Articoli | 08 February 2017 | Autore: Osservatorio Revisione Veicoli

Revisioni 2016: tiriamo le somme

Riassumiamo brevemente l’andamento delle revisioni per l’anno appena concluso, caratterizzato dalle “revisioni fantasma”.

 

Il mercato si è chiuso con un volume che ha sfiorato i 15,4 milioni di controlli, ma solo grazie alle revisioni fantasma. In dettaglio, sono 13.918.341 autoveicoli sino a 3,5t e 1.477.223 motoveicoli controllati, per un totale di 15.395.564 revisioni effettuate nel 2016 dai centri di revisione privati italiani.
Il 2016 verrà ricordato per tre motivi: anno record tra gli anni pari; ultimo anno di crescita del mercato; anno in cui le revisioni fantasma hanno salvato il mercato.
 
2016: un anno pari da record
Stando ai calcoli matematici, a fine 2016 avrebbero dovuto esserci solo 7.776 revisioni autoveicoli in più rispetto al 2014 e addirittura di 30.000 revisioni motoveicoli in meno. Le cose sono invece andate diversamente.
Il 2016 ha chiuso con un aumento sul 2014 di 321.000 revisioni auto e addirittura di 96.000 revisioni moto, per un totale di 417.000 revisioni complessive. Una crescita del 2,4% che non doveva esserci.
 
2016: ultimo anno di crescita del mercato
Dopo due decenni esatti in cui i volumi sono costantemente aumentati, il 31 dicembre 2016 segna la data in cui il mercato ha smesso di crescere. Col 2017 si è entrati un ciclo negativo che, probabilmente, durerà almeno sino al 2023. Il 2018 si prevede sarà l’anno più critico.
 
2016: le revisioni fantasma
Il 2016 è l’anno in cui le revisioni fantasma hanno salvato il mercato. Già a fine 2015 l’Osservatorio Revisione Veicoli (ORV )aveva notato delle anomalie. Da settembre a dicembre le revisioni erano aumentate di 337.000 unità rispetto alle previsioni. Le avevamo battezzate “revisioni fantasma”, indicando con questo termine i veicoli che non vanno in revisione o ci vanno in modo saltuario e che non risultano nelle serie storiche, diventando invisibili ai modelli matematici fintanto che non appaiono all'improvviso (come un fantasma).
Nel 2016 il fenomeno è stato monitorato per tutti i 12 mesi e si è manifestato sistematicamente.
Possiamo dire che le revisioni fantasma hanno “salvato il mercato”; senza di loro, il 2016 si sarebbe chiuso in negativo rispetto al 2014, dando il via alla fase recessiva con 12 mesi di anticipo.
Quasi sicuramente si ripeteranno anche nel 2017 ma è difficile dire di quanto. Se dovessero impattare sul mercato con la stessa percentuale del 2016 (2,4%), passeremmo da un anno di calo a un anno nuovamente di crescita.
 
Le revisioni fantasma sono segno di scarso senso civico
A pensarci bene, le revisioni fantasma sono un indicatore di scarso senso civico perché, un conto è la revisione in ritardo di uno o più mesi per una dimenticanza, un altro conto è l’omessa revisione per scelta.
ORV ha analizzato il mercato a livello regionale e provinciale per vedere dove le revisioni fantasma sono state più marcate e stilare così una classifica “della vergogna” e ciò che ne è venuto fuori è, per certi versi, sorprendente.
 
Le sorprese sono tali perché non te le aspetti
Le due tabelle mostrano le 20 regioni e le prime 10 province.
La prima regione nella classifica della vergogna è il Trentino Alto Adige; seguono poi 4 regioni del Sud, 2 del Centro e 2 del Nord.
Ma le cose si fanno più interessanti quando si passa alle province, analizzando il fenomeno in termini percentuali rispetto al revisionato totale.
In testa ci sono due province che mai ci saremmo aspettati di trovare: Pavia e Bolzano.
Se consideriamo che la media Italia è del 2,3%, ne risulta che, in proporzione Pavia ha un tasso di revisioni fantasma del 328% e Bolzano del 289% rispetto alla media nazionale.
 
Servono più telecamere mobili
Cosa ha “snidato” tutti questi fantasmi della revisione? Quasi certamente i sistemi di rilevamento targhe in dotazione alle Polizie Locali che, in tempo reale, verificano una serie di dati, tra cui l’omessa revisione.
La quantità di multe emesse per mancata revisione è impressionante: a titolo d’esempio, un giornale di Treviso riportava recentemente che su 2.510 violazioni del C.d.S. in tre piccoli comuni del trevigiano, ben 937 (37%) erano per omessa revisione.
Ora, se tutti gli 8.000 comuni d’Italia si dotassero di simili dispositivi, la vita per i furbi diventerebbe impossibile e, nell’arco di un biennio, emergerebbe tutto il sommerso.
La cosa bella è che usciremmo dalla recessione in un attimo (o quasi).
 
 
L’articolo dedicato al Mercato Revisioni 2016 si trova su www.osservatoriorevisioneveicoli.com
 

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