Opinioni | 09 June 2023 | Autore: David Giardino

"Chi lo cerca non lo trova": l'editoriale di David Giardino
È già da tempo che trovare risorse da inserire in azienda è diventato un problema di difficile soluzione. La congiuntura negativa, che abbina da un lato la bassa crescita demografica e dall’altro una scarsa predisposizione giovanile a intraprendere un lavoro di qualsiasi natura, sta diventando il vero limite alla crescita di numerose aziende, siano esse imprese di produzione, di distribuzione o di riparazione.

Al netto dei ragazzi preparati e ambiziosi che spingono il loro cuore oltre confine, sperimentando scuole e lavori oltremare, assottigliando drasticamente il numero dei potenziali candidati nel Belpaese. Il contributo delle scuole, sia quelle professionali sia le università tecniche, non è sufficiente per quantità dei candidati, che se volenterosi di apprendere il lavoro avrebbero comunque l’opportunità di essere inseriti in numerose aziende che necessitano di personale in sostituzione o in aumento di organico. Manca una programmazione e una condivisione degli intenti fra formazione ed aziende, ma questo è un problema noto, ma non gestito adeguatamente.

Così ci troviamo in un settore, che più che dell’economia in generale, risente della chiusura di operatori professionali più per mancanza di ricambio generazionale che per mancanza di lavoro. Questa traiettoria comporta la “caccia” delle persone nelle aziende concorrenti, aumentando inevitabilmente i costi del personale e abbassandone ulteriormente la fidelizzazione verso l’azienda e verso il mercato esterno alla stessa.

Sarebbe opportuno un ripensamento dei modelli di integrazione formativa e produttiva, con particolare attenzione anche alla gestione dei flussi migratori e alla possibilità della gestione delle persone già presenti in Italia, per sottrarre braccia dalla strada e portarle al lavoro.

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