Articoli | 03 September 2012 | Autore: Giorgio Spolverini

Sulla tenuta... non si scherza

Si allontana sempre di più il traguardo della loro sostituzione.
Gli ammortizzatori però non è bene che facciano troppi “straordinari”. Kyb raccomanda di cambiarli almeno secondo quanto prescritto dal costruttore, perché altrimenti si rischia…

Nascosti come sono lì dietro alle ruote e ai dischi freno, spesso gli ammortizzatori, si sa, vedono allontanarsi sempre di più il fatidico momento della sostituzione. Già. Perché in effetti le gomme lisce si vedono (e sentono alla guida), i freni quando sono consumati… non frenano più. Ma gli ammortizzatori? Nella maggior parte dei casi, secondo Kyb, uno dei più importanti player a livello mondiale, si trascurano. L’automobilista, soprattutto in epoca di crisi, cerca di risparmiare su questo (come anche altri) componente, facendogli compiere un’overdose di extra-lavoro. Impensabile, per qualsiasi altro componente di consumo. Eppure l’olio si cambia o si controlla. Certo, perché c’è lo spauracchio di incorrere in danni che si potrebbero rivelare costosissimi, come il grippaggio del motore. Lo stesso discorso vale per la cinta di distribuzione…

Cambio ogni 80.000 km, come la cinghia di distribuzione
Insomma, gli ammortizzatori andrebbero cambiati ogni 80.000 km. Per questo sarebbe ideale che l’autoriparatore ricordasse al cliente a ogni tagliando l’importanza a livello di sicurezza (e anche di consumi) di questo componente, che insieme a gomme e freni assicura il collegamento della vettura a terra. In altre parole, la tenuta di strada. Bisognerebbe spingere da matti sulle campagne d’informazione. Non solo dovrebbero farlo i produttori di ammortizzatori, che però così sembrerebbero troppo di parte, ma anche i costruttori di veicoli, le società autostradali, gli enti pubblici e in generale le istituzioni che salvaguardano la salute e la sicurezza dei cittadini.

Ammortizzatore vecchio = KO prestazioni
Come si dice in termini giornalistici, “bisogna essere sempre sul pezzo” per spingere su un prodotto come questo. Spesso chi guida non si rende conto di quale forte legame ci sia tra l’ammortizzatore e la sicurezza. Occorre spiegare che le sospensioni in cattive condizioni possono vanificare l’effetto di sistemi di sicurezza come il controllo elettronico delle sospensioni (ESC). Gli ammortizzatori scarichi allungano la distanza di frenata. Una molla usurata può rompersi senza preavviso causando la perdita di controllo del veicolo. Tutti suggerimenti che l’autoriparatore dovrebbe fornire, ma che comprensibilmente per mancanza di tempo non fa.  

La revisione periodica non aiuta, ma… il libretto sì
In fase di revisione periodica purtroppo l’ammortizzatore non è soggetto a verifica. L’unica consolazione è il manuale d’uso e manutenzione dell’auto. La maggior parte dei costruttori fornisce, in base al tempo o ai chilometri percorsi, determinati interventi da eseguire. La necessità di cambiare gli ammortizzatori dopo 80.000 km è ribadita all’interno di questi libretti. Sicuramente i costruttori di veicoli capiscono che promuovere la diffusione di informazioni utili per la sicurezza è un’azione che gli automobilisti sapranno apprezzare. 

Degli accessori non se ne parli neanche, anche se all’estero…
Molle e kit accessori sono considerati in Italia più come completamento di gamma che come parte da sostituire con un minimo di periodicità. Trattandosi di prodotti che migliorano le prestazioni degli ammortizzatori nel tempo, si confida che la loro importanza venga compresa da un numero sempre maggiore di autoriparatori e automobilisti, attraverso corrette comunicazioni e azioni. Come quelle in Francia: i distributori (i ricambisti non esistono) se non si cambia il reggispinta, per esempio, non garantiscono l’ammortizzatore all’autoriparatore. In paesi come la Germania (e addirittura la Romania), quest’operazione non ha bisogno di essere “spinta” perché l’autoriparatore è già mentalizzato. In Italia, forse per via della crisi, prevale ancora un po’ la tendenza a fidelizzare l’automobilista facendogli i conti in tasca…

Approfondimenti:

KYB Italy

Primo impianto e aftermarket: KYB inaugura l’ufficio di rappresentanza in Romania

KYB Italy: ammorizzatori fondamentali per l’ESC

KYB, l'anima “green” degli ammortizzatori

Photogallery