Articoli | 18 May 2016 | Autore: in collaborazione con ANFIA

Ricambi contraffatti: la piaga della filiera

I prodotti contraffatti invadono il nostro paese, soprattutto sul fronte dei ricambi c’è da stare molto attenti. Una piaga sociale che danneggia sia il fisco sia il lavoro degli autoriparatori. Vediamo allora come riconoscere un prodotto contraffatto e quali sono le iniziative di ANFIA per contrastare il fenomeno.
 

Purtroppo con il periodo che stiamo vivendo spesso si ricorre, per risparmiare, a ogni pratica anche nel settore automotive.
Parliamo allora di ricambi contraffatti: una piaga del nostro paese che non solo provoca danni allo Stato, ma anche a tutti gli anelli della filiera, nessuno escluso.
Iniziamo col dire che nel 2014 sono 51 i milioni di euro di minori entrate dello stato per ciò che riguarda le imposte indirette, ma non è tutto poiché se non si usassero ricambi contraffatti vi sarebbero ben 1.500 posti di lavoro in più (fonte: Osservatorio Autopromotec). Bene, dopo questa premessa, grazie anche al supporto di ANFIA, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, facciamo il punto della situazione sulle iniziative che l’associazione ha messo in atto per contrastare il fenomeno e su come riconoscere la piaga dei ricambi “tarocchi”.

La lotta di ANFIA contro la contraffazione: “Io non voglio il falso”
ANFIA, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, con 270 aziende associate, rappresenta l’intera filiera automotive italiana ed è una delle principali associazioni di categoria di Confindustria. In particolare, per quanto riguarda la contraffazione, la voce dell’associazione è riportata da Fabio Pellegrini, coordinatore dell’area prodotto della Sezione Aftermarket, che è intervenuto anche durante il nostro evento “RicambistiDay”. ANFIA ha sviluppato nel 2012, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico e altre associazioni di categoria, il Vademecum per il consumatore: “Io non voglio il falso”. Si tratta di una documento che permette di conoscere e di riconoscere il fenomeno. L’obiettivo di ANFIA è quello sia di contrastare la problematica “insieme”, perché in fin dei conti coinvolge tutti, ma anche diffondere il messaggio che i ricambi contraffatti mettono a rischio non solo la salute di chi li usa, ma anche la loro sicurezza, in quanto si tratta di oggetti pericolosi che alimentano la criminalità organizzata. Ricordiamo, infatti, che la contraffazione è un reato poiché dietro il commercio del falso ci sono riciclaggio, sfruttamento e uso di materiali vietati.
“La nostra forza è la qualità”: ANFIA ha diffuso un leaflet volto a sensibilizzare gli operatori di settore sulla qualità dei prodotti delle associate ANFIA. Esso nasce per iniziativa dell’area prodotto di ANFIA-Aftermarket e racchiude tutte le attività associative legate al mondo della ricambistica automotive. L’obiettivo del leaflet è dare enfasi ai valori di qualità e sicurezza del prodotto, ponendo in rilievo gli investimenti in ricerca e sviluppo, le tecnologie, la professionalità e l’attenzione alla sostenibilità ambientale che caratterizzano le aziende associate ad ANFIA-Aftermarket. Ma l’attività dell’associazione passa anche per azioni legali: nel 2015, infatti, sono stati organizzati più di 20 blitz nei confronti dei contraffattori e rivenditori con più di 1.000 unità confiscate. Infine, segnaliamo anche gli incontri con la Guarda di Finanza, sia per avere un riscontro tangibile sul campo, sia per ripristinare i rapporti di collaborazione già intrapresi a partire dal 2012.
 
I principali componenti soggetti a contraffazione e le tipologie di contraffazione
Da uno studio ANFIA i principali prodotti soggetti a contraffazione sono: sistemi frenanti a disco per auto e moto (pastiglie e dischi freni); cinghie, tenditori e pompe acqua; fari, fanali e luci targa; pistoni, cuscinetti motore; alternatori, motorini d’avviamento; candele, candelette, spazzole tergicristallo; testine sterzo, frizioni; copriruota, loghi. L’associazione, inoltre, riporta anche le diverse tipologie di contraffazione esistenti:
  • Contraffazione totale: prodotto che utilizza lo stesso marchio e visivamente è simile/similare/uguale al prodotto imitato
  • Contraffazione di marchio: utilizzo del marchio con prodotti che sono o possono essere del tutto dissimili da quelli commercializzati con il marchio legale
  • Contraffazione di omologazione/certificazione: sono apposte e dichiarate certificazioni di qualità e/o omologazioni europee senza che queste siano state realmente ottenute
  • Contraffazione di qualità: dichiarazioni di qualità e caratteristiche non veritiere
  • Contraffazione di brevetti: uso dei brevetti
  • Contraffazione nelle diciture: utilizzo di diciture false (es: Made in Italy)
Ma come si riconoscono?
Per l’automobilista riconoscerli non è facile; qui entra in gioco il ruolo dell’officina, che deve fornire formazione alle imprese e informazione agli automobilisti. La raccomandazione è quella di rivolgersi a fornitori ufficiali per l’acquisto di ricambi, capaci di comunicare la provenienza del prodotto, ma anche di confrontare il suo prezzo con quello di mercato.
I ricambi contraffatti non dispongono di certificati di sicurezza e, non essendo sottoposti ad alcun test di controllo, non possiedono nessuna omologazione dal punto di vista della sostenibilità. Affinché si possa considerare un prodotto certificato deve essere presente l’indicazione di origine e la certificazione obbligatoria che riguarda la conformità del prodotto alle norme europee. Nel caso in cui ci si trovi di fronte a un ricambio contraffatto, è necessario richiedere l’intervento delle autorità competenti.
È quindi evidente come il problema della contraffazione coinvolga tutti gli anelli della filiera automotive.

Le conseguenze…
Come sappiamo un pezzo di ricambio contraffatto mette a rischio non solo l’integrità del veicolo, ma anche la salute e la sicurezza di chi utilizza il veicolo e dei suoi passeggeri, fa lievitare i costi sociali derivanti da incidenti che vedono coinvolti altri veicoli o persone, causa danni all’ambiente (mancato rispetto di normative ambientali per via della scarsa qualità dei materiali utilizzati) e vanifica tutti gli investimenti messi in campo dalle aziende Premium nello sviluppare prodotti che rispettino le specifiche di produzione OE. Usare ricambi omologati, poi, è soprattutto nell’interesse degli autoriparatori, poiché sono proprio loro i primi a rimetterci qualora un intervento non vada per il verso giusto. È quindi fondamentale alzare il livello di attenzione sulla qualità e sulla sicurezza della riparazione. Come? Utilizzando prodotti originali o di qualità equivalente all’originale e di provenienza certa. Un fenomeno che chiama a rapporto anche le carrozzerie. Infatti, queste subiscono la concorrenza sleale di chi installa prodotti di dubbia provenienza. In conclusione, riteniamo opportuno che le autorità competenti intervengano tempestivamente, senza indugiare nel ricorrere al “pugno di ferro”.


Elenco prodotti soggetti a contraffazione
  • Sistemi frenanti a disco per auto e moto (pastiglie e dischi freni)
  • Cinghie, tenditori e pompe acqua
  • Fari e fanali, luci targa
  • Pistoni, cuscinetti motore
  • Alternatori, motorini d’avviamento
  • Candele, candelette, spazzole tergicristallo
  • Testine sterzo, frizioni
  • Copriruota e loghi

 

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Tags: ANFIA ricambi auto contraffatti

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