Opinioni | 01 June 2011 | Autore: David Giardino

Con le frecce spuntate negli archi
Per cercare di descrivere la situazione in cui è costretto a lavorare il mercato della distribuzione indipendente in Italia (e non solo) mi è venuta in mente la guerra impari che ha messo a confronto gli eserciti organizzati e ben armati contro le tribù indiane del Nuovo Continente, quello americano. Gli indiani, armati solo di archi e frecce e per giunta divisi in tribù più o meno grandi e nemiche fra di loro, hanno combattuto su due fronti: quello tribale, alla pari, e quello esterno, contro l’esercito degli Stati Uniti d’America.
Non penso sia necessario spiegare come la storia sia finita, ma dovendomi far perdonare per questo parallelismo, che potrebbe essere letto dai più come banale, dirò perché in realtà, se ci si ferma a ragionare, penso possa calzare bene per il nostro settore.
Dai distributori ai ricambisti fino alle officine, siano essi organizzati in network o indipendenti puri, i professionisti dell'aftermarket si stanno facendo una guerra feroce nel tentativo di mantenere fatturati e clienti, indebolendo così progressivamente, a causa di lotte intestine (fra tribù), la qualità finanziaria delle proprie attività. Sull’altro fronte, i consorzi di concessionari, affamati di fatturato a causa delle esigue risorse procurate dalla vendita dei veicoli nuovi,  sono spinti a vendere ricambi nei territori ancora “inesplorati” delle officine indipendenti. Ecco perché marchi come Mercedes hanno iniziato a vietare di vendere ricambi del proprio brand ai ricambisti indipendenti, preparando il terreno all’espansione dei concessionari negli ambiti lasciati così scoperti.
La situazione preoccupa e non poco: da una parte abbiamo a che fare con un “esercito” che, come detto, è ben armato di informazioni precise per fornire ricambi corretti e con prezzi competitivi, tanto che spesso questi sono inferiori a quelli proposti dalla rete indipendente e, per giunta, con una qualità che non viene messa in discussione da nessuno, poiché si tratta di ricambi provenienti direttamente dal costruttore. Dall’altra parte, abbiamo il mercato indipendente, che nei migliori dei casi è diviso in fazioni, che per quanto organizzate non hanno ancora raggiunto singolarmente quei fatturati necessari a renderle inattaccabili dall’esterno. In aggiunta ai normali problemi di mercato, poi, ci sono ulteriori difficoltà, poiché le informazioni sui ricambi a cui gli indipendenti hanno accesso sono a volte imprecise, sia per quanto riguarda il cross-reference sul costruttore, sia per quanto concerne il prezzo.
Questa situazione svilisce il lavoro dei ricambisti “in guerra” sul mercato con, appunto, “frecce spuntate negli archi”.
La Commissione Europea per la Concorrenza e del Mercato ha individuato chiaramente chi è la parte più debole e, attraverso l’applicazione di regolamenti europei, cerca di far sì che la tendenza in atto si possa invertire.
Il rilancio della riparazione indipendente parte principalmente dalla volontà degli operatori (componentisti, distributori, ricambisti, officine) coinvolti direttamente nella competizione di lavorare con maggiore consapevolezza e collaborazione per rafforzare un settore che, lasciato a se stesso, non ha la capacità di uscire da schemi di competizione che non lasciano speranza per il futuro.

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