Articoli | 30 April 2011 | Autore: Tommaso Caravani

Operazione “aria pulita”

S.I.D.A.T. festeggia i dieci anni di collaborazione per la distribuzione dei filtri corteco micronair in italia: si prospetta un futuro ai “carboni attivi”.

L’importante realtà distributiva dell'aftermarket italiano S.I.D.A.T. Group ha buoni motivi per festeggiare. Lo scorso settembre ha firmato il rinnovo del contratto di distribuzione in esclusiva per l'Italia del marchio Corteco-Micronair, un brand di rilievo internazionale nella produzione dei filtri abitacolo, che è presente in primo equipaggiamento su quasi la metà delle auto immatricolate nel mondo.

Un accordo che rinnova però anche gli impegni da mantenere per far conoscere meglio agli automobilisti un prodotto spesso ignorato come il filtro abitacolo. Eh sì, perché nonostante siano oramai trascorsi più di vent'anni dall'introduzione di questo componente in primo equipaggiamento, il tasso di sostituzione da parte degli automobilisti è ancora basso. Ma qualcosa sta cambiando, ci spiega Giacomo Menzio, automotive filter manager di Freudenberg, gruppo proprietario del marchio Corteco- Micronair. Un segnale importante, ad esempio, è che anche il gruppo Fiat abbia iniziato a segnalare l'importanza del filtro abitacolo all'interno delle vetture.

Un esempio? Nella pubblicità della 500, che strizza l'occhio soprattutto a un pubblico femminile, si fa un diretto riferimento alla presenza del “filtro antipolline”, come a un plus della vettura (anche se oramai lo hanno praticamente tutte le auto di serie). Parlarne, secondo il manager torinese, è importante, perché il vero problema, ancora oggi, è quello di far conoscere la presenza di questo importante ricambio.

 

Un po' di storia

Parlare di filtri abitacolo è oramai una consuetudine per chi lavora nel settore automotive aftermarket, ma si tratta di una “moda” degli ultimi tempi. Fino a qualche anno fa, infatti, solo pochi consideravano questo ricambio una importante fonte di business e solo pochi sapevano a cosa servisse o i corretti tempi di sostituzione. Per questo desta ancora un certo stupore ripercorrere alcune delle tappe fondamentali del filtro abitacolo.

La prima comparsa di questo componente risale al 1989. A montare il primo filtro fu una Mercedes SL. I tecnici Mercedes presero spunto dai sistemi di filtrazione delle cabine di verniciatura delle proprie linee di montaggio e si chiesero se non fosse il caso di proporre un sistema che filtrasse l'aria dell'abitacolo dai pollini. Si trattava di una questione di sicurezza: il polline causa allergie e uno starnuto mentre si guida (magari a velocità sostenuta come era ancora possibile all'epoca) significa decine di metri di guida “cieca”. Così il gruppo Freudenberg, produttore dei filtri per le cabine di verniciatura, creò una specifica linea di filtri che chiamò Micronair. Oggi, nonostante i filtri abitacolo trattengano ancora i pollini, l'attenzione si è spostata molto più sui danni provocati dall'inquinamento. La ricerca dei produttori di filtri, in questi anni, si sta sempre più concentrando sulla capacità dei setti filtranti di trattenere particelle sempre più piccole di smog, le cosiddette micropolveri.

Ma se gli automobilisti percepiscono l'importanza di avere aria pulita nell'abitacolo, è difficile spiegare che “aria pulita” non vuol dire anche “inodore”. Per questo, oggi, sia le case auto sia i produttori di filtri, stanno puntando sui filtri ai carboni attivi.

 

Carboni attivi: la differenza si “sente”

I filtri ai carboni attivi, oltre a trattenere la stessa quantità di polveri dei filtri particellari, hanno il vantaggio di neutralizzare anche i gas, che sono la principale causa del cattivo odore “spinto” all'interno dell'abitacolo dall'impianto di climatizzazione.

Gli automobilisti possono così percepire realmente la differenza tra un filtro particellare e uno ai carboni attivi. La stessa Micronair ha realizzato un piccolo simulatore per far percepire le differenze tra i due prodotti.

Tuttavia, ci spiega Giacomo Menzio, il fatto che un filtro abbia i carboni attivi non vuol dire necessariamente che sia di “buona qualità”. Su questo punto, secondo il manager Corteco-Micronair, infatti, c'è molta confusione. “I carboni attivi -spiega Menzio- sono in grado di trattenere i gas, tuttavia la resa complessiva del filtro è data da più fattori. In primo luogo dalla quantità di carboni attivi presenti nel filtro, poi dalla capacità, in assoluto, di filtrazione del setto”. Una delle strategie di Corteco-Micronair per il prossimo anno è, non a caso, proprio quella di puntare sui filtri ai carboni attivi.

Il prezzo di un filtro ai carboni attivi è in generale parecchio superiore a quello di un normale filtro particellare, “anche del 30-40% in più”, ci spiega Alberto Perino, sales manager di S.I.D.A.T, società che distribuisce i filtri Corteco-Micronair sul territorio italiano. “Tuttavia - continua Perino- gli automobilisti che provano questi filtri rimangono molto soddisfatti e, in generale, sono disposti a spendere qualche euro in più in cambio di un migliore comfort e una maggiore sicurezza per la salute”.

 

Un mercato in fermento

Nonostante il filtro abitacolo sia presente in aftermarket da oltre 15 anni, quindi, il mercato è ancora molto attivo su questo prodotto. Non c'è da stupirsi, d'altronde, se secondo le stime di S.I.D.A.T. il tasso di sostituzione di questo prodotto è circa il 40% del circolante l'anno, il che vuol dire che ogni automobilista fa cambiare il filtro abitacolo in media una volta ogni due anni. In realtà alcuni automobilisti sono diligenti e lo cambiano una volta l'anno (termine che rappresenta il minimo sindacale per la sostituzione), mentre molti altri non lo sostituiscono affatto.

Questo significa che per questo prodotto i margini di crescita sono ancora enormi, così come i margini di guadagno per gli operatori del settore. Un filtro, infatti, pesa poco, è semplice da sostituire e fa guadagnare tanto l'officina quanto il ricambista. Se ne sono ac corte anche le case auto, e oggi ogni concessionaria sostituisce il filtro abitacolo a ogni controllo di una vettura che le capita a tiro. “In questo senso, bisogna dire, le officine indipendenti targate si stanno muovendo meglio -ci dice Menzio. Utilizzando le strategie dell'OES molte officine che mostrano una insegna indipendente riescono a proporre meglio i filtri abitacolo”.

In ogni caso è ancora difficile per un meccanico indipendente riuscire a convincere l'automobilista della necessità di sostituire il filtro abitacolo a meno che dalle bocchette dell'aria non esca un cattivo odore. Per questo S.I.D.A.T. e Corteco- Micronair avvieranno una importante campagna di sensibilizzazione nel corso del 2011, che sarà supportata anche da alcune campagne di sostituzione nei momenti più propizi a tale operazione: prima dell'estate e prima dell'autunno.

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