News | 01 July 2015 | Autore: Redazione

La componentistica italiana e l’auto del futuro

Quali sono i trend futuri dell’auto? Quali le possibilità per l’industria automotive italiana di affrontare i cambiamenti? In un convegno organizzato da Anfia si è cercato di dare un quadro della situazione e valutare le sfide da affrontare inun prossimo futuro.

Il titolo dell’incontro “L’Innovazione e l’Internazionalizzazione come fattori chiave di successo. L’industria dell’auto accelera” ben riassume le tematiche calde del momento.

Nell’introduzione di Aurelio Nervo, presidente Gruppo Componenti ANFIA, il quadro della situazione odierna e le stime di sviluppo. Ciò che emerge, in prevalenza, è l’inversione di tendenza nel settore delle immatricolazioni; inversione che però non porta a cambiamenti epocali, ma sta semplicemente a indicare una ripresa generale e trasversale ai diversi comparti, così da guardare al settore con “un cauto ottimismo” afferma Nervo.
Un segnale importante arriva dal mondo della componentistica, che nel 2014 ha raggiunto un fatturato globale di 40 miliardi di euro (+3,6% Fonte: Osservatorio della Filiera Autoveicolare Italiana). 
I risultati positivi arrivano dalla capacità di realizzare ed esportare delle vere eccellenze a livello tecnologico; in particolare, evidenzia Nervo, sistemi di alimentazione a metano e GPL, sistemi di propulsione, telematica e infomobilità, engineering, design & Styling.
Nonostante il ridimensionamento dell’industria domestica di autoveicoli, sottolinea Nervo, le aziende della componentistica hanno fatto leva sui fattori di competitività, dirottando una parte crescente delle loro produzione alle commesse estere. In particolare, la Germania è in testa all’export è la Germania, con il 20,6%, seguono Francia, Stati Uniti, Spagna e Regno Unito: questi cinque paesi complessivamente rappresentano il 54% circa di tutto l’export del settore.

Al tema dell’export si ricollega anche un altro trend da non sottovalutare: la volontà dei costruttori auto di realizzare sempre più economie di scala crescenti, mediante piattaforme globali, come sottolinea Gabriele Allievi, presidente Robert Bosch Branch in Italy.
Ciò significa che i fornitori (componentisti) si devono adeguare a questo andamento, da un lato prendendo parte alle piattaforme, ma nello stesso tempo garantire quella elasticità necessaria per rispondere alle esigenze di caratterizzazione di singoli modelli e di mercati diversi. “Assume una rilevanza centrale, in questo senso, la collocazione dei fornitori al seguito del cliente che, non senza sforzi a livello organizzativo, gestionale e logistico, permette di soddisfare la richiesta di soluzioni ad hoc per uno specifico mercato, laddove la sola standardizzazione, invece, produrrebbe diseconomie”, spiega Allievi. 
La seconda e altrettanto importante conseguenza di questo trend è l’investimento necessario in ricerca e sviluppo, come sottolinea Maurizio Stirpe, presidente del Gruppo Prima. Investimenti che le aziende devono fare per arrivare a una sempre maggiore specializzazione dei centri di ricerca e realizzare importanti obiettivi di crescita dimensionale, sia individuando partner finanziari, sia mediante alleanze, anche con partner industriali operanti in linee di business complementari, come suggerito, peraltro, dal Progetto Industry 4.0 (un piano della Unione Europea per rilanciare l’industria della manufattura) che coinvolge anche Anfia.
Le sfide dell’automotive si giocheranno su quattro campi: connettività dell’auto, guida autonoma, car sharing e mobilità elettrica, come sintetizza nel suo intervento Stefano Aversa, managing director di Alix Partners.

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Tags: immatricolazioni anfia

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