Articoli | 01 February 2007 | Autore: Marco Ugliano

Speciale filtri - Filtri, la crescita passa per l’abitacolo

Se per i filtri aria, olio e benzina si registra una leggera flessione, cresce il mercato del filtro gasolio e abitacolo; quest’ultimo presenta enormi potenzialità ancora non del tutto espresse, costituendo una possibile “miniera d’oro” per l’IAM.

Circa settanta milioni di pezzi venduti nel 2006, con una prospettiva di crescita per i prossimi anni prevista per i filtri abitacolo e per quelli gasolio, a dispetto di una contrazione per i filtri aria, olio e benzina; un mercato che se registra globalmente un leggero rallentamento nei volumi di pezzi venduti, continua a crescere se si considera il valore assoluto, a causa dell’incremento del costo medio dei filtri di nuova generazione.
Alla riduzione della domanda di filtri aria, olio e benzina, infatti, corrisponde un trend positivo di quelli gasolio e abitacolo. Quest’ultimo in particolare ha le maggiori prospettive di crescita sia in OES sia in IAM, anche se deve ancora lottare con gli ormai soliti vuoti di formazione e informazione che minano il settore.

Il mercato in Italia e in Europa
I diversi trend relativi all’andamento del mercato dei filtri in Italia, sono determinati da parecchi fattori, che forniscono contributi positivi e negativi al volume totale. La riduzione della domanda di filtri aria, olio e benzina è sicuramente dettata dall’allungarsi degli intervalli di sostituzione degli stessi: ciò in virtù della continua introduzione di mezzi filtranti sempre più performanti, che garantiscono una percorrenza più elevata e permettono all’automobilista di eseguire tagliandi dopo un numero maggiore di chilometri. Questa tendenza è contrastata invece, come detto, dalla crescita dei segmenti relativi al filtro abitacolo e a quello Diesel. Per queste due famiglie di filtri si prospetta infatti una crescita importante, dovuta a una presenza sempre crescente nel parco circolante di auto alimentate a gasolio e di auto climatizzate e dunque equipaggiate con filtri abitacolo.
Anche a livello europeo si registra un andamento simile: i volumi mossi nel mercato sono, in generale, in leggera flessione, nell’ordine dell’ 1-2%. Questa perdita viene recuperata sul valore grazie a un leggero aumento del prezzo medio, con una diminuzione della richiesta dei filtri olio e una crescita dei filtri abitacolo.
Per quest’ultima famiglia di filtri c’è però da fare un discorso a parte, in termini di formazione per l’autoriparatore e di informazione diretta all’utente finale.

Il filtro abitacolo
A oggi in Italia (così come in Europa) la percentuale di auto climatizzate è in costante aumento, ma le stime ufficiali relative al cambio del filtro abitacolo parlano di circa sette milioni di ricambi venduti in un anno, a fronte di un parco circolante climatizzato di circa 15 milioni di vetture. Ciò vuol dire che la sostituzione del filtro abitacolo, che per chi percorre un chilometraggio medio dovrebbe essere effettuata almeno una volta l’anno, avviene in realtà solo nella metà dei casi.
Sono tanti gli automobilisti, infatti, che non sono a conoscenza dell’esistenza del filtro abitacolo e della sua funzione, e l’autoriparatore dovrebbe essere il primo a informare l’utente finale sull’utilità della sostituzione di questo elemento, la cui usura può essere fonte, oltre che di odori sgradevoli, anche di disturbi allergici e patologie polmonari.
L’automobilista deve essere sensibilizzato con argomentazioni estremamente realistiche, basate sul contributo alla sicurezza e al benessere di marcia che un filtro abitacolo, regolarmente sostituito, può assicurare. Per far questo basterebbe anche molto semplicemente, prima di buttare via il filtro, mostrare all’automobilista le condizioni di usura del prodotto appena sostituito.
Spesso però il bisogno informativo viaggia a braccetto con il bisogno formativo, poiché dal canto suo l’autoriparatore lamenta la difficile individuazione del filtro, la cui collocazione cambia di vettura in vettura: operazioni con tempi di sostituzione elevati il più delle volte determinano un prezzo difficilmente comprensibile, da parte dell’automobilista, se rapportato alla tipologia di prodotto richiesto.

