Articoli | 28 February 2011 | Autore: Tommaso Caravani

Texa - Investire nell’officina per il futuro della riparazione

Dall’aria condizionata alla diagnosi, cercando di coinvolgere l’automobilista, Bruno Vianello ci spiega i piani di Texa e l’evoluzione del mercato.

Il periodo difficile per il mondo delle attrezzature è oramai superato? Impossibile dirlo, ma la sensazione in Texa sembra quella di un'azienda che, nonostante il momento, ha continuato a investire a tutto campo. Lo si è potuto constatare con mano all'ultima edizione di Automechanika a Francoforte, dove allo stand dell'azienda di Monastier di Treviso sono stati presentati nuovi prodotti a “valanga”. Innovazioni che sono nate “durante” la crisi, grazie a una strategia di investimenti in ricerca e sviluppo. I risultati? Uno stand iper affollato e un riconoscimento “ufficiale” da parte della fiera, che ha premiato OBD Matrix con l'innovation award. Uno strumento, quest'ultimo, che merita molta attenzione, perché viene incontro alle esigenze dell'autoriparatore e tiene conto delle evoluzioni del mercato. Un mercato, tra l'altro, molto movimentato: dall'introduzione del nuovo refrigerante HFO1234yf, che inizierà a sostituire l'R134a sulle auto nuove già da quest'anno, fino a un sempre maggiore coinvolgimento di attori fino a ieri estranei al mondo della riparazione, ma che in futuro potrebbero giocare un ruolo centrale nella filiera della manutenzione dell'auto. Abbiamo incontrato Bruno Vianello, titolare di Texa, per approfondire cosa cambierà nel mondo dell'autoriparazione nei prossimi anni. Ma andiamo con ordine e iniziamo la nostra intervista con il prodotto che, almeno tra molti addetti ai lavori, ha destato maggiore curiosità: l'R780, cioè una stazione di ricarica per l'aria condizionata bigas.
 
All’ultima edizione di Automechanika a Francoforte Texa ha presentato una macchina di ricarica A/C bigas. Quando è consigliabile questa soluzione rispetto a due macchine distinte?
Partiamo da un concetto generale: se l'officina deve comprare due macchine distinte nuove spende di più. Fatta questa premessa, dipende dalla dimensione dell'officina. Se, infatti, un'officina ha un lavoro importante nella riparazione dell'automobile e la ricarica del sistema A/C è solo uno dei servizi offerti agli automobilisti, mi sento di dire che conviene acquistare una macchina bigas. Questo perché, in ogni caso, ci sarà una coesistenza di 7/8 anni tra i due refrigeranti e il meccanico deve garantire il servizio anche se un solo cliente si presentasse con un'auto equipaggiata con il nuovo refrigerante. Per un'officina di piccole o medie dimensioni, quindi, la macchina bigas permette di fare una “bella figura”, senza investire un capitale in attrezzature. C'è poi da dire che, anche nel caso di officine di grandi dimensioni specializzate nel service A/C, la R780 Bigas può essere un valido affiancamento a una macchina preesistente e, in un'ottica futura, utile a coprire le vetture più vecchie.
 
Oltre alla Bigas, tuttavia, avete presentato anche delle macchine per il nuovo refrigerante; in questo caso quando conviene scegliere questo tipo di attrezzature?
Tutte le macchine che usciranno dalla nostra linea di produzione a partire da febbraio 2011 saranno disponibili sia per un gas sia per l'altro. Abbiamo infatti investito parecchio negli ultimi anni per riprogettare completamente tutte le nostre stazioni di ricarica, al punto che oggi tutta la nuova serie 700 esce dalla fabbrica predisposta per entrambi i gas; spetta quindi al meccanico decidere per quale gas la vuole configurata. Grazie ai nostri studi, infatti, siamo riusciti a realizzare una macchina che, grazie a un piccolo kit, converte la stazione di ricarica dall'uno all'altro. Il vantaggio di questa soluzione è che, qualunque configurazione sia stata scelta in origine, si può sempre riconvertire la macchina; in questo caso basterà acquistare un secondo kit opzionale.
 
