Articoli | 02 October 2012 | Autore: Giorgio Spolverini

Automechanika - Il business si è spostato

Un po’ di visitatori in meno rispetto alla scorsa edizione di Automechanika. Calo di operatori soprattutto dall’Europa del Sud, mentre incalzano quelli provenienti dall’Europa orientale e dalla Russia. Nel complesso quindi, l’aftermarket, a livello internazionale, tiene.

Stando ai numeri comunicati da Messe Frankfurt, l’edizione 2012 di Automechanika ha fatto registrare un bel numero di visitatori, anche se in leggera contrazione rispetto al 2012: circa 148.000 contro 153.837 (per onor della precisione) contati nel 2010. In tutto hanno partecipato 4.593 espositori provenienti da 74 paesi. Nonostante quindi ci sia stata un po’ meno gente, a detta di tutti gli operatori del settore aftermarket, Automechanika Frankfurt si conferma essere la fiera numero uno, a cui non si può proprio mancare.
In effetti, non è stata registrata alcuna defezione da parte delle più importanti aziende italiane e men che meno dai più grandi colossi multinazionali. Solo Bosch, per esempio, occupava mezzo padiglione insieme con la sua brava Sicam. Insomma, se è vero che in questo periodo vale ancora la formula – auto nuove = + aftermarket (inteso come opportunità), a Francoforte ne abbiamo avuta piena conferma.

Le nuove opportunità sono a Est
Se in Italia (ma non solo) va tutto a rilento, gli affari ora si fanno con Europa Orientale e Russia (incremento di visitatori). In questo senso, ci sono buone opportunità da sfruttare, che sopperiscono più in generale allo stallo che si registra in Europa meridionale. Solo la Russia, a titolo d’esempio, è un mercato che dal punto di vista d’immatricolato è cresciuto rispetto al 2011 di quasi il 450 (quattrocentocinquanta, proprio così) per cento. I visitatori dell’Europa meridionale sono meno, al contrario degli operatori provenienti da Germania, Benelux e Paesi dell’Europa dell’Est. Non è un caso che, almeno in questa fase, la maggior parte degli operatori italiani punti a sviluppare il proprio fatturato oltralpe (la quota media di fatturato estero si aggira sul 70%).

+ crisi + selezione
Meno gente, non vuol dire per forza meno affari. Anche se di facce nuove se ne sono viste poche, sembra che la qualità dei visitatori sia aumentata rispetto alla scorsa edizione. Un sondaggio condotto tra gli espositori, dimostra che il 70% di questi sia soddisfatto. In particolare, sono stati gli espositori di casa (tedeschi) ad allacciare più contatti.

305.000 metri quadrati tutti prenotati
L’intero quartiere fieristico è stato completamente prenotato. Sono stati tre i temi principali di questa edizione: la truck competence, la mobilità elettrica, la formazione e il perfezionamento professionale. Non sono mancati a questo proposito nuovi workshop organizzati un po’ ovunque sulle novità di prodotto e servizi, ai quali numerosi visitatori si sono iscritti.

Le grandi multinazionali
Le griffe dell’aftermarket sono ospitate come al solito ai padiglioni 2 e 3, oltre che al 5 e 6. Superfici estese e tutto curato nel minimo dettaglio. Presentazioni sì, non tanto su novità di prodotto, quanto su ristrutturazioni aziendali. Ci sono per esempio grandi componentisti come TRW che spingono sull’ampliamento di gamma con prodotti tutti “fatti in casa”, altri come Federal-Mogul che puntano a una riorganizzazione delle loro divisioni. In generale, il messaggio è sempre quello. Per alcuni paesi in cui la crisi c’è ancora eccome, ce ne sono altri che offrono grandi opportunità, come Est Europa, Turchia, Sud America, Cina.   

Estremo Oriente
Presenza sempre massiccia di operatori provenienti dall’Estremo Oriente. Il loro quartier generale, il 4.2, pullula di stand formato mignon, dove si può reperire ogni genere di pezzo o accessorio. Taiwan, Corea e Cina sono i paesi principali protagonisti. Quello che si nota dal primo istante è che questi signori sono sempre più attrezzati per trattare in maniera meno improvvisata gli affari.

Accessori
Ai padiglioni 4.0 e 4.1 si trovano soluzioni per il portaggio e la trazione (porta bici, porta bagagli e catene), tuning (cerchi, parti di carrozzeria) e prodotti after-sales in generale da installare in auto. A eccezione delle catene da neve, che sono praticamente indispensabili per circolare nei periodi più freddi dell’anno e in alcune zone, sembra che il resto non vada a gonfie vele. Porta tutto, porta bici, porta sci, per esempio, sono accessori che vanno bene all’estero, ma non in Italia, dove si predilige l’aspetto economico. Neanche il tuning “vola”: in questo caso è la legge a comportare problemi. I prodotti da banco non se la passano male, soprattutto nel canale della grande distribuzione.

Ricambi
Presenza sempre meno rilevante di autoriparatori nei padiglioni dei produttori di ricambi e incremento di visitatori legati al mondo della distribuzione. Vuoi o non vuoi, nonostante i problemi di liquidità, il settore ricambi tiene. La manutenzione dell’auto, anche se si cerca di risparmiare al centesimo, deve essere comunque eseguita e forse, in questo contesto, chi offre più fasce di uno stesso prodotto oggi potrebbe risultare avvantaggiato.

Attrezzature
Complici gli affari degli autoriparatori che non vanno granché, non tutte le attrezzature si vendono facile. Ciò nonostante, girando tra gli stand dei padiglioni 8 e 9, si sono potute contare parecchie novità soprattutto nel settore della climatizzazione, vista l’incombenza del nuovo gas 1234yf.    

Tutto il colore che c’è ad Automechanika
Il programma di eventi collaterali è stato come al solito molto ricco. Oltre a iniziative già collaudate come l’Automechanika Innovation Award, la Green Directory e l’Automechanika Rally, che nel weekend ha radunato oltre 100 appassionati di vetture oldtimer e youngtimer, classic car e vetture elaborate, sono state organizzate interessanti mostre speciali: camion da rally, da corsa e di prova nell’area esterna tra i padiglioni 9 e 11, offerte di corsi di perfezionamento professionale nei settori della lavorazione dei metalli e del body painting, percorsi di prova con veicoli elettrici.   

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