Approfondimenti | 23 November 2020 | Autore: Roberto Balotti

La sicurezza che non si vede: i filtri del tagliando

La barriera tra i contaminanti e noi stessi è rappresentata proprio dai filtri. Allo stesso modo, la protezione del motore è affidata a sofisticati sistemi di filtrazione. I filtri sono un esempio tangibile di commodity a basso costo unitario, ma di importanza cruciale.
 

È tempo di tagliando, ed è tempo di sostituzione dei filtri. Pochi sono gli utenti che in occasione dei tagliandi delle proprie auto riconoscono l’importanza dei filtri, indipendentemente dal fatto che essi siano legati alla salvaguardia dell’ambiente interno del veicolo o alla protezione del motore.
 
Gli stessi produttori di filtri predicano ormai da anni come questi componenti vivano costantemente nell’ombra, ma come una loro mancata operatività possa costare non solo problemi in termini di salute, ma anche costi enormi di manutenzione
Il problema vero dei filtri lo abbiamo sintetizzato nel sommario di questo articolo: sono delle commodity, ovvero ricambi a costo relativamente basso, peccato che la loro importanza sia di tutt’altra natura. 
I sistemi di filtrazione dei veicoli sono diventati un affare complesso, così come le aspettative dei clienti. Le politiche ambientali, poi, insieme alle più recenti normative in termini di emissioni e consumi, hanno complicato ancora di più un problema che solo all’apparenza potrebbe sembrare semplice. 

Per approfondire l’argomento e con l’intento di non rimanere troppo sui termini più generali della questione, vediamo i filtri più importanti utilizzati all’interno di una vettura e la loro insindacabile importanza. Si tenga conto che le tecnologie dei motori moderni richiedono filtri specifici in funzione della struttura, degli intervalli di manutenzione e del tipo di operatività.

Diversi sistemi di filtrazione

Anche in questo caso, lo sviluppo tecnologico ha portato a un ampio spettro di possibilità. 
Per filtrare un mezzo si possono utilizzare modi molto diversi. Gli stessi principi fisici ci sono venuti in aiuto, tanto che per esempio uno dei sistemi talvolta utilizzati è quello della separazione mediante forza centrifuga.
 
Poi, ci sono i filtri più classici, quelli di carta, di feltro o anche quelli realizzati in materiali definiti tessuti non tessuti, facendo riferimento con questa accezione a materiali sintetici solo apparentemente simili a un tessuto classico. 
Ci sono anche i filtri con reti in metallo e anche quelli con reti in plastica, oppure ancora, filtri con maglia stretta e filtri con trama più larga.
 
Abbiamo già capito che l’argomento non è poi così semplice come poteva sembrare.

I filtri per l’olio motore

Ci sono diverse sostanze che possono contaminare e aggredire i componenti interni di un propulsore: si tratta nel caso più generale di particelle non desiderate introdotte attraverso alcuni dei principali mezzi di esercizio di un motore a combustione interna, ovvero l’aria, l’olio e il combustibile. 
Concentriamoci sul lubrificante.
 
Questo fluido opera all’interno di un motore con il chiaro intento di separare tra loro, sebbene di pochissimo, parti in movimento reciproco tra loro. Questo può però accadere solo se l’olio conserva la sua integrità, cioè la sua pulizia. 
Durante il funzionamento del motore, infatti, un lubrificante raccoglie impurità che se non venissero filtrate rappresenterebbero una sorta di pasta abrasiva capace di usurare gli organi interni di un motore anche in breve tempo. 
Queste impurità possono arrivare da diverse parti: dall’aria aspirata, dal combustibile iniettato in camera e non completamente bruciato, o da parti meccaniche che si trovano a lavorare in condizioni anomale e che producono quindi materiale di usura. 
I filtri utilizzati sulle auto e anche sui veicoli commerciali sono del tipo definito a letto profondo. Questa definizione trova spiegazione in un fatto semplice: la separazione delle particelle avviene a livello della struttura più profonda del mezzo considerato, in questo caso l’olio. E, per un filtro correttamente funzionante, si tratta di una separazione tra particelle e olio pari al 100%.
 
