Opinioni | 16 May 2025 | Autore: David Giardino

L'editoriale di David Giardino: "Navigazione a vista"
La sequenza di eventi che stanno caratterizzando i primi mesi del 2025 sono così numerosi e con conseguenze così imprevedibili che non lasciano neanche il tempo di analizzarli e di metterli in relazione con una o più possibili conseguenze; dai dazi trumpiani, che ci sono e non ci sono a seconda dell’ora e del giorno, alle guerre locali, che si accendono velocemente, ma non si spengono così facilmente come si vorrebbe, al riarmo europeo promesso, ma ancora tutto da sviluppare.
 
Le potenziali conseguenze economiche che questa incertezza comporta non sono facilmente prevedibili, tranne, certamente l’isteria dei mercati borsistici, che solo negli USA fra il 3 e il 4 di aprile hanno bruciato 5,4 miliardi di capitalizzazione; per capire meglio stiamo parlando di più due volte il valore del PIL Italiano!

Saper prevedere cosa ciò possa comportare nel medio periodo non è certo facile, ma che questo fatto già da solo non porti delle conseguenze a livello internazionale non è certamente da escludere. 
Rimane latente l’ancora irrisolto sviluppo del futuro del green deal europeo, che deve fare ora i conti con una più esplicita posizione dei produttori cinesi, che se lasciati a mano libere non avranno certamente problemi a mangiarsi in poco tempo il settore industriale automotive indebolito da una mancanza di lucidità e di strategia nel futuro. 

Per salvare “capre e cavoli” bisognerebbe certamente affrontare, anche noi europei, il tema irrisolto degli scambi commerciali con i paesi a minor costo industriale, che permetterebbe all’industria locale di poter confrontarsi ad armi pari con paesi dove il costo dell’energia e del lavoro hanno valori non comparabili a quelli del Vecchio Continente.

La crisi permanente della vendita di veicoli nuovi da parte dei costruttori auto, non potrà che comportare una maggiore pressione sul post-vendita, dove le condizioni di sconto dei ricambi originali stanno pericolosamente lambendo la soglia della competitività con l’IAM. 

Questa tendenza, che non potrà esaurirsi velocemente, comporterà dei confronti inediti con attori molto strutturati. Per questo la relazione della filiera distributiva deve necessariamente rafforzarsi; la strada che la distribuzione indipendente dovrà percorrere è ancora molto lunga, anche se oggi la consapevolezza degli operatori è sicuramente maggiore.

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