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Insomma, un buon risultato per l’amministrazione pubblica e anche per quei cittadini che hanno cambiato la vettura, sfruttando gli eco-incentivi statali, che poi si sono visti negare la possibilità di circolare, nonostante non ci sia una ragione vera che sostenga una così grave decisione. Sappiamo che l’auto è sempre colpevole, ma è noto grazie alle numerose ricerche sul tema, che l’apporto di PM 10 nelle città dato dai veicoli è circa del 10%, mentre più del 40% è prodotto dai riscaldamenti civili di case poco (o per niente) coibentate e con impianti a gasolio spesso ancora risalenti ai primi anni 70.
I Diesel di ultima generazione sono ad oggi i veicoli che emettono le minori emissioni sia di inquinanti sia di CO2: impedirne la circolazione a favore degli altri è pura follia.
Se si volesse davvero incidere significativamente sul problema, che guarda caso si ripresenta con puntuale drammaticità quando le temperature scendono e la pressione atmosferica sale, basterebbe prevedere una obbligatorietà, incentivata con maggiori benefici fiscali, per tutti i cittadini, amministrazione pubblica per prima, a riqualificare sotto il punto di vista energetico gli stabili e sostituire i vecchi impianti termici in primo luogo! Invece nulla viene fatto, e neppure programmato, da quei comuni che si tingono di verde grazie a questi assurdi provvedimenti ristrettivi. Se fossero mossi da una vera pulsione verde, sarebbe molto più utile per l’ambiente vietare il commercio di frutta fuori stagione; così il mondo potrebbe evitare tutta la CO2 e gli inquinanti che ciò comporta. I nostri palati potrebbero riscoprire quanto è buona la frutta mangiata nel periodo della sua maturazione locale, evitando così di aggiungere lo zucchero sulle fragole per farle diventare dolci a gennaio…