Articoli | 01 March 2007 | Autore: Marco Ugliano

Speciale impianti climatizzazione - Formazione a 360° per non spezzare la “catena del freddo”

Il mercato del clima è sempre più spinto dall’invecchiamento del parco circolante: Atale potenzialità va sfruttata con una capillare opera di formazione destinata a ricambisti e autoriparatori, pronti ad assistere i tanti automobilisti ancora privi di informazioni.

Ciò che è emerso da un’indagine svolta tra i principali produttori nel settore dell’aftemarket, per ciò che concerne gli impianti di climatizzazione, è che la manutenzione preventiva, per gli automobilisti italiani, è un comportamento ai più sconosciuto. Ciò dipende dall’insufficiente informazione dell’utente finale sull’utilità di intervenire in maniera programmata sul proprio veicolo, e non solo in caso di danneggiamento all’impianto o in concomitanza con i primi caldi estivi, quando ci si accorge del cattivo funzionamento del sistema.
L’obiettivo primario di tutti gli attori del mercato è, dunque, sensibilizzare il consumatore alla regolare manutenzione del climatizzatore, attraverso un lavoro di formazione specifica dedicata a ricambisti e autoriparatori, anelli fondamentali della “catena del clima”.

Sostituzione componenti: usura e crash
Ma quali sono oggi i componenti presenti all’interno di un impianto di climatizzazione maggiormente soggetti a sostituzione? Se allargassimo il discorso anche agli accessori dovremmo rispondere i filtri abitacolo, per ovvie ragioni di consumo; se invece vogliamo limitare il ragionamento all’impianto in sé, il turnover maggiore si registra per il compressore e il condensatore
Per il primo componente la causa principale resta l’usura, e in caso di sostituzione spesso è necessario sostituire anche il filtro disidratatore e la valvola di espansione. In particolare, è importante ricordare che il filtro disidratatore dovrebbe essere sostituito dopo ogni ricarica dell’impianto, o comunque dopo due anni di funzionamento. Proprio l’incuria del sistema di climatizzazione, come la mancata pulizia dell’impianto, può causare il danneggiamento della valvola di espansione, oppure la mancata ricarica può irrimediabilmente provocare danni al compressore. Quest’ultimo, del resto, è il componente maggiormente sollecitato durante il condizionamento, e soffre dei danni che possono derivare dai suoi elementi, quali usura e rottura di cuscinetti e cinghia di trascinamento, danni ai cilindri, slittamento della frizione.
Per ciò che riguarda il condensatore è importante ricordare che la frequenza di sostituzione è dovuta non tanto a questioni di usura, bensì a casi di incidenti frontali, in seguito ai quali il condensatore è il primo componente a rischiare di essere danneggiato.

Il mercato è già proiettato al futuro
Se per i veicoli industriali e commerciali la dotazione di serie include già da anni il climatizzatore, in questi ultimi tempi anche le autovetture hanno registrato un picco di installazione già in primo equipaggiamento di tale impianto, che riguarda tutte le classi, dalle ammiraglie fino alle utilitarie.
Se si pensa che oggi nove auto su dieci di nuova immatricolazione montano l’impianto di climatizzazione, è chiaro che il mercato del ricambio è sempre più spinto verso una crescita forte, che viaggia di pari passo con l’aumento del numero di auto in circolazione.
Altro elemento da non sottovalutare è il progressivo invecchiamento che sta subendo negli anni il parco circolante delle auto climatizzate: si stima che nel 2007 le auto dotate di impianto A/C con un’età superiore a nove anni costituirà il 18% delle auto circolanti, a dispetto del 4% relativo al 2005. Ciò favorirà indubbiamente il mercato indipendente che, oltre a sfruttare gli effetti del regolamento Monti, potrà puntare sulle vetture con un impianto di climatizzazione “datato” e intervenire su componenti fondamentali come il compressore e il condensatore. Questa situazione durerà presumibilmente ancora per qualche anno, dopodiché il mercato si stabilizzerà fisiologicamente, quando cioè la totalità del parco circolante sarà climatizzato.

Gestione dello stock
Nel settore della climatizzazione, come del resto è già accaduto in altri comparti, si sta verificando sempre più una riduzione delle scorte a magazzino a fronte di una proporzionale riduzione dei tempi di consegna.
Distributori e ricambisti possono effettivamente ottimizzare la gestione dello stock, specializzandosi in determinate categorie merceologiche. Per fare ciò devono tener conto del parco circolante nella propria area di vendita, della tipologia di clientela maggiormente servita e, soprattutto, dei codici a maggiore rotazione: in tal modo è possibile gestire un numero “giusto” di referenze, snellendo il magazzino e avendo a disposizione un minimo di stock che consenta di lavorare con tranquillità.
Una soluzione auspicabile, ma non sempre possibile da perseguire, èquellaattuata ad esempio da Nissens Italia, che consiste nella gestionedellescorteattraverso la metodologia del VMI (Vendor Management Inventory). In pratica l’azienda bolognese si assumela completa responsabilità della gestione dello stock dei clienti, svolgendo la funzione di magazzino peri codici a bassa rotazione.
È importante, inoltre, distinguere tra ricambi disponibili a magazzino destinati ad autovetture e quelli per i veicoli industriali: nei due differenti casi, infatti, i tempi d’attesa accettabili sono diversi, con un’ovvia maggiore urgenza di intervento quando in officina si ha a che fare con un truck, la cui assistenza necessita dunque di una disponibilità a magazzino ancora più precisa e accurata.

