Articoli | 09 July 2025 | Autore: Alessandro Margiacchi

Exide Technologies: la 12 V è più viva che mai

All’ultima edizione di Autopromotec abbiamo incontrato Guido Scanagatta di Exide Technologies, per fare il punto su novità di prodotto, strategia comunicativa, riciclo e transizione elettrica. Al centro: la rivalutazione della batteria a 12 Volt, l’importanza della formazione tecnica e il ruolo chiave del riciclo nella sostenibilità del settore.


Nel mondo automotive, l’elettrificazione non significa necessariamente dire addio alle batterie tradizionali. Anzi, la batteria a 12 Volt è oggi più che mai al centro di una trasformazione tecnica e comunicativa.

In occasione della trentesima edizione di Autopromotec a Bologna, abbiamo visitato lo stand di Exide Technologies, realtà storica nel settore, per capire come sta cambiando il modo di pensare, scegliere e raccontare le batterie.

A guidarci tra le novità, Guido Scanagatta, Director Product Management & Application Automotive, che ci ha parlato della nuova gamma, del progetto formativo concretizzato in fiera dall’“Academy Corner”, dell’impegno nel riciclo e delle sfide legate alla transizione elettrica.

Quali sono le principali novità che avete portato a questa trentesima edizione di Autopromotec, sia a livello di prodotto sia di strategia comunicativa?
Abbiamo introdotto diverse novità, soprattutto nella gamma auto, completamente ripensata sia nelle etichette sia nei contenuti tecnici. Il nostro obiettivo è quello di rendere la scelta della batteria più intuitiva e mirata, fornendo indicazioni più chiare e strumenti di supporto per la distribuzione. Per questo, all’interno dello stand abbiamo allestito a corollario un “Academy Corner” dedicato alla formazione: un progetto su cui investiamo molto, per affiancare il lavoro di ristrutturazione delle gamme e rispondere sempre meglio alle esigenze del mercato.

Un aspetto su cui ci siamo mossi per primi riguarda proprio le etichette. In un momento in cui il settore punta alla semplificazione e alla riorganizzazione delle informazioni, abbiamo scelto un nuovo approccio comunicativo. Nei nostri training spieghiamo, ad esempio, il ruolo sempre più centrale della batteria a 12 volt nei veicoli elettrificati: non è più solo una questione di “start and stop”, ma una componente fondamentale che supporta numerosi sistemi a bordo.

Molti pensano che, con l’avvento dell’auto elettrica, il mondo delle batterie tradizionali, come quella a 12 Volt, sia destinato a scomparire. Ma in realtà, è vero il contrario.
Esattamente. La batteria a 12 Volt non morirà, anzi sta acquisendo un ruolo sempre più rilevante. È indispensabile infatti per il funzionamento di molti sistemi di bordo, dai sensori alle telecamere, dai radar ai sistemi di sicurezza, che restano attivi anche quando il veicolo è fermo. La batteria di trazione, che alimenta il motore elettrico, è principalmente attiva durante la marcia, mentre tutto il resto è gestito dalla batteria a 12 Volt.

Stiamo quindi assistendo a un’evoluzione non solo tecnica, ma anche comunicativa: cambiano contenuti, forma e linguaggio con cui si parla di batterie. Per questo abbiamo aggiornato training, etichette e materiali di marketing, con l’obiettivo di spiegare in modo chiaro le applicazioni e i vantaggi delle batterie a 12 Volt. Anche il nostro marchio è stato rinnovato per rispecchiare questa nuova fase, più chiara e formativa.
A livello visivo, ad esempio, abbiamo introdotto un codice colore per identificare facilmente le diverse tecnologie: viola per le AGM, arancio per le EFB e giallo per le Premium, Excell e Classic. È una semplificazione pensata per agevolare e rendere più semplice il lavoro di distributori e officine, riducendo gli errori di montaggio.

Il tema del riciclo delle batterie è sempre più centrale, soprattutto in relazione alla sostenibilità delle auto elettriche. Qual è la vostra posizione e quali azioni concrete portate avanti per una gestione responsabile delle batterie a fine vita?
La normativa è molto chiara: il regolamento batterie, che trova applicazione in Italia con il Decreto Legge 188/2008, ora in corso di revisione, impone ai produttori e importatori di finanziare la raccolta delle batterie esauste. Questo significa che il cliente finale non sostiene costi aggiuntivi diretti per lo smaltimento: è il produttore a farsi carico del ritiro e del trattamento.
In Italia il Ministero sta aggiornando questo regolamento, ma il principio resta lo stesso. Noi dichiariamo annualmente al Ministero e al Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori quante batterie mettiamo sul mercato e possiamo aderire a un consorzio o gestire la raccolta direttamente.

