Articoli | 16 June 2020 | Autore: Giorgio Spolverini

​Batterie auto: mai sottovalutarle

Molti automobilisti, soprattutto dopo il periodo di quarantena (leggi fermo macchina), avranno purtroppo toccato con mano quanto sia indispensabile la batteria per l’avviamento e la sicurezza della vettura. Per questo è bene dedicare loro attenzione, consigliandoli per il meglio.
 

Soprattutto in quest’ultimo periodo, a causa del Covid-19, molti automobilisti al momento di riavviare l’auto dopo un lungo periodo di completo fermo, avranno avuto la stessa spiacevole sorpresa: batteria scarica, niente avviamento.

La batteria, soprattutto nelle auto moderne, svolge un compito sempre più essenziale per l’avviamento, ma non solo: se scarica infatti, non è più possibile inventarsi altro per accendere il veicolo (fino a un po’ di tempo fa si poteva ovviare a questo problema con la classica spinta a marcia ingranata… una soluzione ora non più praticabile).
La batteria oggi si scarica fisiologicamente a causa degli assorbimenti dell’auto o dei troppi cicli di ricarica svolti.
 

Più tecnologica sì, ma ancora niente miracoli…

Come si è evoluta l’auto, anche la tecnologia della batteria si è sviluppata radicalmente negli ultimi anni, rendendo questa parte un organo spesso sottovalutato a cui però vanno per forza profuse certe attenzioni.
La sostanza di fatto non cambia: la batteria è sempre di forma rettangolare ed è dotata del suo polo negativo a cui è collegato un morsetto facilmente rimovibile, che porta la massa al telaio, e di quello positivo, a cui è collegata una morsettiera, che può integrare fusibili da cui dipartono più cavi in direzione dei servizi.
A parte questo, non tutte le batterie però sono uguali: esistono per esempio le batterie per i veicoli sprovvisti di sistema Start&Stop, che sono quelle più tradizionali, ovvero dotate di piastre ed elettrodi immerse in acido libero.

Per le auto dotate invece di sistema Start&Stop sono espressamente dedicate le batterie AFB e AGM, in pratica una versione migliorata delle S.L.I., che integrano un separatore inerte poroso tra le piastre per raddoppiare la resistenza nei cicli di ricarica.
 

Meglio AGM, se possibile

Le batterie AGM in particolare migliorano ulteriormente lo stato dell’arte delle batterie poiché la loro tecnologia prevede la presenza di un separatore assorbente in fibra di vetro tra le piastre, che aumenta la superficie di contatto tra gli elettrodi e l’acido (elettrolita).
A parità di dimensioni quindi, le batterie AGM forniscono più energia, spunto e durata, mediamente tre volte superiore rispetto a una convenzionale batteria.

Le batterie AFB e AGM prevedono poi la presenza di un circuito dedicato che ne monitora lo stato, quindi qualora si dovessero verificare problemi è sempre bene che l’autoriparatore sconsigli all’automobilista di intervenire perché quest’ultimo non sarebbe molto probabilmente in grado di eseguire il necessario allineamento con l’elettronica di bordo.
 

L’energia che serve per mantenere “viva” l’auto…

La batteria è in pratica un vero e proprio contenitore: ignorando temporaneamente il voltaggio nominale di 12 V, gli Ampere sono la capacità totale di tale contenitore; il liquido contenuto è l’energia disponibile pari alla percentuale di carica, mentre lo spunto è la capacità di far uscire il massimo dell’energia in un tempo breve.
Questa precisazione è doverosa per affermare che la batteria in buone condizioni mantiene sempre la capacità totale.
Se invece per qualche motivo la batteria è usurata, questa non è in grado di mantenere la capacità e succede che al momento di richiedere spunto, non sia più in grado di fornirlo, con il risultato per l’automobilista di rimanere appiedato.

Come anticipato, la batteria ad auto fredda e spenta si scarica per via dell’immancabile assorbimento, che può variare da 0,1 a 1 Ampere per ora.
Se un’auto quindi dovesse disporre di 65 Ah e assorbisse 0,35 Ah, in 7 o 8 giorni di fermo vettura ci si ritroverebbe con la batteria completamente scarica.
 

