Articoli | 01 April 2006 | Autore: Tommaso Caravani

Competenza e preparazione: con l’autodiagnosi serve ancora più formazione

Il mondo della riparazione sembra non poterne più farne a meno, ma gli strumenti di autodiagnosi possono davvero sostituire l’autoriparatore? Limiti e confini di quello che oramai può essere considerato uno strumento operativo.

Impossibile non averne uno: oggi una officina che vuole operare su vetture recenti deve per forza possedere uno strumento di autodiagnosi, o meglio, uno strumento operativo, poiché anche alcuni interventi di semplice manutenzione non possono più essere eseguiti senza l’ausilio di uno strumento elettronico. Dal canto loro, questi diagnostici sono sempre più evoluti, dall’azzeramento spie alla duplicazione di una chiave di accensione, codifica dei guasti, suggerimenti sulle soluzioni e collegamenti “in diretta” con le centrali operative per risolvere i problemi più spinosi.
Ma lo strumento di autodiagnosi, è bene sottolinearlo, è sempre un supporto alla lavorazione di una vettura; non solo, da quando l’elettronica dell’auto ha iniziato a complicarsi e sono apparsi i primi diagnostici, è sempre più necessario per l’autoriparatore avere conoscenze specifiche dei sistemi su cui deve intervenire. Solo in questo modo, infatti, l’ausilio dell’elettronica può essere un reale vantaggio per gli indipendenti.

Dalla chiave inglese al display digitale
Come tutti gli utensili di officina, anche i diagnostici si suddividono per alcune caratteristiche fondamentali. Se pensiamo a una chiave inglese, ad esempio, le proprietà principali sono che debba essere resistente, inossidabile e, magari, ergonomica. Ovviamente, si tratta di uno strumento semplice e quindi ci aspettiamo poco da lei. Già se pensiamo a un multimetro i parametri da considerare nella scelta diventano molti di più: analogico o digitale? Con che grado di precisione? Con quante scale? E così via.
A tutti i quesiti che possiamo porci se ne aggiunge poi uno decisivo e fondamentale: quanto siamo disposti a spendere?
Ovviamente, fino a che analizziamo strumenti semplici, la questione potrebbe anche essere marginale, ma nel momento in cui ci apprestiamo ad acquistare un diagnostico, cioè un prodotto con caratteristiche e soluzioni tecniche diverse a seconda del produttore, la scelta non può essere casuale.

All in one o per pc
La prima decisione da prendere nella scelta di uno strumento di autodiagnosi è tra una versione all in one e una per pc. La differenza principale è che il primo è un prodotto unico, che per funzionare necessita solamente di batterie cariche e può essere agevolmente trasportato, ad esempio vicino alla vettura, durante i lavori. Questo tipo di strumenti, detti palmari (anche se oramai alcuni modelli hanno dimensioni tali da impegnare entrambe le mani), garantiscono una buona resistenza agli urti. L’alternativa agli strumenti di autodiagnosi, così come siamo abituati a vederli, è rappresentata dai prodotti di diagnosi per pc. Il cuore di uno strumento, infatti, è il software che gestisce le operazioni di diagnosi. In generale questo programma è concepito per “girare” solo sugli strumenti prodotti dalle rispettive aziende, ma oramai quasi tutti prevedono anche delle versioni in grado di funzionare su un normale pc. In questo caso, l’acquisto si limita a un solo connettore, che consente di interfacciare il computer con la presa OBD o EOBD dell’auto.
Questa seconda soluzione è ovviamente più economica della precedente, ma bisogna fare alcune precisazioni. Innanzitutto, è richiesto un computer, il cui costo può variare dalle centinaia di euro di una versione fissa fino a qualche migliaio per un portatile. Se quindi si opta per la versione economica e si possiede un computer fisso, la spesa è effettivamente modesta, ma si perde la comodità di un sistema portatile e bisogna avere una preparazione informatica di base, almeno sui software più diffusi. Anche nel caso si utilizzi un laptop, cioè un portatile, la situazione non cambia molto. In questo caso la spesa non è più trascurabile rispetto a un diagnostico all in one, con la differenza che il pc è molto più delicato e ha un funzionamento più complesso.

