News | 20 November 2012 | Autore: Redazione

Auto storiche: niente redditometro e più in giro

L'ASI (Automotoclub Storico italiano) spinge forte per garantire possibilità di maggiore movimento alle auto con oltre vent'anni, che per giunta non dovrebbero entrare a far parte del redditometro.

Si è svolta lo scorso 16 novembre, nientemeno che in Campidoglio, alla presenza di due presidenti del Consiglio di Stato, Pasquale de Lise e Paolo Salvatore, la sesta edizione del Convegno Nazionale sui Veicoli d’interesse Storico e Collezionistico, organizzato dall’ASI Automotoclub Storico italiano in collaborazione con il CISA Centro Italiano di Studi Amministrativi “Ignazio Scotto”.

Tra i punti discussi, due (sui quali i relatori si sono trovati tutti d'accordo) ci sembrano fondamentali per le ripercussioni che potranno avere sul settore dell'aftermarket.

Primo: il veicolo storico in quanto tale non deve entrare a far parte dei veicoli previsti dal redditometro. In casi particolari effettivamente l’acquisto di veicoli di alto valore, non congruente con il reddito denunciato dall’acquirente, può dare origine giustamente a indagine, ma ciò avviene anche in occasione dell’acquisto di un qualsiasi bene immobile registrato. Secondo: al veicolo storico deve essere garantita possibilità di maggiore movimento.

Le auto d'epoca potrebbero così circolare liberamente per le strade, con la conseguente usura dei componenti e quindi la necessità di recarsi in officina per interventi di routine o meno.

Si tratta di una nicchia, certo, che può costituire così un business ancora più interessante per il mondo della riparazione (si presume indipendente).

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