Articoli | 01 September 2006 | Autore: Marco Ugliano

I.DI.R.: cinquant’anni d’esperienza al servizio del cliente

I.DI.R. rappresenta una delle realtà storiche del mercato dell’aftermarket indipendente. Abbiamo incontrato l’amministratore Sergio Monzeglio per scoprire progetti e strategie dell’azienda napoletana che, dal 2000, ha sposato il progetto Point Service.

Il claim utilizzato nella presentazione aziendale, “Ricambi in meglio”, dà perfettamente l’idea di un gruppo caratterizzato da un costante “trend” di crescita, e che in virtù di un’esperienza di tanti anni nel settore, ha saputo rinnovarsi e oggi ha la fiducia di oltre mille clienti in Campania, Calabria, Molise e Basilicata, sue regioni di competenza.
Costituita nel 1980, I.DI.R. nasce dall’esperienza della famiglia Monzeglio, che opera nel settore dei ricambi auto dal 1950. Oggi Sergio Monzeglio, amministratore unico dell’azienda napoletana, è al timone di una società che è stata capace di fatturare 22 milioni di euro nel 2005, raddoppiando il risultato ottenuto solo cinque anni prima, a testimonianza della forza di un gruppo che dal 2000 è partner di i.di.a. per lo sviluppo del progetto Point Service Network.
Abbiamo incontrato, presso la sede di Casalnuovo di Napoli, Sergio Monzeglio, per fare un bilancio su quanto fatto fin qui da I.DI.R. e scoprire i progetti e le strategie dell’azienda partenopea, con uno sguardo alla situazione attuale del mercato italiano dell’aftermarket.

Signor Monzeglio, cosa frena oggi nel nostro paese lo sviluppo dell’aftermarket indipendente?
L’aftermarket indipendente oggi in Italia non ha un potere a livello politico. Il problema principale è che la direttiva Monti, mentre in Europa sta dando vantaggi importanti al settore, in Italia viene divulgata con il contagocce al consumatore, soprattutto a causa della pressione politica fatta dalle grandi case automobilistiche.
Se si vuole un aftermarket più europeo c’è inevitabilmente bisogno di una rappresentanza politica più forte nei palazzi che contano, per poter creare una campagna di comunicazione forte e precisa, diretta all’utente finale.

In tal senso la creazione del network Point Service promosso da i.di.a. e di cui I.DI.R fa parte, può aiutare il mercato del ricambio indipendente?
Nel 2000 abbiamo deciso di creare questo gruppo di vendita formato da dieci distributori, ciascuno con la propria area di appartenenza, accomunati da un’amicizia ventennale e dalla stessa filosofia distributiva, quella di vendere attraverso il ricambista.
Il marchio Point Service è stato creato proprio da I.DI.R. nel 1998 con l’obiettivo di realizzare dei centri di revisione, unendo i ricambisti e le loro migliori officine. Le linee di revisione ci vennero fornite da Bosch, che in quel caso scommise sul nostro progetto e oggi è il nostro sponsor principale. Dopo essere stati i pionieri nelle regioni di nostra competenza, abbiamo poi ceduto gratuitamente nel 2000 il marchio Point Service a i.di.a., per far crescere il progetto su scala nazionale ed estenderlo alle officine meccaniche in genere. Così i.di.a. è diventata titolare del marchio Point Service e da allora distribuisce in tutta Italia gli innumerevoli servizi offerti dal nostro network.

Quali sono i punti di forza e il valore aggiunto di I.DI.R.?
Innanzitutto il rapporto consolidato con la clientela, che la nostra azienda ha saputo sviluppare negli anni, forte dell’esperienza di oltre 50 anni nel settore. Non dimentichiamo poi l’innovazione, che da sempre ci contraddistingue, e il rispetto per le persone e per il lavoro che esse svolgono.
I.DI.R investe inoltre tanto in formazione, e l’officina scuola creata presso la nostra sede, dove si tengono corsi teorici e tecnici, è il nostro fiore all’occhiello: oggi la differenza non la fa il prodotto in più o in meno, ma la preparazione che hanno le officine.
Noi forniamo un supporto tecnico che un tempo il riparatore indipendente non aveva: le officine del nostro network hanno una preparazione globale, non monomarca, e quindi per certi versi superiore a quella della concessionaria.

Come è cambiato negli ultimi tempi il rapporto tra distributore e ricambista?
Oggi non siamo più visti semplicemente come fornitori di prodotto: il ricambista crea con noi una vera e propria partnership, perché sa che I.DI.R. interagisce con l’officina fornendole tutti i servizi che le occorrono per essere aggiornata ed efficiente; i ricambisti ci affidano i loro migliori clienti perché si fidano di noi e della nostra esperienza.
Oggi è cambiata anche la percentuale di ordini effettuati via internet: se l’anno scorso un ordine su quattro veniva fatto tramite il nostro sito, oggi addirittura uno su due è inoltrato attraverso l’e-commerce, a testimonianza di un tasso sempre più alto di informatizzazione tra i ricambisti del sud Italia.

Qual è l’obiettivo odierno di I.DI.R.?
Oggi puntiamo a rafforzare il rapporto con i ricambisti sul territorio, attraverso un’accurata selezione dei clienti; è nostra intenzione ridurre entro il 2008 il numero di interlocutori dagli attuali 1.000 a un centinaio circa. Secondo il nostro programma, ogni ricambista dovrebbe avere dalle dieci alle venti officine fidelizzate, per raggiungere così il numero ideale di circa 1.500 officine partner Point Service.
Grazie a questa operazione riusciremo a consolidare la nostra presenza e ottimizzare il rapporto diretto con i rivenditori selezionati: anche se al momento è un po’ presto per parlarne, abbiamo intenzione di creare una sorta di franchising tra noi e il ricambista e tra il ricambista e l’officina, per poter finalmente definire un progetto che costituisca una vera concorrenza per le case automobilistiche.
Oggi le 70.000 referenze che gestiamo coprono quasi l’80% di ciò di cui ha bisogno un’officina per lavorare efficientemente: il nostro obiettivo è quello di raggiungere al più presto il traguardo del 100%, per consentire così a un’officina di potersi affidare completamente alla nostra esperienza, che da cinquant’anni ci permette di trovare soluzioni adeguate a tutte le problematiche del settore.

Approfondimenti:

www.idir.it

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