Articoli | 01 June 2011 | Autore: Alberto dello Iacono

I.DI.R. e i numeri dell’impresa competitiva

I.DI.R. ha partecipato a una ricerca del Politecnico di Torino dal titolo “Rischio Competitivo e Valore d’Impresa”; una iniziativa che le ha permesso di conoscere meglio le proprie risorse e il proprio valore, per trasferirlo al mercato.

Per chi ha il desiderio di crescere e sviluppare la propria attività portando il suo contributo al mercato aftermarket, partecipare all'iniziativa del Politecnico di Torino, che ha elaborato un sistema di raccolta dati per analizzare il valore di un'impresa e la sua capacità di crescita, era un'opportunità da cogliere.
“Formare le imprese e sviluppare nuove idee per il mercato automotive è sempre stata la missione di I.DI.R.” dichiara
Alberto dello Iacono, marketing manager del distributore campano. “La qualità del rapporto che la nostra azienda ha instaurato con l’officina e con il ricambista ha fatto sì che il livello di chi esprime concetti (formatore) e di chi sviluppa progetti (gestore di rete) sia elevato al massimo”. Una condizione privilegiata, che però non bisogna mai dare per scontata e definitivamente acquisita.
Da questa esigenza è nata in I.DI.R. la volontà di diventare partner del gruppo di ricerca “Rischio Competitivo e Valore d’Impresa” del Politecnico di Torino, che ha radunato alcuni tra i maggiori ricambisti in Italia e offerto ai distributori del settore IAM la possibilità di organizzare in partnership degli incontri per i loro clienti e approfondire alcune tematiche. In particolare, l'analisi e la valutazione degli equilibri economici e finanziari fondamentali per la più sana gestione della propria impresa; l'analisi e la valutazione del proprio contesto competitivo e la relativa comparazione con le proprie performance. Inoltre, alcuni incontri erano orientati all’utilizzo di semplici ed efficaci strumenti decisionali di supporto alla programmazione e al controllo dell’impresa.

Aftermarket: un settore in crescita
Le prime giornate di avvio al programma si sono tenute nel mese di maggio, sia presso la sede I.DI.R. di Napoli sia presso il T Hotel di Lamezia Terme. Circa 100 ricambisti di Campania e Calabria, invitati direttamente dal Politecnico di Torino, hanno preso parte allo stage, accolti da Sergio Monzeglio (amministratore unico di I.DI.R.) e supportati da Alberto dello
Iacono. Silvano Guelfi, docente di strategia e finanza al Politecnico di Torino e responsabile scientifico del gruppo di ricerca “Rischio Competitivo e Valore d’Impresa”, che da due anni è diventato l’osservatorio di mercato del settore, ha così fotografato il comparto:“Il mercato dell’aftermarket indipendente è in continua crescita ed è passato quasi indenne dalla crisi rispetto ad altri comparti, permettendo agli operatori lungimiranti di migliorare le proprie performance. È un settore indispensabile per l’economia, ma presenta difficoltà di marginalità e d’incassi, che si traduco in problemi d’indebitamento dalle banche”.

Per una gestione più “sana” dell’impresa
Nella prima giornata, suddivisa in due momenti, il professor Guelfi ha presentato tutti gli argomenti necessari a far chiarezza sull'attività del Politecnico e ha spiegato come si può mettere a disposizione dell'intero mercato studi e analisi relative a tutti gli operatori.
In particolare, la prima sessione è iniziata con l’analisi di alcuni indicatori economico/finanziari e competitivi sul settore della distribuzione, evidenziando i punti di forza e debolezza delle imprese che presentano un fatturato maggiore di 12,5 milioni di euro. Successivamente si è proseguiti con la condivisione delle matrici strategiche che evidenziano quanto un’impresa è capace di raccogliere dalle scelte del passato e quanto questa è abile a seminare per il futuro. Quanto più un’azienda sa mettere insieme queste due capacità, tanto più è lungimirante. In sintesi, con una metafora, si può affermare che se un'azienda raccoglie, ma non semina, è miope; se non raccoglie, ma semina, sta mettendo a fuoco; infine, se non semina e non raccoglie, è cieca.
Il professor Guelfi ha fatto notare che se un'azienda rimane in questa situazione per più di quattro anni, ciò è sinonimo di seri problemi, che potrebbero condurre l’impresa a tensioni di natura economico-finanziaria.

Il confronto col mercato
Un altro punto fondamentale dell'analisi condotta dal Politecnico è quello che mette a confronto l'azienda con il mercato, in particolare con il contesto competitivo in cui agisce. Infatti, avere un quadro informativo completo dei propri competitor/clienti e fornitori permette all’imprenditore di acquisire maggiore consapevolezza e avere una situazione più chiara del proprio business. In questo modo, l'intuito imprenditoriale viene supportato con i numeri più opportuni e permette di effettuare scelte e operare e/o confrontarsi con gli interlocutori più utili e coerenti alla propria strategia.
Anche il cliente è un elemento di confronto importante, non solo in termini di necessità di soddisfare le esigenze della clientela, ma anche viceversa. In altre parole, come spiega il professor Guelfi, le imprese migliori non hanno i clienti peggiori perché i problemi dei clienti diventeranno quelli dell’impresa e dato che non è vero che tutti i clienti sono uguali, bisogna saper scegliere.
In questo senso, le mappe competitive sono uno strumento per poter distinguere i clienti attuali e potenziali in strategici o tattici. Quanto più un cliente è sano e utile per l’impresa, tanto più è un cliente strategico; così come tanto più un cliente presenta qualche difficoltà gestionale ed è poco utile rispetto alla strategia dell’azienda, tanto più è tattico.

Cambiare sì, ma per migliorare
In sintesi, ciò che è diventato chiaro agli occhi dei partecipanti, è un insegnamento fondamentale: per migliorare è necessario cambiare, ma cambiare non significa migliorare e la conoscenza permette di scegliere con più consapevolezza le priorità gestionali.
A quelli di maggio seguiranno altri incontri, dove verranno presi in esame altre relazioni ed equilibri gestionali, volti in particolare ai modelli di determinazione degli obiettivi d’impresa, al controllo della realizzazione degli stessi e all’utilizzo di un modello di simulazione delle decisioni gestionali rispetto ai possibili effetti sui risultati dell’impresa.    n

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