Articoli | 01 May 2007 | Autore: Marco Ugliano

Sistemi di scarico: la nuova linfa arriva dalle liberalizzazioni

Attualmente la parte più consistente della domanda di ricambio è costituita dai silenziatori, ma gli effetti del recente decreto Bersani dovrebbero favorire FAP e catalizzatori: vediamo come… I sistemi di scarico moderni hanno raggiunto livelli tecnologici molto elevati, un’evoluzione obbligata e in larga misura imposta dalle moderne normative antinquinamento. Ma i condotti di scarico sono anche determinanti per il raggiungimento di prestazioni superiori. Vediamo alcuni trucchi e segreti che si celano dietro a quelli che sembrano semplici tubi.

È uno dei settori che maggiormente risente del “caos” normativo che da tempo interessa il nostro Paese in fatto di questioni ambientali e, di conseguenza, è uno di quelli che potrebbe ricevere maggiori benefici in seguito all’attuazione delle recenti liberalizzazioni governative.
Quello dei sistemi di scarico è un mercato che, negli ultimi anni, ha subito una forte contrazione, dettata in parte dall’evoluzione dei materiali utilizzati, capaci di regalare maggiore longevità ai componenti, ma anche dalle recenti misure in termini di tutela ambientale, che spingono verso una sostituzione del parco circolante a dispetto di possibili soluzioni alternative che consentano la riconversione del parco esistente.

Il filtro antiparticolato
Si può fare un esempio significativo, che riguarda uno dei temi più discussi oggi dagli automobilisti italiani: l’abbattimento del tanto temuto, ma spesso ai più sconosciuto, particolato. Questo inquinante, che da un po’ di tempo sta acquisendo sempre maggiore “popolarità”, è il residuo della combustione non completa del gasolio; per eliminarlo interviene oggi il FAP (Filtro AntiParticolato), che, collocato subito dopo il catalizzatore, trattiene le polveri presenti nel gas di scarico. Se la preoccupazione attuale e l’obiettivo di tutti è ridurre le emissioni nocive per la salvaguardia dell’ambiente, risulta abbastanza oscuro il motivo per il quale viene incentivata la sostituzione del veicolo penalizzando fortemente la possibile installazione in retrofit del FAP, con la quale si potrebbero adeguare le emissioni di auto già in circolazione, senza dover arrivare al drastico cambio di vettura.
Installare un FAP in retrofit risulterebbe ovviamente molto più economico rispetto all’acquisto di una nuova autovettura, e forse la situazione attuale, a tratti paradossale, potrà essere modificata dalla recente introduzione del pacchetto sulle liberalizzazione del decreto Bersani, capace di cambiare seriamente lo scenario attuale. Al momento qualcosa si è mosso solo a livello locale: da segnalare, in tal senso, l’iniziativa della Provincia autonoma di Bolzano, che prevede un’esenzione dal pagamento della tassa di circolazione per chiunque acquisti un’autovettura dotata di filtro antiparticolato o lo installi successivamente all’acquisto.

L’attuale situazione del mercato
Attualmente la parte più consistente della domanda di ricambio è costituita dai silenziatori, per un motivo piuttosto pratico: a differenza del catalizzatore, l’usura del silenziatore è evidente, a causa dell’inquinamento acustico e del calo di performance dell’auto che ne derivano.
In particolare, la domanda si concentra sulle auto alimentate a benzina, a causa della corrosione dei materiali interni (fino alla foratura del rivestimento del silenziatore), causa molto meno presente nelle auto Diesel; anche i silenziatori, però, stanno subendo un calo di vendite, poiché i nuovi materiali utilizzati in primo impianto (acciaio inox al posto dell’acciaio illuminato) sono più resistenti alla corrosione.
Il catalizzatore, come detto, è poco richiesto come ricambio in AM, a causa soprattutto dell’insufficienza dei controlli fatti periodicamente sul circolante: un mercato che potenzialmente ha ampi margini di crescita, ma che risulta frenato dalla scarsa “educazione” alla cura e alla manutenzione di questo componente.
In ogni caso l’assenza di un sistema legislativo chiaro ha finora penalizzato il comparto, ma l’introduzione del recente pacchetto sulle liberalizzazioni sembra aver gettato le basi per un deciso cambiamento di rotta; un positivo effetto sul mercato AM sarà dato proprio dall’applicazione del decreto Bersani, che spianerà la strada alle soluzioni retrofit riguardanti il sistema di scarico, che si tratti di FAP o di catalizzatore.
Secondo Tenneco, affinché si realizzi un reale e definitivo cambiamento, saranno necessari altri due elementi: una norma che riconosca il passaggio di classe ecologica per tutti i veicoli che adotteranno la soluzione retrofit ed eventuali incentivi per chi sosterrà questa spesa economica.
ArvinMeritor, inoltre, fa notare come manchino ancora, dal punto di vista legislativo, le procedure per registrare sul libretto di circolazione il raggiungimento di un livello normativo più alto in seguito a un intervento retrofit, cosa che invece accade di norma in altri paesi europei, semplicemente allegando al libretto un certificato del prodotto installato. Una soluzione alternativa, e di facile attuazione, suggerita ancora da ArvinMeritor, potrebbe essere la certificazione dell’avvenuta installazione del prodotto da parte dei centri di revisione, senza gravare sulla motorizzazione e le relative lungaggini burocratiche.
Per approfondire l’argomento invitiamo i lettori a consultare i numeri di Febbraio e di Aprile di Notiziario Motoristico.

