News | 12 May 2015 | Autore: Redazione

Automotive: l’Est e il mondo

Cresce la produzione a Est, ma il “motore” del comparto è nell’estremo oriente. Cina in testa. 
In sintesi, questo articolo pubblicato sul portale Rassegna Est, illustra i dati Oica e ci aiuta a capire dove le case auto hanno spostato la produzione e quali sono i paesi emergenti.


La produzione mondiale di auto e veicoli commerciali ha sfiorato nel 2014 i 90 milioni di unità, secondo i dati pubblicati nelle scorse settimane dall’Oica (l’Associazione dei produttori di veicoli). Mai a livello mondiale erano state prodotte così tante automobili nei 150 anni di storia del settore.
La produzione a Est segna cifre ragguardevoli. Sono state prodotte nella regione, Turchia inclusa, 4.8 milioni di vetture: il 4% in più rispetto all’anno precedente. Il balzo è principalmente trainato dalla produzione ceca e slovacca. A questo bisogna aggiungere un milione e ottocento mila vetture prodotte in Russia (-13%).
L’Italia (cioè la produzione Fiat sul territorio italiano) segna il passo. Realizza la metà delle auto rispetto al decennio addietro. Repubblica Ceca, Slovacchia e Turchia la superano significativamente in termini di unità prodotte. Può consolare, però, il fatto che dopo ben sette anni negativi il 2014 è stato caratterizzato dal segno più rispetto al 2013 (+6%).
Le gerarchie produttive, nel vecchio continente, sono cambiate in questi anni a una velocità senza precedenti. Nonostante la tenuta della produzione tedesca, si sfornano sempre più auto nei paesi della “nuova” Europa. Le grandi case dell’automotive hanno rivitalizzato alcuni marchi locali. La ceca Skoda è in mano alla Volkswagen, la rumena Dacia è controllata dalla Renault, mentre la fabbrica serba di Kragujevac, un tempo officina centrale della Zastava, è passata alla Fiat. Ma i motivi principali del travaso, più nel ridare linfa a vecchi marchi, sta nei fattori di costo. Conta anche, va detto, la prospettiva di mercato. A oggi i maggiori beneficiari di questo travaso produttivo sono stati i paesi Visegrad, tanto che si è creato una sorta di distretto dell’auto, che dà corpo e forma a utilitarie, come a Suv e auto di lusso.
La corsa verso l’Est ha riguardato sì le grandi casate, ma anche i loro fornitori (i cosiddetti fornitori Tier1). Anch’essi hanno preso la via dell’Est. I fornitori non producono solo parti individuali e singoli moduli. Hanno infatti responsabilità nell’ideazione e nello sviluppo di sistemi complessi, tant’è che circa il 75% del valore di un’auto deriva dalle loro attività.
Eppure, a Est, lo scenario non è più così roseo come un tempo. La produzione in Polonia (dove anche la Fiat ha tagliato e lasciato a casa parecchi lavoratori), Ungheria e Slovenia, è inferiore rispetto al 2008. La crescita non è più per tutti.
Diversa la situazione nell’altra parte emergenti di mondo: l’area Bric. Qui viene realizzata un’auto su tre, a livello globale. La Cina produceva nel 2000 tante vetture quante l’Italia, ora ne assembla 33 volte tanto. Un quarto della produzione complessiva a livello mondiale, in altri termini. Nonché il primo mercato al mondo.
Al contrario, l’output nella “triade” – Stati Uniti, Europa, Giappone – si è in pratica dimezzato.




Una vecchia auto sovietica nelle campagne ucraine (Archivio Rassegna Est)


(Fonte: Rassegna Est)

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