Ma oggi ha ancora senso acquistare un macchina per il R134a?
Sicuramente. Il primo motivo lo ho già detto: i due tipi di gas coesisteranno per un periodo piuttosto lungo; ma il vero cuore del problema è che le auto sono progredite in ogni caso, anche quelle che oggi utilizzano il vecchio refrigerante. Le faccio un esempio: negli anni si è ridotto notevolmente il quantitativo di gas immesso nei circuiti delle vetture. Un tempo si ragionava in termini di kg, oggi di etti, e la precisione stazioni di ricarica è arrivata al grammo. Chi ha una macchina vecchia dovrebbe aggiornarla per dare un servizio all'altezza delle aspettative ai propri clienti. Se poi il meccanico è lungimirante, può optare per una Bigas, altrimenti una macchina della nuova serie 700 che più avanti potrà convertire. Texa ha fatto un investimento davvero importante sulle macchine A/C progettando tutta la gamma, che nella nuova serie sette vedrà numerose importanti innovazioni, sia che essa sia declinata per l'R134a sia che sia destinata a operare con l'HFO1234yf. Basti pensare al riconoscimento automatico del lubrificante, solo per fare un esempio, e al sistema di pulizia automatico. Tutti sistemi che abbiamo brevettato e che pongono queste macchine come un nuovo standard per la ricarica degli impianti A/C. Su tutte le stazioni della nuova linea Konfort, infatti, sono presenti otto brevetti internazionali. Sempre per rimanere in tema con la sua domanda, le faccio un altro esempio: solo con macchine di nuova generazione è possibile operare senza problemi su un campo complesso come quello delle auto ibride.
 
Oltre al settore aria condizionata, Texa è da sempre sinonimo di strumenti di diagnosi e autodiagnosi; cosa dovremo aspettarci per il prossimo futuro?
Noi siamo sempre alla ricerca di soluzioni innovative e utili per i meccanici. Nel 2010 abbiamo compiuto un grande sforzo in termini di ricerca e sviluppo per riuscire a immettere sul mercato Matrix, un'interfaccia di memorizzazione OBD molto innovativa, tanto da meritare la vittoria dell'ambito premio “Automechanika innovation award” nella più battagliata categoria, cioè quella della Riparazione/Diagnosi. Quello che è importante capire è che Matrix è una evoluzione concettuale rispetto a OBD Log. Quest’ultimo, infatti, permette di memorizzare solo le informazioni previste dal costruttore nel protocollo EOBD. Matrix, invece, permette di memorizzare praticamente ogni informazione presente nelle varie centraline dell'auto. Realizzarlo è stato prima di tutto una sfida tecnologica. Abbiamo imparato molto, abbiamo dovuto utilizzare nuove tecnologie e abbiamo dovuto ricorrere anche a dei fornitori specializzati. Tornando alla sua domanda, Texa ritiene che in futuro bisognerà tenere sempre più conto delle esigenze degli automobilisti. Una delle mie convinzioni è che nei prossimi anni verrà alla ribalta il settore assicurativo. Per tutta una serie di ragioni, politiche e sociali, infatti, le compagnie danno e daranno sempre più importanza allo stile di guida degli automobilisti, perché solo attraverso questo dato potranno realizzare delle polizze su misura. Oggi questa attività è già iniziata, ma si usano metodi piuttosto rudimentali, legati solamente alla tecnologia GPS. Aziende come la nostra, invece, possono fornire strumenti come scatole nere reali, in grado di registrare tutti i dati direttamente dai veicoli, senza doverli desumere dal GPS (che comunque sarà integrato).
 
Sembra una tecnologia da primo impianto; puntate a diventare fornitori diretti?
I nostri clienti sono le officine, quindi noi pensiamo prima di tutto a loro; anche questo tipo di strumenti viene pensato per essere installato con semplicità in aftermarket. Poi, se una casa auto dovesse chiederci di integrare la nostra tecnologia nella sua vettura, valuteremo a seconda dei casi. Noi comunque andiamo avanti nella nostra direzione per migliorare la qualità dei nostri prodotti. A questo proposito Texa già da due anni sta lavorando per ottenere una delle certificazioni aziendali più stringenti nel settore automotive: la ISO TS. Questa certificazione ci permetterà di creare prodotti non solo innovativi, ma anche con una qualità elevata e riconosciuta universalmente sul mercato. Non è un caso se questa certificazione è nata per unificare gli standard produttivi proprio delle case automobilistiche. Si tratta di un passo importante per un'azienda come la nostra, ma anche per tutti i nostri clienti.
 
A proposito di investimenti e passi importanti, da poco avete inaugurato una nuova ala nella sede di Texa; perché l'avete realizzata?
Abbiamo costruito la nuova ala per due importanti motivi. Il primo è stato quello di raggruppare il mondo dell'aria condizionata (le cui macchine venivano prodotte in un nostro capannone nella zona) sotto lo stesso tetto. Questo perché con il cambiamento del gas prevediamo un aumento importante della domanda di macchine di nuova generazione. Stimiamo, infatti, che le vendite più significative saranno nei prossimi due o tre anni al massimo, perché proprio in questo periodo ogni officina dovrà dotarsi di una macchina di questo tipo, pena il rischio di perdere una fetta di mercato. La seconda motivazione è che Texa sta puntando anche ad altri settori per vendere i propri prodotti, cioè, come ho anticipato, anche agli automobilisti oltre che alle officine meccaniche. È un obiettivo ambizioso per raggiungere il quale abbiamo creato una nuova divisione, che chiaramente ha bisogno di spazio, risorse e investimenti.

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