Articoli | 01 September 2014 | Autore: Cristina Palumbo

Autopromotec: l’Italia nel mondo

Diamo un’occhiata a ciò che bolle in pentola al quartier generale di Autopromotec (20-24 maggio 2015), cercando di capire cosa la fiera vuole fare e farà per portare l’Italia al centro del mondo automotive. Ne parliamo con Emanuele Vicentini, brand manager di Autopromotec.

Se Autopromotec è rimasta un punto di riferimento in Italia per il settore dell'aftermarket automotive, non bisogna dimenticare che questa manifestazione ha una rilevanza che va ben al di là dei nostri confini. Innanzitutto, questo salone, nella sua ultima edizione nel 2013, ha richiamato ben 102.536 visitatori: 83.594 italiani e 18.942 esteri, per la maggior parte (75,7%) provenienti dall'Europa, ma non solo.
Inoltre, per numero di espositori e visitatori, Autopromotec è nella top ten delle fiere italiane (al 7° posto in assoluto, trasversalmente ai diversi settori).
 

Chi visita la fiera e perché

Cosa attrae così tanto i visitatori, soprattutto gli esteri, quando nel mondo ci sono tante diverse fiere fra cui scegliere?
Innanzitutto, l'Italia stessa. Autopromotec, infatti, pur avendo aperto da diversi anni al settore ricambi e accessori, con una crescita esponenziale nel numero degli espositori di questi comparti, è nota nel mondo per essere la fiera delle attrezzature, cioè di una vera eccellenza italiana.
Chi viene ad Autopromotec cerca quindi l'Italia, con la sua tecnologia, con la sua capacità innovativa, con la sua abilità nel creare soluzioni flessibili e su misura.
Autopromotec non è legata a una società commerciale, ma è un'emanazione diretta della volontà dell'associazione di costruttori di autoattrezzature (AICA) di portare questa eccellenza nel mondo.
Da qui nasce l'unicità di questa fiera, che non ha, come suol dirsi, fini di lucro, ma si muove, in Italia e all'estero, per promuovere questo settore, alle volte supportata da associazioni e istituzioni, alle volte da sola, ma sempre con la volontà di mostrare al mondo uno dei lati migliori della nostra industria.
Questa premessa è importante per capire cosa fa la differenza e perché tante aziende italiane non rinuncino a essere presenti a Bologna e perché tanti visitatori arrivino anche da lontano.
Autopromotec è stata più volte definita come la fiera dei meccanici, ma non è tutto qui. È vero che c'è una partecipazione quasi “di massa” degli autoriparatori italiani, soprattutto perché gli spazi espositivi permettono di vedere all'opera, e in molti casi anche provare, le attrezzature
Inoltre, grazie all'apertura al comparto dei ricambi, la fiera diventa un momento di incontro e confronto proprio con chi di solito non riesce a vedersi “da vicino” a causa della struttura della filiera distributiva. Ecco perché si è così tanto allungata la lista dei componentisti che espongono a Bologna, ed ecco perché i componentisti sanno che questa manifestazione non è equivalente ad altre per chi vuole operare nel mercato italiano.
Tra i visitatori di Autopromotec, tutti rigorosamente professionisti del settore (magari anche “meccanici in erba”, ma non privati e curiosi), si trovano anche tanti esponenti del mondo dei ricambi, in particolare buyer e distributori, italiani e non.
Infatti la manifestazione è luogo di incontri B2B, e dai riscontri avuti dall'edizione precedente, non sono pochi i feedback positivi rispetto agli accordi siglati o discussi in fiera.
 

Alla ricerca dell’estero

Come organizzazione, Autopromotec sta lavorando già da alcune edizioni alla promozione all’estero, iniziativa che mira  non tanto a portare nuovi espositori, quanto a invogliare nuovi visitatori, presentando la manifestazione con road show e incontri con le associazioni di categoria di alcuni paesi definiti “obiettivo”.
Tra i paesi obiettivo, in particolare, ci sono Turchia e Brasile, che, sempre più “automotive oriented”, rappresentano un mercato in espansione, dove è possibile anche per le aziende italiane avere delle opportunità di lavoro
Ci sono poi altri paesi “difficili” con cui Autopromotec si sta attivando, i cosiddetti paesi “scouting” del Far East (Vietnam, Indonesia, Tailandia), ma anche le aree dell'ex Unione Sovietica, che attraversano una fase di crescita e allo stesso tempo di grande difficoltà di apertura e di relazione, perché l'approccio al mercato è spesso diverso e complesso.
Molte realtà italiane, infatti, non hanno la forza per muoversi da sole in questi paesi, ma la società organizzatrice, grazie a un'attenta e continua opera di promozione e pianificazione di incontri per le delegazioni estere in visita, riesce a fungere da trampolino di lancio per numerose attività, che iniziano in fiera e spesso proseguono con relazioni di business concrete.
 

Stranieri in fiera

Se sono davvero tante le iniziative di promozione all'estero, altrettanto importanti sono quelle organizzate in fiera, con incontri dedicati ai diversi paesi, con una presentazione del mercato specifico di quella nazione (gli studi paese) e a seguire degli incontri su appuntamento tra buyer e aziende. Un'attività decisamente apprezzata dagli espositori che hanno così l'occasione di conoscere le modalità più corrette per l'approccio a certi paesi e incontrare direttamente chi può essere interessato a stabilire un legame commerciale di import-export. 

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Tags: Osservatorio Autopromotec

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