In Exide abbiamo scelto di operare in autonomia con il sistema “New Life”, offrendo ai clienti la possibilità di iscriversi a un consorzio oppure attivare il nostro servizio diretto di ritiro per il quale collaboriamo con trasportatori autorizzati. Questo modello mira non solo al rispetto della legge, ma anche alla responsabilizzazione dell’intera filiera.

Parlando di riciclo, il piombo è uno dei materiali principali nelle batterie tradizionali. Quanto è importante questo materiale nel ciclo di vita delle batterie?
Il piombo è fondamentale e molto prezioso. Rappresenta circa il 65% del peso di una batteria e può essere riciclato all’infinito senza perdere qualità. Il suo valore si aggira tra i 1.800 e i 2.000 euro a tonnellata, il che rende il recupero estremamente conveniente.

Grazie a questo, le batterie al piombo vengono raccolte praticamente al 100% nei mercati principali, soprattutto in Europa e America. È tra i prodotti più riciclati al mondo, con un tasso di recupero che secondo i dati europei supera il 99%: nulla perciò viene sprecato. Questo è un esempio virtuoso di economia circolare, che da decenni riduce le emissioni di CO2 e aiuta a rendere i produttori europei meno dipendenti dalle materie prime estere.
Nel nostro caso, raccogliamo le batterie direttamente in Italia e le conferiamo a fonderie locali, garantendo così un ciclo di riciclo molto breve ed efficiente; un valore aggiunto sia per l’ambiente sia per il mercato.

Se il piombo è ormai perfettamente integrato nell’ecosistema del riciclo, come stanno invece le cose per il litio, al centro del dibattito sulle batterie delle auto elettriche?
Il litio rappresenta una sfida maggiore. La raccolta e il riciclo del litio sono più complicati, specialmente in Italia, dove mancano ancora molti impianti specializzati per il trattamento. Al contrario, paesi come Svezia, Germania e Belgio dispongono di infrastrutture più avanzate per il riciclo.
Attualmente il volume di batterie al litio da riciclare è limitato perché la prima generazione di auto elettriche è ancora giovane. I costi di riciclo sono elevati a causa dei bassi volumi e dei processi tecnologici ancora in fase di perfezionamento.
Ci aspettiamo però che la quantità di litio da recuperare crescerà rapidamente nei prossimi anni, con la rottamazione dei veicoli elettrici di prima generazione. In Italia abbiamo oggi circa 250.000 veicoli elettrici, un numero ancora contenuto rispetto a paesi come Belgio, Olanda o Norvegia, che hanno già sistemi consolidati per il riciclo del litio.

Quando prevedete che il numero di auto elettriche crescerà significativamente in Italia e quali fattori influenzeranno questa crescita?
Nel primo trimestre di quest’anno la quota di mercato delle auto elettriche in Italia è al 5,2%, una delle più basse in Europa. Nel mondo, il 2024 è stato il primo anno con oltre 10 milioni di auto elettriche prodotte, con una crescita rapidissima in Cina, un paese che influenza anche i mercati esteri.

L’Europa è un caso interessante e a sé stante: solo in Norvegia la quota elettrica è circa al 90%, mentre paesi come Francia e Spagna mostrano forti crescite, con la Spagna già al 7%. In Italia la crescita è più lenta: finora gli acquirenti principali sono stati gli “early adopter”, coloro che sono attratti dalla tecnologia e dall’innovazione.
Per convincere una platea più ampia sarà cruciale rafforzare la fiducia nel mercato, sviluppare l’infrastruttura di ricarica e migliorare le condizioni economiche e normative per incentivare l’acquisto.

Pensi che l’arrivo di auto elettriche più economiche possa accelerare davvero la transizione in Italia?
Sì, sicuramente. Stanno arrivando da alcuni costruttori modelli più accessibili,  piccole auto ben allestite con costi anche inferiori ai 20.000 euro. Questo secondo me aiuterà a coinvolgere una fascia più ampia di consumatori.
Va però considerato che la transizione completa richiede tempo: la vita media di un’auto è di circa 12 anni, quindi anche se dal 2035 si venderanno solo auto elettriche, ci vorranno almeno altri 15 anni per rinnovare tutto il parco circolante.
Detto questo, l’esperienza di guida sta cambiando molte percezioni: dopo aver provato un’auto pura elettrica, si possono apprezzare i vantaggi concreti come l’assenza di rumore e vibrazioni, la guida silenziosa, la tecnologia avanzata e l’assistenza alla guida. Tutti elementi che secondo me stanno conquistando anche i più scettici.


Nella foto di apertura: Guido Scanagatta, Director Product Management & Application Automotive di Exide Technologies.

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Tags: exide batterie

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