Per spiegare come avviene le separazione, bisognerebbe introdurre alcuni concetti tecnici troppo approfonditi per quello che è l’obiettivo di questo articolo. Diciamo che le particelle di impurità impattano contro la singola fibra e si separano dal fluido rimanendo attaccate alla fibra stessa. Con il procedere del tempo, le impurità tendono a chiudere tutti i pori del filtro, quindi l’aria fatica a entrare generando una perdita di pressione che non dovrebbe esserci. 
Il filtro in questo caso va sostituito immediatamente, per evitare che il lubrificante non riesca più a fluire correttamente.

I filtri aria

Quasi la totalità dei filtri aria utilizzati nelle automobili sono i cosiddetti filtri aria a secco
Sono elementi usa e getta. Arrivati alla fine della loro vita non possono essere recuperati, anche se capita spesso di vedere operazioni di pulizia non corrette. 
Se il filtro fosse un elemento lavabile, allora sarebbe possibile estrarre il componente e pulirlo. Pulire i filtri in carta, soffiando con una pistola ad aria, per esempio, permetterebbe di rimuovere parte delle impurità, ma la capacità filtrante del materiale sarebbe comunque compromessa dal tempo e il suo potere filtrante ne verrebbe meno.
 
Inoltre, soffiando con una pistola ad aria, spesso vengono rimosse le impurità più superficiali, ma la maggior parte di quelle legate alla carta dell’elemento filtrante rimarrebbero in posizione. 
Ma non solo. Utilizzando aria compressa, la cosa più facile che può avvenire è spingere le particelle ancora più in profondità nella struttura della carta e la portata verrebbe ridotta ulteriormente. 
Un filtro aria sporco può avere conseguenze dannose. Insomma, il filtro una volta esausto va cambiato.

I filtri abitacolo

È un elemento fondamentale per la salute di chi viaggia perché quando è integro e in piena efficienza impedisce al pulviscolo, alla fuliggine e al polline di penetrare all'interno del veicolo. I filtri a carbone attivo più efficaci, inoltre, eliminano gli odori sgradevoli e i gas nocivi per la salute tra i quali l'ozono, gli ossidi di azoto, gli idrocarburi e il biossido di zolfo.
 
I produttori sottolineano spesso l’importanza di una regolare sostituzione dei filtri abitacolo, evidenziando anche i “vantaggi economici” collegati a questo intervento. Se infatti si considera il benefico effetto in termini di salute, si capisce come questo tipo di spesa sia da considerarsi tra le più economiche. Se la sostituzione del filtro abitacolo avviene come raccomandato, con scadenza annuale oppure dopo 15.000 chilometri di percorrenza, l'incidenza sul budget, di un filtro a carbone attivo, è davvero minimo, si può parlare di una media di circa 3 centesimi al giorno. Un vantaggio da intendersi sia in termini di contributo alla salute e alla sicurezza dei passeggeri sia in termini di un efficace e corretto funzionamento del climatizzatore.
Numerosi studi effettuati hanno dimostrato che le persone allergiche hanno maggiore possibilità di incorrere in un incidente. Questo fatto è chiaramente dovuto alla distrazione causato dall’incedere, per esempio, degli starnuti, ma anche dalla sensazione di disagio vissuta dal conducente con questo genere di patologie. 
I costruttori hanno dimostrato che in assenza di un filtro antipolline, o filtro abitacolo che dir si voglia, la concentrazione di particelle in sospensione all’interno della vettura può essere maggiore anche di sei volte rispetto all’aria aperta.
 
Il filtro abitacolo, oltre ad avere tutte le caratteristiche tecniche necessarie per bloccare ogni genere di impurità, è sistemato all’interno del sistema di climatizzazione in posizione strategica. Il suo alloggiamento, infatti, è previsto a monte della ventola, all’interno del canale di aspirazione. Così pensato, il filtro antipolline che è ormai una dotazione di serie di tutte le auto, citycar comprese, intrappola polvere, fuliggine e pollini. 
I filtri abitacolo vengono prodotti in diverse forme e non sempre presentano le classiche guarnizioni in schiuma per il loro alloggiamento. Dipende tutto da come il costruttore ha realizzato l’intero impianto di climatizzazione. 
Infine, il principio di filtraggio: un elemento filtrante a carbone attivo provvede a trattenere le sostanze solide presenti nell’aria, mentre lo strato di carbone provvede a neutralizzare i gas e gli odori.

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