Qualità per la salute dell’automobilista
In passato per i filtri olio, aria e carburante è sempre stato richiesto un elevato standard qualitativo; per l’abitacolo il mercato ha invece sempre fatto fatica ad accettare un filtro di qualità (con il relativo costo al di sopra della media). Tuttavia negli ultimi anni è cresciuta molto la consapevolezza dell’importanza che questo filtro riveste, soprattutto per la salute dell’automobilista.
Ma come sensibilizzare l’utente finale sull’importanza del filtro abitacolo? Tutti i principali produttori stanno cercando di educare il mercato all’importanza della qualità di questo filtro. Ancora oggi infatti, purtroppo, sono presenti sul mercato, e con volumi significativi, prodotti che in realtà sono ben lontani dal garantire quelle prestazioni che sono loro richieste: l’unico modo per sensibilizzare gli utenti del settore è insistere su una continua informazione, con l’obiettivo di educare sia gli operatori delle officine, sia gli utenti finali, sull’importanza di questo filtro e della sua qualità.
I maggiori produttori sono costantemente impegnati in ricerca e sviluppo, per migliorare le prestazioni e la durata di vita del filtro: in tal senso l’introduzione della BER non ha fatto altro che permettere, a chi da sempre produce articoli di prima qualità, di avere un’arma in più rispetto a quei concorrenti che offrono prodotti di scarso livello qualitativo e adottano una politica dei prezzi aggressiva. Proprio la commercializzazione di filtri con qualità non sempre idonea, proposti a prezzi molto più bassi della media, crea squilibri al mercato e rischia di vanificare il lavoro svolto dai principali produttori per sensibilizzare gli utenti finali alla giusta protezione dell’abitacolo.

Obiettivo primario: sensibilizzazione
Da recenti indagini è emerso che l’automobilista italiano, nonostante le già citate lacune informative, sta comunque prendendo sempre più coscienza dei rischi causati da una cattiva manutenzione del filtro, e si sta sempre più allineando al suo omologo statunitense e del Nord Europa, con buona pace di chi produce filtri economici ma scarsamente efficaci.
La sensibilità alle problematiche legate all’inquinamento è infatti particolarmente aumentata negli ultimi anni, attraverso iniziative mirate organizzate dai principali produttori. La collaborazione tra le aziende produttrici e tutti gli anelli della catena distributiva è un’ulteriore strada utile e percorribile per raggiungere l’utente finale e superare la “pigrizia” dell’autoriparatore, ancora poco propositivo in questo ambito. Si segnalano però importanti miglioramenti, in parte grazie ai tagliandi e soprattutto grazie ai servizi di ricarica del gas nell’impianto del condizionatore, a cui spesso si abbina la sostituzione del filtro abitacolo.
Ben vengano questi segnali di ripresa, ma è importante che per l’autoriparatore la sostituzione del filtro abitacolo diventi un lavoro di routine, come il cambio dell’olio o la sostituzione delle pastiglie dei freni, proposto almeno una volta all’anno ai propri clienti e anche, ma non soltanto, durante la ricarica del gas e/o in fase di tagliando.

Tagliandi e garanzie
Per ciò che riguarda la suddivisione del mercato tra OES e IAM nel comparto filtri c’è da registrare una disparità di valori tra il periodo di garanzia e quello post-garanzia: il primo indubbiamente penalizza il mercato IAM (anche se la sostituzione del filtro abitacolo è quella meno vincolata alla scadenza del tagliando), ma nel post-garanzia, come ad esempio durante la manutenzione stagionale dell’auto, la sostituzione dei filtri assume una notevole importanza per l’IAM, fino ad allinearsi in termini percentuali di vendita all’OES. La tendenza sempre più marcata, da parte delle case automobilistiche, di estendere la garanzia sugli autoveicoli con contratti che cercano di vincolare l’automobilista a effettuare tagliandi presso le officine autorizzate, non sembra al momento aver inciso in maniera particolare sulle vendite in IAM, ma si tratta di un fenomeno da non sottovalutare e da tenere sicuramente in considerazione per il futuro.

Photogallery