News | 03 June 2014 | Autore: Francesco Giorgi

Metano per auto: quanto piace davvero? Lo rivela un sondaggio

Mai così tante le immatricolazioni, in Italia, di autoveicoli a gas naturale, ma fra gli automobilisti persiste una certa scarsa informazione; e pochi modelli unitamente allo scarso numero di distributori ne frenano un ulteriore sviluppo

Il metano per autotrazione conosce una fase particolarmente fortunata, ma quanti ne sono davvero consapevoli? Lo indica una ricerca condotta da Doxa Marketing Advice, commissionata da Veronafiere e presentata nei giorni scorsi a Oil&nonoil-S&TC 2014, la rassegna della Fiera di Verona dedicata al settore della distribuzione carburanti e del non oil, nell’ambito della terza Giornata del Metano per i Trasporti.

                                                   
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Il documento, che ha coinvolto 726 italiani di età compresa fra 18 e 64 anni, mette in evidenza che nonostante il metano abbia già ampiamente dimostrato di piacere agli automobilisti italiani (nel 2013 le immatricolazioni di autoveicoli alimentati a gas naturale hanno superato del 26% quelle del 2012, e negli ultimi 4 anni si è assistito a una crescita esponenziale fino a superare la soglia degli 846.000 veicoli circolanti a fine 2013), a condizionare la diffusione delle auto a metano è soprattutto la limitata familiarità con questo carburante. Più nel dettaglio, l’80% degli intervistati è consapevole che il metano può essere utilizzato per alimentare le auto, tuttavia solo il 48% di questi, infatti, lo distingue da altre tipologie di carburanti e in alcuni casi (22%) lo indentifica con il GPL. La consapevolezza è maggiore tra i giovani (25-34 anni), ne sanno meno invece i cittadini di età compresa tra i 35 e i 54 anni che, a sorpresa, sono più impreparati degli over 55. Hanno le idee più chiare i commercianti, gli artigiani e gli studenti, mentre sono in fondo alla classifica i pensionati e le casalinghe.

Riguardo alla consapevolezza dei vantaggi che derivano dall’impiego del metano, il 46% degli intervistati dichiara che è il risparmio l’aspetto che meglio lo caratterizza, seguito dal basso impatto ambientale (32%). A indicarne l’economicità sono soprattutto operai, casalinghe e studenti residenti nel Sud Italia (25-34 anni, soprattutto donne) con un’istruzione e un reddito medio-bassi. Vince l’ecologia tra i professionisti residenti nel Nord-Ovest (55-64 anni) con un’elevata scolarità. A proposito degli “svantaggi”, invece, gli automobilisti riconoscono nel rifornimento (36%) e nei costi (23%) i punti di debolezza del sistema. Malgrado il trend in crescita del numero degli impianti sul territorio italiano (1.008 a aprile 2014, contro i 952 dello stesso mese del 2012, dati Assogasmetano), per il 32% degli intervistati le stazioni di rifornimento sono ancora poche e difficili da trovare e per il 26% l’approvvigionamento è complicato ed esclude il self service. Il 16% del campione sostiene, inoltre, di preferire un altro tipo di alimentazione perché il prezzo delle auto a metano è più alto delle altre, per il 14% l’offerta del nuovo è limitata e per il 7% l’usato vale meno. Se a indicare gli svantaggi del rifornimento sono in prevalenza i meridionali over 45, proprietari di auto a diesel e imprenditori, a far emergere la criticità dei costi sono invece gli impiegati e gli operai residenti nel Nord-Ovest d’Italia (35-44 anni), con figli sotto i 14 anni.   

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