Opinioni | 13 November 2020 | Autore: David Giardino

Il 2020 non finirà a dicembre
Il clima generale provocato da continui DPCM, crea rallentamenti anche nel settore del post-vendita autovetture, che per peculiarità specifiche ha subito meno di altri i danni economici di questo lungo periodo di incertezza. Le previsioni di una chiusura a fine anno decisamente migliori delle previsioni di primavera hanno per molti significato una ulteriore conferma della propria capacità di navigare il mercato anche in acque agitate, una occasione per verificare l’efficienza dell’azienda e degli strumenti a sua disposizione.

Questa analisi ha rafforzato gli strumenti di controllo interni, cambiato l’approccio al mercato atto a rafforzare il rapporto con i clienti sui quali vale la pena investire e abbandonare quelli che per sforzo o per valore non è più opportuno servire. Il mercato si sta dunque ulteriormente polarizzando, creando protagonisti che crescono con nuovi investimenti interni e altri che preferiscono la strada delle acquisizioni; tutto questo senza esclusione di colpi a volte davvero molto al di sotto della cintola. Il mercato è mercato e la sensazione di molti è che la sua forma di domani la si stia costruendo oggi. I protagonisti di questo cambiamento sono sia attori finanziari, che si sono affacciati in questi ultimi anni, sia volti noti di imprenditori che conoscono bene la materia e i suoi protagonisti.
Avere la liquidità necessaria per fare acquisizioni è come al solito la cosa più importante, ma sicuramente oggi è più facile ammorbidire le posizioni che solo poco tempo addietro sarebbero state inconciliabili, proprio grazie a questo aspetto.

Pur non avendo la distribuzione finito la sua inerzia aggregativa, il testimone sembra si sia trasferito anche alla fascia sottostante dei ricambisti; così che le conseguenze portate dal 2020 sembra non debbano finire proprio a dicembre.

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