Articoli | 03 June 2013 | Autore: Stefania Antonelli

Autopromotec supera le aspettative

Numeri in crescita, grande affluenza di visitatori. Renzo Servadei si dichiara soddisfatto della venticinquesima edizione di Autopromotec appena conclusa.

Si sono da poco chiusi i battenti di Autopromotec. La kermesse bolognese dell'aftermarket automotive, tenutasi dal 22 al 26 maggio, ha soddisfatto e superato le aspettative degli organizzatori, dando un segnale forte di 
un'Italia che lavora, fatta di aziende che continuano a crescere e che esportano il made in Italy anche all'estero.
Abbiamo chiesto un bilancio a Renzo Servadei, amministratore delegato di 
Autopromotec.

Parliamo di numeri: quanti sono stati gli espositori totali?
1.512, rispetto ai 1.473 di due anni fa. Siamo dunque cresciuti, in controtendenza rispetto alla situazione economica veramente complicata che stiamo vivendo.
Anche la promozione che abbiamo fatto all'estero ha dato buoni risultati: gli espositori stranieri, provenienti da 52 nazioni, sono aumentati (hanno rappresentato il 39% degli espositori totali) e siamo orgogliosi di dire che l'incremento lo si deve anche ad aziende provenienti da paesi riconosciuti per l'alta qualità della loro produzione, come la Germania. 
Autopromotec sta diventando sempre più internazionale.
 
Qual è stata l'affluenza dei visitatori?
I dati di chiusura confermano gli ottimi numeri delle pre-registrazioni. Sono state ben 102.536 le presenze registrate nei cinque giorni di fiera. Come ulteriore conferma del carattere sempre più internazionale della kermesse, è da sottolineare che il numero dei visitatori stranieri (che hanno dimostrato un alto profilo ed elevati livelli di specializzazione) è cresciuto del 2,2% rispetto alla precedente edizione, arrivando a sfiorare quota 19.000.
 
Qual è stata la risposta dei visitatori ai convegni?
Molto buona: c'è stata una grande affluenza, che ho potuto constatare di persona per gli incontri a cui ho presenziato.
La convegnistica è qualcosa su cui puntiamo molto, per un motivo semplice: l'evoluzione tecnologica è continua, e negli ultimi tempi è sempre più accelerata; questa richiede necessariamente delle competenze specifiche da parte degli autoriparatori. Se quindi vogliamo che ci sia un vero sviluppo, la tecnologia deve essere corredata innanzitutto da informazioni date alla rete degli autoriparatori, e dalla formazione per poter operare. Tecnologia, informazioni e formazione devono andare di pari passo: per questo abbiamo creato il brand AutopromotecEDU e per questo investiamo tanto su tale attività, perchè pensiamo che questa consapevolezza debba essere trasversale e condivisa a tutti i livelli della filiera, dai produttori ai distributori, fino ai meccanici.
 
La fiera ha dunque soddisfatto le aspettative?
Secondo noi le ha superate: perchè in un momento in cui si parla di un'Italia che non “funziona” (i mass media danno continuamente notizie di problemi, disoccupazione, crisi), Autopromotec ci mostra che c'è anche un'Italia che funziona. Nonostante si tratti per la maggior parte di piccole e medie aziende, riescono comunque a essere leader nei loro settori ed esportano anche fino al 70-90% della produzione, e sono in grado di competere nei mercati internazionali con prodotti di nicchia di altissima qualità e tecnologia. Sono queste le imprese che tengono in piedi il sistema Italia. Questa è una realtà visibile girando tra i padiglioni: se la fiera è così grande non è perché noi organizzatori abbiamo la bacchetta magica, ma perché le aziende sono forti e anche in momenti di crisi crescono e reagiscono.
 
Come vede il mercato aftermarket attuale?
Calando le percorrenze chilometriche, anche l'aftermarket (nonostante sia anticiclico rispetto al mercato auto) sta vivendo un momento di riflessione. Io credo però che le prospettive dell'aftermarket siano buone. Mentre, fino a qualche anno fa, il veicolo era uno status symbol e le persone compravano e cambiavano l'auto anche quando non c'era una reale necessità, per le nuove generazioni l'auto sta tornando a essere sempre più un mezzo di trasporto; per questo pensiamo che l'attenzione si sposterà dal cambiare in maniera frenetica la vettura a mantenere in efficienza quella che si ha, con un giusto rapporto qualità prezzo.
Ecco perché credo che coloro che comprenderanno il significato di tecnologia, informazione e formazione e lo metteranno in pratica unendolo a un ulteriore ingrediente fondamentale (cioè riuscire a conquistare la fiducia del cliente), potranno avere delle buone soddisfazioni.
Si tratta di un settore che dovrebbe ricevere degli aiuti da parte dello stato, per due motivi: prima di tutto perché l'autoriparazione non si può delocalizzare e quindi c'è la certezza che i finanziamenti rimangano in Italia; in secondo luogo perché si tratta di un settore ad altissima densità di lavoro, che muove una parte importante del PIL italiano.

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