Articoli | 30 March 2012 | Autore: David Giardino

CATI riporta tutti a scuola... di guida sicura

Con una due giorni a sorpresa, CATI reinventa l’incentive, dedicandolo questa volta ai suoi fornitori partner. Protagonisti i responsabili delle principali aziende di componenti, che si sono ritrovati al volante di supercar chiodate per sfidare le insidie del ghiaccio e conoscersi meglio.

L’invito accattivante e a sorpresa con un “non puoi mancare e portati abbigliamento sportivo e caldo” lasciava intendere qualcosa di avventuroso e nuovo. Originale anche il motto che apriva il biglietto: “dediCATI a voi” (dove CATI era scritto con il logo aziendale), proprio a sottolineare che questa volta si sarebbe trattato di un meeting un po' speciale e diverso dal solito.
Certamente solo pochi avevano capito cosa c’era realmente sotto prima di arrivare al luogo dell'appuntamento: un albergo a
Folgaria, dove nel piazzale era parcheggiata una potente Subaru Impreza STI, evidentemente lì non per caso.
È iniziato così l'evento organizzato da CATI, con un primo cocktail di benvenuto dove Marco Sasdelli e Roberto Rossi hanno accolto non i fornitori, ma le persone. Scopo di un incentive così originale, infatti, era proprio il dar voce alla filosofia aziendale di CATI, basata sul principio che non si fa business senza le persone perché è proprio di persone che sono fatte le aziende. In questo caso, quindi, il ghiaccio è stato l'artefice dello “scongelamento” dei rapporti e ha permesso ai presenti di guardarsi negli occhi e sentirsi cordialmente “complici”.
Eccoci dunque pronti a partire. Di buon mattino, tutti in piedi per raggiungere la pista ghiacciata, non vicinissima a causa delle temperature ancora troppo miti per la stagione. Bastava aspettare una settimana per trovarsi in Siberia, ma evidentemente questa non era cosa che si potesse prevedere prima!
Una volta giunti sulle piste, immediatamente i -15 °C che ci accolgono giustificano sia la distanza sia l’abbigliamento consigliato. Dopo un briefing efficace con i nostri istruttori, veniamo divisi in equipaggi, due per macchina che si alternano con un pilota professionista, e... iniziano le danze.
Quattro o cinque giri per uno, seguiti da uno stop per chiarirsi idee e tecniche, e poi di nuovo al volante, in una giostra di sbandate, controsbandate e, a volte, qualche piccolo incidente, che procurava rumorosi schianti degli spoiler sul ghiaccio per il piacere e gli sfottò del gruppo rimasto a terra. Proverbiali le “gufate” alla curva ben fatta, che poi inesorabilmente si trasformava in uno schianto a quella successiva.
Clamorosa la chiamata di Roberto Rossi, corresponsabile con Marco Sasdelli dell’iniziativa, che al passaggio di Carlo Covini commentava: “guarda, guarda che bravo!”, mentre poco dopo la traiettoria si concludeva inesorabilmente su  un cumulo di giaccio e con un “non parlo più” del neo-battezzato “gufo” Roberto.
Durante lo svolgersi dei briefing che interrompevano le nostre performance si delineavano i profili dei più dotati di piede e sensibilità sul volante. Ecco che, a sorpresa, dopo un cauto avvio, emergeva prepotentemente il “mago del pendolino”, mi riferisco a Pier Battista Zambelli, così battezzato dagli istruttori dopo i passaggi perfetti al tornante in fondo al percorso.
Un tornante che ha messo in crisi più o meno tutti i partecipanti, data l’elevata difficoltà delle manovre che andavano adottate.
La compagine era ben diversificata e, pur essendo tutti i protagonisti rappresentanti del settore auto, ben pochi potevano vantare un curriculum automobilistico di rispetto, salvo l’ex rallista Alberto Andriani, che necessitava solo di alcuni suggerimenti. Tra i tanti che hanno “dato spettacolo”, l’esuberante Andrea Ricco, ricordato per “potenza senza controllo”; il tecnico Dario Salvagno, che migliorava giro su giro; l’impassibile Massimo Pellegrino, per la sua guida fluida e compassata nonostante la situazione. In ogni caso, per tutti la difficoltà più grande è stata quella di superare l’effetto “Luchinelli”, anche lui istruttore del camp, che ha trasferito l’agonismo della sua personalità sul volante dei suoi novelli piloti, che a turno capitavano nell’abitacolo del campione del mondo delle 500. L’esperienza del ghiaccio sotto pressione Luchinelli ha avuto effetti impattanti in particolare su Diego Grigoletto, che per almeno una buona mezz’ora si è aggirato con lo sguardo attonito per la baita d’appoggio alla pista, ripetendo le imprecazioni ricevute e muovendo automaticamente le braccia a destra e sinistra come un automa.
Gli aneddoti di questo giorno di puro divertimento e relax sono moltissimi e sarebbe impossibile elencarli tutti, ma ognuno di noi ha sicuramente ben chiari quelli che ha vissuto di persona, soprattutto i momenti passati all’interno degli abitacoli dei bolidi Subaru.
A parte gli scherzi, grazie alla professionalità e alla simpatia di tutto il team messo a disposizione di Andrea Pullè (direttore della scuola Speed Control), l’esperienza passata assieme è sicuramente servita a intuire cosa si può fare con una macchina sportiva e la giusta tecnica, e a rafforzare la qualità delle relazioni anche fra aziende che sono concorrenti sul mercato, ma che possono informalmente avere un rapporto di serena frequentazione, se non di vera amicizia.
Una occasione che sarà sicuramente ricordata e spero sinceramente replicata. Un ringraziamento alla CATI, in particolare a Roberto e Marco, che grazie alla loro intuizione hanno saputo cogliere un aspetto insolito del nostro lavoro: la voglia di stare assieme, unendo con passione ed emozioni la loro filosofia aziendale, fatta di professionalità e di rapporto personale.
Un arrivederci dal “giornalaio”: così sono stato, mio malgrado, battezzato in pista. 


Quelli in pista

Alberto Andriani, ADL Automotive Distributors Italia
Pier Battista Zambelli, Air Top Italia
Diego Grigoletto, Dayco Europe
Dario Salvagno, Dicra
Cristiano Garagna, Federal-Mogul Italy
Vincenzo Giovanetti, Gates  Italy
Renato Zerbini, Metelli
David Giardino, Notiziario Motoristico
Sergio Turra, Remy Automotive Europe
Carlo Covini, SKF
Claudio Barbieri, Sogefi Rejna
Andrea Ricco, Trevi Group
Massimo Pellegrino, TRW Automotive Ricambi Italia

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