Articoli | 08 April 2020 | Autore: David Giardino

Telos, una opportunità per le eccellenze

Abbiamo intervistato Davide Ghioni, amministratore delegato di Telos Group, per aggiornarci sulle attività che il gruppo ha deciso di realizzare per crescere nel mercato.
 

Era il 14 aprile 2017 quando è stata fondata Telos a Milano, un’entità nata dal volere di 10 ricambisti del nord Italia che si sono uniti formando una società compartecipata.

Sono passati, dunque, circa tre anni ma l’ambizione dell’azienda è sempre la stessa: essere un punto di riferimento nel mondo dell’autoriparazione, supportando i ricambisti nel loro lavoro quotidiano.

Abbiamo intervistato Davide Ghioni, amministratore delegato di Telos, che ci ha aggiornato sulle attività che sta portando avanti il gruppo e sui progetti che intende mettere in atto nel medio/lungo periodo.

A tre anni dalla nascita di Telos i risultati di questa nuova aggregazione di ricambisti sono incoraggianti, ci può dire quali sono le prospettive di crescita per il vostro gruppo?
Abbiamo fatto molta strada da quando abbiamo iniziato e siamo molto soddisfatti del lavoro sino a qui realizzato. Le relazioni umane fra i soci Telos sono il valore principale che è emerso in questi primi anni e il team di lavoro, che abbiamo creato con la reciproca interazione, porta risultati operativi pratici molto evidenti.
L’introduzione di progetti comuni come il private label Kentro, per esempio, sono attività irrealizzabili da una singola azienda, ma sono alla portata di un gruppo come Telos.
Anche aver adottato per la maggior parte dei soci un gestionale comune in cloud, il varo dell’e-commerce e il controllo di gestione evoluto sono il segnale di un nuovo modello di business.
 
Le 16 ragioni sociali che rappresentano il gruppo sono una base solida, sono anche sufficienti per la vostra strategia?
Sono già sufficienti, ma abbiamo un progetto che prevede un’ulteriore crescita.
Ripercorrendo la storia di questi tre anni, ricordo che abbiamo formato questo aggregazione partendo dalla definizione di un’area geografica importante, ma circoscritta (nord Italia) e dalla selezione di aziende e imprenditori con una visione del futuro che ci accomunava.
Per noi è sempre stato importante scegliere con chi lavorare in base alla fiducia e alla stima reciproca, però eravamo anche consapevoli che era necessario avere un forte comun denominatore. Per questo all’inizio del nostro percorso BCZ (la finanziaria che detiene il 20% delle quote di Telos) ha deciso di entrare nel capitale delle aziende socie di Telos anche se non sempre con una quota di maggioranza. Oggi a distanza di tre anni dall’inizio di questo progetto, riteniamo non più necessaria questa condizione. La strategia attuale di BCZ è quella di investire ulteriormente all’interno delle aziende già presenti al fine di agevolare ulteriori aggregazioni che portino alla creazione di poli distributivi di dimensioni fra i 10 ed i 15 milioni di euro.
Così facendo abbiamo una base solida a cui poter aggregare nuovi soci e raggiungere un fatturato globale che raggiunga i 120 milioni di euro entro la fine del 2022.
 
Questo cosa significa concretamente?
Questo significa che le aziende che in futuro entreranno a far parte di Telos non dovranno necessariamente cedere una parte del loro capitale. Le uniche prerogative richieste sono le seguenti: solidità societaria, condivisione delle strategie e rispetto sia delle regole del gruppo sia delle aree commerciali.
 
È una apertura al vostro modello molto ampia, un cambio di approccio…
Credo che sia una normale evoluzione del modello. Prima occorreva creare una piattaforma omogenea e la partecipazione societaria è stata il giusto collante. Oggi che abbiamo creato il valore forte di aggregazione possiamo condividerlo anche con altri imprenditori.
Non credo però che questa apertura possa attrarre tutte le tipologie di aziende che fanno il mestiere di ricambista; penso piuttosto che ci siano delle aziende evolute che hanno capito che da sole non possono rafforzarsi e che “sposare” un distributore per quanto grande od appartenente ad una multinazionale non dia sufficienti garanzie alla propria impresa e al proprio futuro.
 
Non crede che la fidelizzazione verso un fornitore possa portare vantaggi al ricambista?
Perché non dovrebbe?  Sicuramente le proposte di fidelizzazione sono interessanti e possono aiutare i ricambisti a migliorare condizioni logistiche e commerciali, ma sono anche molto vincolanti.
La nostra filosofia, invece, è quella di collaborare con i principali grossisti, sia commercialmente sia strategicamente, ma preservando in maniera decisa la nostra indipendenza.
Concretamente cerchiamo di trovare le risorse per finanziare il nostro sviluppo nella capacità di negoziazione delle condizioni di acquisto con la maggior parte dei fornitori qualificati. Più grande è il volume in acquisti e maggiori sono i vantaggi, anche di indipendenza.
Legarsi a un singolo distributore mette a rischio il futuro della propria azienda, in quanto chi oggi propone questi programmi è di solito espressione di una multinazionale, per sua natura legata ai continui mutamenti di management, di strategie e di umori dei soci/fondi di riferimento, che possono cambiare più per motivazioni finanziarie che industriali.
Il ricambista deve governare il proprio futuro, non delegarlo. Telos si propone di realizzare questo principio. Vogliamo essere padroni del nostro futuro!
 
La formula è nota: più capacità in acquisto maggiore forza nella negoziazione…
È evidente, ma non è sufficiente. Il futuro del nostro lavoro ha numerose insidie date dal cambiamento sia del mercato sia del cliente. Pensiamo che solo aggregandosi fra aziende omogenee, condividendo progetti, investimenti e controllo di gestione si possa garantire ai ricambisti il ruolo centrale che meritano nel supporto alla riparazione.


Nella foto di apertura: Davide Ghioni, amministratore delegato di Telos.

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