
La fintech tedesca, oggi presente anche in Italia, ridefinisce l’esperienza di pagamento per dealer, officine e cliente finale. La ricerca condotta con Quintegia svela un cliente sempre più digitale e pronto a pagare in rete anche i servizi post-vendita.
C’è un filo che lega la guida autonoma alla finanza autonoma. È il concetto su cui si fonda Aufinity, la fintech tedesca che sta rivoluzionando il modo in cui si gestiscono i pagamenti nel settore automotive.
“Abbattere la frontiera della finanza autonoma” è più di un motto: è la visione di un modello dove ogni transazione – dal saldo di un tagliando alla caparra per un’auto nuova – può avvenire in modo digitale, automatizzato e trasparente.
Fondata in Germania nel 2018 e già attiva in Italia, Spagna e Francia, Aufinity nasce con l’obiettivo di semplificare, accelerare e automatizzare i processi finanziari dei concessionari. La sigla che la compone, “Au” come automotive e “finity” come fintech, racconta già la sua vocazione verticale per il mondo auto e la spinta all’espansione internazionale.
Dietro la sua crescita c’è una storia pragmatica: i fondatori, dopo aver sviluppato un sistema di pagamento per il mercato dell’usato tra privati, hanno trascorso mesi all’interno di concessionarie a Colonia per osservare da vicino i punti deboli della gestione finanziaria. “È stato lì che abbiamo capito che il pagamento era il vero tallone d’Achille”, racconta oggi Paolo Procacci, Country Manager di Aufinity Italia. Da quel momento l’azienda ha messo a punto una piattaforma capace di integrarsi con i DMS (Dealer Management System) dei dealer, dialogando con i loro sistemi gestionali e rendendo i processi di pagamento finalmente interoperabili.
Dalla Germania all’Europa, una crescita esponenziale
Oggi Aufinity è leader di mercato in Germania e serve oltre 1.800 concessionarie in Europa, con più di 10.000 transazioni giornaliere e un volume di vendite che supera gli 8 miliardi di euro. Nel 2024 l’ingresso nel capitale di PayPal ha dato ulteriore impulso alla crescita, seguito nel 2025 da quello del fondo BlackFin Capital Partners.La governance della fintech è affidata a un board internazionale di esperti che rappresentano esperienze complementari nel mondo digitale e finanziario: Kai Siersleben (Managing Director di Copart Deutschland GmbH), Rolf Dienst (fondatore di Wessel Management), Michael Hock (Partner di Motive Ventures), Aristotelis Xenofontos (Seaya Ventures) e David Parry-Jones (già Senior Vice President in Twilio e DeepL). Un team che incarna la visione globale e multisettoriale della società.
In Italia Aufinity è sbarcata ufficialmente nel settembre 2024 e in poco più di un anno ha coinvolto circa 50 sedi di concessionarie e gestito oltre 15.000 transazioni, a conferma di una crescita trasversale che interessa gruppi come Trivellato, Maldarizzi, Autoindustriale e GMG. “In prima battuta ci siamo rivolti ai dealer, ma l’interesse per la digitalizzazione dei pagamenti arriva oggi da tutto l’ecosistema automotive”, osserva Procacci.
Il cliente italiano è pronto
Per misurare la reale propensione degli italiani ai pagamenti digitali, Aufinity ha avviato insieme a Quintegia una ricerca condotta tra luglio e settembre 2025 su un campione di 4.400 clienti privati e business di officine autorizzate e indipendenti. I risultati parlano chiaro: 7 automobilisti su 10 sarebbero disposti a pagare online tagliandi e manutenzione, mentre il 43% verserebbe digitalmente anche la caparra per l’acquisto dell’auto.Le motivazioni principali? Comodità e flessibilità: la possibilità di pagare ovunque e in qualunque momento (50%) è percepita come il vantaggio più importante, seguita dalla velocità (42%) e dalla trasparenza delle operazioni. La ricerca ha anche messo in luce come la clientela business mostri una propensione ancora più marcata rispetto ai privati, in particolare nei servizi di noleggio e post-vendita, dove il digitale è ormai la norma.
Un dato interessante riguarda la flessibilità di pagamento: il 64% degli intervistati considera importante poter scegliere la modalità più adatta – inclusa la rateizzazione – e il 37% sarebbe disposto a pagare prima della consegna, fidandosi della maggiore trasparenza che la digitalizzazione garantisce. “Il pagamento digitale elimina frizioni, aumenta la fiducia e libera tempo prezioso, trasformando un momento transazionale in un’esperienza di valore”, spiega Procacci.
Dalla cassa al cloud
I benefici per le concessionarie sono tangibili. Secondo i dati raccolti da Aufinity Italia tra febbraio e ottobre 2025, il 31% dei pagamenti post-vendita è arrivato in anticipo e il 25% è stato effettuato con sistemi alternativi come Apple Pay, Google Pay o Klarna.Un esempio concreto è quello degli scontrini generati in accettazione, spesso da riconciliare manualmente a fine giornata: un’operazione ripetitiva e soggetta a errori che, con Aufinity, può oggi essere automatizzata, riducendo tempi e costi amministrativi e garantendo una visibilità immediata dello stato dei pagamenti.
Accanto ai tradizionali sistemi digitali, Aufinity ha introdotto anche il pagamento conto a conto basato su open banking, conforme alla direttiva PSD2 (Payment Services Directive 2). Questa modalità consente la comunicazione diretta tra i conti bancari del cliente e della concessionaria, assicurando transazioni immediate, sicure e completamente tracciabili. Inoltre, la piattaforma gestisce anche la riconciliazione bancaria automatica, eliminando la necessità di interventi manuali e migliorando la precisione dei flussi finanziari.
La chiave è l’integrazione con i gestionali dei dealer, che permette la riconciliazione automatica dei flussi e la visibilità in tempo reale. “Molte soluzioni di pagamento esistono già, ma se non dialogano con i sistemi del concessionario restano strumenti isolati”, precisa Procacci. “La nostra tecnologia lavora in maniera asincrona e si adatta anche a DMS diversi, rendendo più efficiente la comunicazione tra i reparti e migliorando la soddisfazione del cliente.”
Le prospettive per l’aftermarket
Se il modello Aufinity si adatta perfettamente al mondo delle concessionarie ufficiali, dove l’integrazione tra sistemi e volumi di transazioni è elevata, nel settore aftermarket la sua applicazione richiede ancora alcune condizioni abilitanti. La complessità dei sistemi gestionali e la frammentazione del mercato rendono infatti questa tecnologia più adatta, almeno per ora, alle aziende strutturate – come le grandi officine o le carrozzerie organizzate – che dispongono di un DMS integrabile e di un flusso costante di veicoli in lavorazione.Per le realtà più piccole, il potenziale resta elevato, specie per le possibilità di dilazionamento offerte, ma dipenderà dalla diffusione di strumenti gestionali condivisi e dalla maturità digitale del settore. Un processo graduale, che Aufinity osserva con attenzione, nella convinzione che la digitalizzazione dei pagamenti diventerà presto un elemento imprescindibile anche per il post-vendita indipendente.
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