Articoli | 01 April 2005 | Autore: David Giardino

Tenneco - Un Aftermarket attento alla progettazione

Sviluppare nuove tecnologie al servizio della sicurezza di guida e della tutela ambientale è l’obiettivo al quale Tenneco Automotive sta maggiormente dedicando le proprie risorse. E l’Aftermarket è in prima linea: in futuro forse gli ammortizzatori elettronici di nuova generazione si monteranno anche sui veicoli tradizionali.

Chi pensa che sviluppo tecnologico sia sinonimo di OEM, non ha sempre ragione. Patrick
Bosschaerts, direttore marketing di Tenneco Automotive per l’Europa e Alex Gelbcke, direttore vendite Aftermarket per l’Europa, ci spiegano perché l’Aftermarket debba essere un settore vitale anche nella progettazione di nuove soluzioni tecnologiche.

Partiamo da Monroe, il vostro marchio di ammortizzatori: come è organizzata la distribuzione? Quali sono le vostre aspettative per il mercato?
In passato Tenneco forniva per 1/3 prodotti di primo impianto e per 2/3 ricambi destinati all’Aftermarket. Di conseguenza il proprio impegno era rivolto soprattutto alla comunicazione. Oggi il 65% dei prodotti Tenneco sono destinati all’OE e il 35% all’Aftermarket. Le prospettive sono dunque mutate e il nostro obiettivo primario è diventato lo sviluppo tecnologico. Naturalmente l’Aftermarket resta per noi un settore di fondamentale importanza, nel quale ci muoviamo sia attraverso la distribuzione diretta sia quella indiretta. Sottolineo che la tendenza attuale è di rivolgersi al distributore. In questo modo, infatti, noi possiamo dedicarci a ciò in cui siamo maggiormente specializzati, lo sviluppo tecnologico, lasciando ad altri l’attività logistica. Si tratta semplicemente di un modo più efficiente di lavorare.

Quali cambiamenti ha prodotto l’introduzione della BER?
Non sono sicuro che l’obiettivo che si prefiggeva sia stato raggiunto. Sui prodotti di primo impianto Tenneco continua ad apporre il marchio del costruttore, riservando il proprio logo a quelli di Aftermarket. La qualità dei nostri prodotti OE e Aftermarket è la stessa: la differenza risiede nella forza di ammortizzazione. Parlando onestamente, posso affermare che gli ammortizzatori che vendiamo in Aftermarket per auto con oltre cinque anni di vita sono di qualità superiore a quelli di primo impianto, anche se vengono dallo stesso stabilimento produttivo: presentano, infatti, una maggiore potenza di ammortizzazione, come richiesto da una vettura che ha superato, appunto, i cinque anni di vita.

Molti dei produttori auto europei hanno esteso la garanzia sulle proprie vetture a cinque anni. Che cosa ne pensate della garanzia “lunga”? Il vostro marchio viene venduto con una garanzia di cinque anni? Quale tipo di accordi avete con le case auto?
Tenneco vende i propri prodotti in Aftermarket con due o tre anni di garanzia, a seconda del prodotto; per alcuni clienti estendiamo la garanzia a cinque anni. In realtà una garanzia autentica – e insisto sul termine “autentica” – riguarda i primi due o tre mesi di utilizzo del prodotto: un difetto di produzione, infatti, si manifesta in questo lasso di tempo, se non nelle prime ore di guida. Di conseguenza, una garanzia di due o cinque anni rappresenta puramente un accordo commerciale.
Il nostro terreno, però, è un altro: l’attenzione alla progettazione. Abbiamo investito molto in ricerca e sviluppo nel campo degli ammortizzatori. E lo sviluppo ingegneristico oggi è importante anche per l’Aftermarket. Per esempio, gli ammortizzatori elettronici che Tenneco produce per l’OE, sono destinati anche ad applicazioni Aftermarket. Stiamo lavorando a soluzioni innovative non solo per la sostituzione degli ammortizzatori elettronici nei veicoli di ultima generazione, ma anche per introdurli sui veicoli tradizionali. Lo sottolineo per dimostrare che l’Aftermarket non sta semplicemente seguendo l’OE: l’Aftermarket è un settore attivo, che sta cercando nuove soluzioni.