Qualità: una questione di valore aggiunto
Decisamente sentito è il problema della qualità: indubbiamente i prodotti provenienti dall’Estremo Oriente influenzano il mercato, a causa della corsa al prezzo più basso fatta da alcuni produttori “dagli occhi a mandorla”; in tal senso va però ben distinto l’esempio di aziende europee che trasferiscono la propria produzione e il proprio know-how in Cina, dando vita ad articoli dagli identici standard qualitativi di quelli prodotti nel vecchio continente, così come alcune aziende asiatiche si dimostrano all’altezza di questi standard. In modo particolare, per i componenti di maggiore movimentazione la concorrenza si fa sempre più agguerrita, anche se spesso la battaglia non si vince solo con il prezzo. Non si deve sottovalutare, infatti, che scegliendo un prodotto a basso costo si rischia sovente di rinunciare non solo alla qualità della produzione, ma soprattutto al valore aggiunto costituito dalla formazione, dallo stock e dal supporto tecnico e commerciale che i produttori europei possono garantire ai propri clienti.

Parola d’ordine: formazione
Proprio la formazione sembra essere al centro dell’attenzione degli intervistati, che ne sottolineano l’importanza sia in termini generali di trasmissione di competenze al mercato, sia come “segreto” per il successo della propria attività.
Come dicevamo all’inizio, vi è una scarsa sensibilizzazione sulla manutenzione preventiva dell’impianto di climatizzazione: da ciò deriva che la maggior parte degli interventi viene svolta in maniera “correttiva” da parte di personale che, tra l’altro, non sempre è pronto e preparato ad affrontare situazioni di estrema complessità tecnica. E proprio sulla formazione fatta a ricambisti e autoriparatori da parte dei principali produttori vale la pena focalizzare l’attenzione, illustrando più in dettaglio le singole proposte.
Autoclima: Per quello che riguarda il processo di formazione sono diversi anni che Autoclima Parts Division organizza corsi periodici di formazione e aggiornamento completamente gratuiti, direttamente presso le sedi dei ricambisti e rivolti anche agli autoriparatori. Questi sono inoltre supportati da un servizio di assistenza e aggiornamento tecnico. Il tutto in un’ottica di completa soddisfazione del cliente, e per permettere agli autoriparatori di raggiungere standard qualitativi molto alti.
Behr Hella Service: Hella mette a disposizione delle officine una hot line tecnica dedicata, composta da personale altamente qualificato, in grado di risolvere eventuali problematiche tecniche cosiddette a “cofano aperto”. Gli stessi tecnici della hot line sono anche i relatori dei corsi che trattano diverse tematiche: principio di funzionamento dei vari componenti, strumenti di diagnosi dell’impianto, simulatore, stazioni di ricarica, nuovi impianti clima, cause di guasto.
CTR group: Il programma di formazione viene proposto attraverso la rete di rivenditori a tutti gli autoriparatori che siano indipendenti o autorizzati CTR Service.
L’obiettivo è quello di creare una rete di officine specializzate nella climatizzazione veicolare, CTR Service, nel rispetto dell’ambiente e a tutela dell’utente finale. L’offerta include una raccolta di manuali tecnici per autoriparatori e una gamma di manifesti/documenti per la ricerca veloce delle informazioni mirati ad agevolare gli interventi rapidi.
Delphi Italia: Delphi Diavia offre un portafoglio di corsi sulla climatizzazione che spaziano dai rudimenti di fisica alla riparazione delle attrezzature passandoattraverso l’installazione di impianti A/C e la progettazione di sistemi speciali. Sono inoltre previsti corsi di aggiornamento per i clienti già introdotti nella refrigerazione.
Denso Thermal Systems: Denso ha lanciato in Italia una rete di officine specializzate nella riparazione dei sistemi di climatizzazione, a nome Denso Clima Service, con lo scopo di offrire a officine e ricambisti, oltre a un prodotto migliore, anche un miglior servizio, in maniera da fidelizzare colui che è il vero protagonista della catena distributiva, cioè il proprietario della vettura. Denso mette a disposizione delle officine tutta la strumentazione e l’attrezzatura in grado di portare l’officina ai più alti livelli tecnologici. Un esempio è il DCS CLIM, uno strumento per l’autodiagnosi, appositamente studiato per la risoluzione dei problemi elettronici dei sistemi di climatizzazione.
FTS: Quando FTS consegna una stazione per la ricarica, mette a disposizione del cliente un tecnico che seguirà l’operatore, istruendolo sul corretto uso dell’apparecchio. Inoltre, annualmente FTS, in collaborazione con Autoclima, organizza dei corsi di formazione, dove vengono spiegate le funzioni dei componenti dell’impianto e soprattutto analizzate tutte le tipologie di guasto, dall’individuazione del problema, alla ricerca della causa che l’ha provocato fino alla sua risoluzione.
Nissens Italia: Nissens Italia sta portando a termine un programma di formazione dedicato a questo settore. Il programma sarà supportato da manuali appositi che resteranno a disposizione dei clienti, i quali potranno contare su operatori dedicati e sullo sviluppo del catalogo elettronico.
Valeo Service Italia: Il programma di formazione e assistenza tecnica in aula e “sul campo” di Valeo Service Italia per la climatizzazione si compone di dieci corsi di formazione in aula, completati dalle visite nelle officine degli autoriparatori. Durate i corsi di formazione vengono mostrati e usati strumenti di diagnosi, brevettati Valeo, come il Climtest2, e l’Airtest, oltre alla stazione di carica. Tra le problematiche riscontrate da Valeo vi è senza dubbio la struttura delle autofficine indipendenti, in genere di dimensioni ridotte.

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