La gestione dello stock
Uno degli aspetti più delicati del mercato dei sistemi di scarico è rappresentato dalla gestione dello stock a magazzino, perché, data la tipologia e le dimensioni del prodotto, risulta problematico a livello logistico per i distributori e i ricambisti aver sempre disponibili i riferimenti richiesti. I principali attori del mercato si sono dunque adoperati, negli ultimi tempi, per garantire un servizio migliore e ottimizzare tempi e spazi in funzione della soddisfazione della clientela.
In particolare, secondo Tenneco, negli ultimi anni i distributori hanno raggiunto un livello di servizio più efficace nei confronti dei ricambisti, incrementando il numero di consegne e la disponibilità della gamma presso i loro magazzini. Grazie ai nuovi sistemi informatici di trasmissione ordini e di gestione di magazzino, Tenneco è in grado di fornire un elevato livello di servizio e, in futuro, anche la gestione completamente informatizzata e automatica del magazzino, attraverso il progetto VMI (Vendor Management Inventory).
Arvin Meritor sottolinea la recente tendenza (condivisa anche da Sigam), da parte dei distributori, di ridurre progressivamente le scorte di silenziatori. Il supporto che ArvinMeritor fornisce ai clienti italiani si sostanzia in tre elementi fondamentali: frequenza di consegna, gestione dello stock periferico, livello di servizio. ArvinMeritor, dal suo magazzino centrale di Finale Emilia, è in grado di rifornire 2-3 volte la settimana, anche per ordini di piccole dimensioni, tutti i propri agenti o distributori sul territorio nazionale; costoro, attraverso una attenta gestione dei propri stock, sono in grado a loro volta di servire il ricambista in tempi brevi, che vanno dalla consegna effettuata contestualmente alla ricezione dell’ordine a massimo 3-4 ore di attesa.
Dinex Italia, in linea con quanto già fatto da tutte le filiali del Gruppo danese in Europa, ha adottato una politica volta ad alleggerire lo stock dei propri clienti, attraverso un servizio overnight, consapevole dello spazio necessario a gestire il sistema di scarico e i numerosi articoli di cui ormai si compone l’offerta; il servizio consente di spedire, dalla filiale di Giulianova in Abruzzo, qualsiasi articolo, e consegnarlo nell’ambito delle 24 ore.

FAP: una nuova opportunità di business
La vendita complessiva di autovetture Diesel in Italia è in trend positivo da diverso tempo, se si pensa che nell’arco di 10 anni si è addirittura quadruplicata: all’interno di questo segmento, però, di recente, si può notare un andamento del tutto opposto (come si evince anche dal grafico) tra auto Diesel con FAP montato in primo impianto (in crescita verticale) e quelle che ne sono prive.
Nonostante non siano l’unica causa dell’inquinamento atmosferico, l’attenzione aumenta nei confronti degli scarichi Diesel, e l’utente finale è sempre più consapevole dei danni causati dalle polveri sottili. Il montaggio di FAP in retrofit costituisce, dunque, un’opportunità di business aggiuntivo per gli operatori del settore, in virtù, come detto, del continuo aumento in termini di unità del parco circolante Diesel. Tale opportunità avrà la propria “consacrazione” quando l’installazione godrà dei già citati incentivi statali non solo in via sporadica, ma in via definitiva e a livello nazionale.

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