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I “trend” di mercato fotografati da GiPA che illustrano il passato, ciò che è stato, possono essere una indicazione per il futuro, ma è sufficiente accettarli passivamente per quello che indicano?
Le attività sottostanti che li determinano sono la somma del nostro agire quotidiano, non in astratto, ma concettualmente siamo noi che con i nostri acquisti, le nostre scelte, li deteniamo. E allora non volendo allargare troppo il perimetro, se ci concentrassimo su ciò che può aiutare il nostro settore a garantirsi il futuro?
Se l’e-commerce B2B ha penalizzato il commercio in molti comparti della vendita al dettaglio, non ha potuto ancora incidere nel mondo della riparazione per via della sua complessità nella individuazione dei ricambi; questa realtà non è certo un nostro merito.
Cosa allora possiamo fare attivamente a favore del nostro mercato, per non dover subire “trend” sfavorevoli nel futuro?
Comprare autovetture full electric, per esempio, non è certamente d’aiuto al mercato della manutenzione, anche solo per la ridotta longevità di questi prodotti.
Un’altra buona regola sarebbe quella di utilizzare fornitori coincidenti con il proprio modello distributivo, emarginando gli altri all’essenziale dei ricambi captive e null’altro.
Queste scelte, a volte antieconomiche, dovrebbero essere la regola se non si vuole poi lamentarsi per l’apertura di un negozio concorrente da parte di questi operatori finanziata per giunta dai propri acquisti!
L’approccio meno speculativo e più collaborativo fra diversi livelli della distribuzione non può che essere la scelta perseguita da tutti quegli operatori che vogliono concretamente orientare il trend del futuro del nostro mercato.