Passiamo ai sistemi di scarico e al marchio Walker. La tecnologia sta cambiando il mercato. Quali sono le vostre prospettive?
Va detto che è in atto un declino del mercato, dovuto soprattutto all’alta qualità dei prodotti di primo impianto: l’industria dei sistemi di scarico in Aftermarket ha perso un 10-15%. È interessante, però, il fatto che Tenneco nel 2004 non ha perso fatturato. Questo è stato possibile grazie alle grandi quote di mercato conquistate in Aftermarket dai sistemi di scarico e dai sistemi per il controllo delle emissioni. Le ragioni del successo vanno ricercate nell’ottima offerta e nel dialogo fra consumatori, installatori e la nostra società. Per questo io credo che il mercato dei sistemi di scarico abbia ancora molte possibilità. Probabilmente si verificherà un processo di concentrazione all’interno dell’industria: uno o due protagonisti scompariranno. Ma il settore continuerà a essere vitale.

Abbiamo bisogno di strumenti che controllino il corretto funzionamento dei sistemi di scarico. La tecnologia prevede un simile apparato? Perché, nel caso in cui non funzionasse correttamente, il sistema di scarico, se risultasse danneggiato, andrebbe sostituito...
Il sistema di scarico ha due compiti: la prima parte del convertitore catalitico elimina principalmente i veleni, il particolato; la sua funzione è quella di rendere l’aria pulita. Spetta alle soluzioni realizzate dal settore dell’ingegneristica e al sensore Lambda verificarne il funzionamento. In alcuni Paesi è obbligatorio testare il sistema di scarico ogni due anni, in altri non è affatto obbligatorio. Credo che l’obbligo di testarlo, addirittura ogni anno, sia destinato a espandersi.
La seconda parte del sistema di scarico ha principalmente la funzione di smorzare il rumore. È molto difficile stabilire quando smette di funzionare correttamente: il suono è il solo indicatore a disposizione. E questo è legato a molti fattori, quali la qualità della benzina - tradizionalmente elevata nei nostri Paesi, ma scarsa, per esempio, in Europa dell’Est - e il tipo di distanze percorse. Non contano, infatti, i chilometri percorsi, ma la condensa prodotta, che corrode il sistema di scarico e si elimina meglio sulle lunghe distanze, piuttosto che sui tratti brevi in città.

Esistono dispositivi per controllare anche il corretto funzionamento degli ammortizzatori?
Stiamo lavorando per sviluppare sensori in grado di informare il guidatore sul loro funzionamento. Il principale indicatore, nel caso degli ammortizzatori, è il calore: se manca l’olio, l’ammortizzatore, esattamente come una pompa a secco, si surriscalda. A questo punto si può concludere che probabilmente l’ammortizzatore è deteriorato. E questo dovrebbe potersi vedere direttamente mediante una piccola spia luminosa sul cruscotto: sarebbe un dispositivo determinante per il fattore sicurezza. Quando il sistema di scarico collassa, infatti, lo si avverte dal grande rumore che produce. L’ammortizzatore, invece, non fornisce alcun indizio. L’unico sentore può venire dal sistema ABS, che, in presenza di ammortizzatore deteriorato, funziona più del solito. Al principio si può addurre questo fenomeno a una guida troppo veloce o al manto stradale bagnato e scivoloso; se la strada è perfetta, si controllano le gomme. Se queste sono in buono stato, la causa può essere soltanto il cattivo stato degli ammortizzatori. Il sistema ABS quindi fornisce un valido aiuto: quando l’ammortizzatore non consente più la perfetta aderenza e il contatto dei pneumatici sulla strada, il sistema ABS entra continuamente in funzione. Purtroppo - e questo va sottolineato - molti automobilisti non conoscono l’importanza degli ammortizzatori per la propria sicurezza.

Questo dispositivo di controllo degli ammortizzatori potrebbe entrare in Aftermarket, una volta che gli automobilisti siano diventati consapevoli?
Occorrerà partire dall’OEM. Stiamo lavorando per farne comprendere l’importanza ai produttori di veicoli e naturalmente alla Comunità europea, perché si assuma la responsabilità di sensibilizzare gli automobilisti sull’aspetto della sicurezza connesso agli ammortizzatori. Siamo convinti che possa e debba diventare un sistema di primaria importanza sui veicoli, al pari di già esistenti dispositivi di sicurezza.

Approfondimenti:

www.eu.tenneco-automotive.com

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