Batteria scarica? Prevedibile fino a un certo punto…

La batteria scarica è facilmente riconoscibile e in genere non preavvisa: oltre a essere impossibilitati ad avviare il motore, potrebbero accendersi alert sul quadro strumenti oppure si può constatare lo stato dal piccolo “occhio” in dotazione su molte batterie, che cambia colore a seconda della condizione.
Altrimenti, si può utilizzare un multimetro per misurare la tensione della batteria per confrontarla con i valori nominali.

In media, nelle auto dotate di sistema Start&Stop, si può facilmente rilevare che a motore spento il veicolo può assorbire anche 60 Ah con quadro, luci e climatizzatore accesi contemporaneamente.
Per questo è indispensabile che le moderne autovetture utilizzino specifiche batterie, in grado di contenere più energia possibile, erogarla in assenza di supporto motore e ricaricarsi velocemente appena il motore si riavvia.
 

Il fermo macchina non giova alla “salute” della batteria

In ogni caso, se si prevede di lasciare l’auto ferma per giorni, si possono mitigare le difficoltà o impossibilità di avvio dovute alla bassa carica della batteria, in assenza di altri problemi legati all’usura: si può quindi ricorrere a un caricatore automatico, aspettando i dovuti tempi necessari per la ricarica, oppure impiegare uno starter per un avviamento d’emergenza o dei cavi tra le batterie di due diverse auto.

Si tratta di operazioni facili che però sono sconsigliate da chi “mastica” poco il “fai da te”: l’accortezza principale è naturalmente quella di rispettare la corretta polarità.
Il collegamento del negativo in particolare sarebbe opportuno che avvenga al polo della batteria corrispondente e non al telaio e conviene successivamente al collegamento mantenere in moto la vettura “donatrice” durante la fase di avviamento dell’auto con la batteria scarica.
Non è mai consigliato poi lasciare accesa l’auto da ferma per caricare la batteria per evitare possibili problemi a catalizzatori e filtri antiparticolato, che senza il carico motore non raggiungerebbero mai la perfetta temperatura d’esercizio.
 

Il mantenitore di carica, un aiuto indispensabile…

Il mantenitore di carica, fra tutti, rimane in definitiva la soluzione più efficace onde evitare eccessive scariche della batteria che possono avvenire in lunghi periodi di fermo o semplicemente dimenticando una piccola lampadina di cortesia accesa.
Reperibile per pochi euro, il mantenitore di carica è progettato apposta per rimanere sempre connesso alla batteria per lunghi periodi, in quanto eroga corrente a una tensione più bassa (poco meno di 13 V) rispetto a quella di ricarica normale del motore (oltre 14 V) e mantiene la batteria a uno stato di capacità del 95% senza far evaporare l’elettrolita.
Inoltre, tale accessorio integra spesso un circuito di desolfazione che dissolve eventuali cristalli di solfato di piombo dannosi per la batteria.

Insomma, la raccomandazione è sempre la stessa, a parte quella di scegliere batterie di qualità: intervenire principalmente per il mantenimento del buono stato della batteria, in quanto l’accumulatore è un componente molto delicato da cui dipendono tanti servizi elettronici e con cui la centralina dialoga in modo attivo e continuo.
Per questo, è sempre bene che la manutenzione o la sostituzione avvenga presso un autoriparatore professionale che sia in grado di allineare esattamente la centralina, la batteria e tutti i sistemi ad essi connessi.
 

Master batterie all’università e tanta ricerca

Se persino il Politecnico di Torino lavora su master per la formazione di ingegneri specializzati nel settore batterie, vuol dire che l’argomento è senz’altro di completa attualità oggi giorno, con l’avvento anche delle vetture elettriche o ibride.
Inoltre, gli elettrauto sono chiamati a un aggiornamento delle loro competenze, per poter operare sulle auto elettriche e sulle relative batterie più potenti e ingombranti rispetto alla classiche 12 V.
La ricerca punta a ottenere nuove batterie dalle caratteristiche sempre più innovative, con maggiore densità di energia e durata, nonché più sicure. Speciali sensori per esempio servono a monitorare lo stato delle singole celle.
 
 

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Tags: batteria

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