantaggio che si può realizzare con l’economia circolare. Infatti, sempre secondo il rapporto, la transizione verso l’economia circolare potrebbe fare da volano all’economia dell’area euro favorendo una crescita del Pil fino al 7% in più entro il 2030 e sarà potenzialmente in grado di creare oltre 1 milione di nuovi posti di lavoro.
 
Economia circolare nel settore automotive
Le strategie circolari, sottolinea Airp, sono particolarmente importanti nel settore dei trasporti. Sul fronte della gestione dei veicoli a fine vita, ad esempio, sempre più aziende stanno investendo sui trasporti sostenibili trasformando la linea di produzione, puntando al recupero degli scarti e alla rigenerazione (remanufacturing) dei materiali appartenenti ai veicoli alla fine del loro ciclo di vita (oli esausti, batterie, plastiche, pneumatici, ecc.).
Tra i componenti automotive che meglio e da più tempo si prestano alla pratica dell’economia circolare spicca sicuramente il pneumatico. L’industria del pneumatico, grazie all’attività di ricostruzione, svolge infatti da quasi un secolo un ruolo pioneristico nell’aprire la strada a un modello di economia circolare virtuoso e sostenibile.
Questo perché il pneumatico di qualità nasce per essere ricostruito e quindi per essere utilizzato anche più volte, grazie al riutilizzo delle strutture portanti del pneumatico ancora integre alla fine del ciclo di vita.
La pratica della ricostruzione di pneumatici è dunque fondamentale per risparmiare materie prime, petrolio ed energia e consente di ridurre la produzione di PFU (pneumatici fuori uso), rallentando in modo considerevole il flusso di smaltimento dei pneumatici.
Per questi motivi si tratta di un modello altamente strategico nel quadro dei sistemi produttivi odierni e soprattutto del futuro.
 
Il piano Junker
Tornando al rapporto, va segnalato come il percorso verso un’economia circolare rappresenti un’enorme opportunità per creare vantaggi competitivi in modo sostenibile. In particolare viene sottolineato come molto sia già stato fatto con il piano d’azione per l’economia circolare adottato dalla Commissione Juncker nel 2015.
Questo piano definisce misure volte a guidare l’economia dell’UE verso un percorso circolare di consumo e di produzione fondato sulla gestione ottimale dei rifiuti (prevenzione, riciclaggio dei materiali, recupero dell’energia e prevenzione dello smaltimento in discarica), sulla sensibilizzazione dei consumatori e sulla progettazione di prodotti che siano adeguatamente attrezzati per il ricorso crescente al riutilizzo, alla riparazione e al riciclaggio.
Quasi tutti gli elementi del piano d’azione sono già stati realizzati.
Tuttavia, secondo la Commissione, dovranno essere adottate ulteriori strategie per creare un’economia europea completamente circolare. All’interno di queste strategie, ad esempio, un ruolo di grande importanza potrà essere giocato dall’intelligenza artificiale, che se applicata all’economia circolare su larga scala potrebbe far aumentare la produttività in molti settori e ridurre gli sprechi.
È bene inoltre ricordare, sottolinea Airp, che sul piano legislativo la Commissione ha elaborato un pacchetto di direttive (“Pacchetto Economia Circolare”) che stabilisce per i paesi dell’Unione ambiziosi obiettivi di riciclaggio e di riduzione dei rifiuti, nell’ottica di promuovere una più generale transizione verso l’economia circolare.
Le direttive del Pacchetto Economia Circolare devono essere recepite da tutti i paesi membri entro il 5 luglio 2020.
Ad oggi l’Italia non ha ancora provveduto. Airp auspica che il decisore pubblico arrivi a creare strumenti idonei ed efficaci per supportare la transizione verso il modello dell’economia circolare. Nell’ambito del recepimento delle direttive europee, non dovranno certo essere dimenticati i pneumatici ricostruiti in quanto rappresentano l’esempio perfetto di economia circolare.
 

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Tags: airp pneumatici economia circolare

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