Palmare sì, ma come?
Cosa influisce nella scelta di un palmare? Oltre al costo, che ovviamente rappresenta una delle voci più importanti nella valutazione di uno strumento, le caratteristiche tecniche sono assai differenti tra un prodotto e l’altro. Cerchiamo di capire cosa cambia, in modo che chi debba scegliere uno strumento conosca i plus e i minus delle singole soluzioni.
Durante la fase di scelta di uno strumento bisognerebbe, in primo luogo, avere delle informazioni sulla banca dati presente nel prodotto. Purtroppo questo tipo di analisi è quasi del tutto inefficace, poiché ogni produttore utilizza un metodo diverso nell’organizzazione dei dati: per esempio chi divide i sistemi in funzione dei modelli di auto su cui è montata, ha molti più codici di un produttore che utilizza una catalogazione per componentista, eccetera.
Ma se sulla qualità del software e delle funzioni si possono avere delle difficoltà, per effettuare una analisi approfondita alcune considerazioni di carattere pratico possono rivelarsi utili per chi deve acquistare o sostituire uno strumento di autodiagnosi.
Il display, ad esempio, è una caratteristica fondamentale di questo genere di prodotti. Uno schermo ampio e chiaro è sicuramente un fattore distintivo, anche se uno strumento troppo ingombrante potrebbe rappresentare un elemento negativo. Anche la funzione touchscreen presenta vantaggi e svantaggi che ogni autoriparatore deve valutare prima di acquistare il prodotto: sicuramente è semplice e istintivo operare digitando direttamente sul monitor, ma è necessario avere sempre le mani pulite, altrimenti dopo poco tempo il display sarà completamente illeggibile. Sul peso, invece, la scelta è sicuramente più agevole: più uno strumento è leggero, meglio è.
Tra le funzioni proposte è bene verificare che sia prevista una connessione con il pc e la possibilità di aggiornamento on-line o attraverso CD. L’ultima frontiera è, invece, rappresentata dal wireless, che permette il collegamento senza fili, sia con il computer sia con eventuali accessori, come ad esempio l’analizzatore gas di scarico.
L’acquisto è solo il primo passo
Nella scelta di uno strumento di diagnosi è però fondamentale conoscere anche l’offerta di servizi e i relativi costi. Il primo e più importante principio alla base degli strumenti di diagnosi è che si deve saperli usare correttamente. Altrimenti è come possedere un pc, dalle potenzialità infinite, ma non saperlo utilizzare. Ogni strumento ha un suo specifico software e delle particolari procedure per accedere alle varie funzioni. Fare un corso per imparare a sfruttare al meglio le potenzialità dello strumento è sicuramente più che consigliato e, in molti casi, è incluso nel costo dello strumento. Importantissimi sono poi gli aggiornamenti, grazie ai quali è possibile lavorare anche sulle auto di ultima generazione. In questi casi, infatti, questi strumenti non servono solo per diagnosticare eventuali malfunzionamenti, ma anche per effettuare normali operazioni di tagliando. Basti pensare ai sistemi freno brake by wire, che vanno disattivati elettronicamente prima di procedere con la sostituzione delle pastiglie; oppure l’azzeramento spie: una volta effettuati i lavori di manutenzione ordinaria, non vi è altro modo che agire elettronicamente per disattivarle.
Infine, si possono prendere in considerazione, come parametro di scelta, anche i pacchetti accessori, come i consigli sulle operazioni da effettuare, la presenza o meno di un call-center o di una connessione diretta con i tecnici dell’azienda per risolvere problemi anomali, servizi utili nella quotidianità dell’officina e che spesso possono essere risolutivi.

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