Il consiglio di TRW Automotive Aftermarket agli autoriparatori è quello di sensibilizzare gli automobilisti su questo aspetto e di controllarlo regolarmente alle auto che entrano in officina, per verificare che abbia ancora le caratteristiche necessarie per consentire una frenata ottimale e non essere quindi pericoloso.
Il liquido freni è infatti igroscopico, cioè assorbe umidità: dalla pompa freni, dalle relative guarnizioni e dai tubi freno.
In seguito all’assorbimento dell’umidità, il punto di ebollizione del liquido si abbassa. Nel giro di un anno, un liquido DOT 3 può assorbire il 2% di acqua; questo può determinare una riduzione di 90°C del punto di ebollizione. Non è raro, nei veicoli più datati, trovare anche liquidi con percentuali di acqua intorno al 7-8%. Se il valore del punto di ebollizione dovesse scendere fino 180°C, occorrerebbe la sostituzione immediata.
Si tratta infatti di una temperatura facilmente raggiungibile se i freni vengono utilizzati a lungo in climi molto caldi o con il veicolo molto carico. In prossimità delle pinze freno si possono raggiungere temperature nell’ordine di
150-200°C. Raggiunto il punto di ebollizione, si formano delle bolle di vapore nei condotti del sistema frenante, che possono portare la corsa a vuoto del pedale del freno (il vapore infatti è comprimibile a differenza del liquido), con conseguenze facilmente immaginabili. Il vapore inoltre può corrodere altri componenti, come le parti interne del sistema ABS.
Effettuare quindi un controllo risulta fondamentale per la sicurezza ed è necessario utilizzare un tester che misuri il punto di ebollizione reale del fluido, e non solo il contenuto d’acqua. TRW consiglia il suo tester per una lettura precisa e affidabile in meno di un minuto.
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