Approfondimenti | 27 March 2013 | Autore: Francesco Giorgi

Crisi dell’auto e dei centri assistenza autorizzati: una buona occasione per le officine indipendenti

Crolla il mercato dell’auto: ogni giorno chiude una concessionaria (o quasi). I centri assistenza autorizzati seguono a ruota. Ma è davvero tutto negativo? La BER 2010 può venire incontro alle esigenze degli automobilisti che si trovano “orfani” di concessionarie e assistenza autorizzata, così come delle officine indipendenti, che possono specializzarsi sui marchi “assenti” in un territorio per avere più opportunità di business

La crisi, colpa della crisi. E il comparto auto, anziché progredire, fa marcia indietro. In estrema sintesi: le concessionarie auto abbassano le saracinesche, da nord a sud; e le officine autorizzate non se la passano meglio (e questo, se visto sotto un’altra ottica, potrebbe costituire un’occasione di affari per le officine indipendenti). Una fotografia desolante che viene evidenziata, in queste ore, in un’analisi operata dal Sole 24 Ore.

A soffrire le conseguenze del crollo nelle vendite auto, non è soltanto la rete ufficiale di vendita, ma in ampie zone del territorio nazionale scarseggiano i centri di assistenza autorizzati. Così, chi vuole portare la propria auto dal meccanico per un intervento, deve sobbarcarsi decine di km, con quali disagi è facile immaginare.

Secondo l’indagine condotta dal più importante quotidiano economico nazionale, le maggiori difficoltà riguardano “EmmeEmme” (concessionaria Mercedes di Bari, in attesa di concordato preventivo), “Progetto” (network di concessionarie multimarca attivo nel nord ovest che prima ha ridotto in maniera drastica il numero dei dipendenti e poi ha ceduto la propria rappresentanza di Fiat), “Car Comauto” (Volkswagen – Audi con sede a Milano: recentemente è stato pubblicato un bando di asta per rilevarne l’attività), “Gruppo Montagna” (grande concessionaria Ford per l’Umbria, che lo scorso ottobre ha chiuso i battenti). E poi “MG Auto” (Palermo, per tutti i marchi Volkswagen e Porsche, oltre a Volvo), “Lucioli” (Trieste, Fiat), gli “Audi Zentrum” di Catania e Busto Arsizio, “Gruppo Frangi” (Como) e “Automatic” di Livorno (entrambi Volkswagen – Audi), “Gruppo sartori” (Veneto) e “Gruppo Santi” (Emilia Romagna), entrambi Mercedes; “Rizzato” (multimarca veneto per Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Nissan, Renault e Mazda), “Autoclassic” di Bari (Toyota),  e la concessionaria Aston Martin di Milano.

Insomma: una scure che ha tagliato la testa a decine di concessionarie (e che dà conferma alle parole di Jacques Bousquet, presidente UNRAE, “Ogni giorno chiude una concessionarie”, pronunciate lo scorso autunno), che non fa distinzione di territorio, né di segmento. Dalle citycar alle più prestigiose GT, la situazione si fa sempre più pesante.
E’ chiaro che, insieme alla chiusura degli showroom, sono le officine di assistenza che ne fanno parte a subire le conseguenze di questa progressiva serrata delle saracinesche. A macchia di leopardo, l’intero territorio nazionale si trova ora sprovvisto di centri di assistenza autorizzati di questo o quel marchio.

L’inchiesta di 24 Ore mette in evidenza gravi “buchi”, che spesso colpiscono i centri minori: dalla chiusura dell’unico centro assistenza Volkswagen a Fossano (Cuneo), all’assenza di officine autorizzate Fiat a Volterra (Pisa), a Canosa di Puglia, a Crotone, oppure la mancanza dell’insegna Ford a Carbonia, a Gallipoli (Lecce), lungo l’intera tratta Genova – Pegli e Savona o fra Monte Argentario (Grosseto) e Civitavecchia (Roma). E mettiamoci pure il fatto che fra Genova e La Spezia, oppure in tutto l’Abruzzo (tranne Pescara) o a Taranto, in tutto il Salento occidentale o nell’intero Metaponto, non c’è nemmeno l’ombra di un’officina autorizzata Peugeot.

Situazione non certo facile nemmeno per i clienti Honda, che si vedono privati di officine autorizzate in Piemonte (le intere province di Alessandria e Verbano – Cusio – Ossola; soltanto un’officina autorizzata ad Alba, nel cuneese) e, provincia per provincia, ad Agrigento, Avellino, Belluno, Bolzano, Brindisi, Catanzaro, Como, Crotone, Enna, Ferrara, L'Aquila, Lecce, Modena, Padova, Palermo, Pordenone, Potenza, Ragusa, Reggio Emilia, Rieti, Rovigo, Siena, Teramo, Terni e Trapani.

Niente assistenza autorizzata né  concessionarie Audi a Imperia, Rieti, Catanzaro e Taranto; così come risultano assenti di officine autorizzate Mercedes capoluoghi di provincia come Macerata e Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia (ce ne sono soltanto a Lamezia Terme e a Rende, in provincia di Cosenza), Enna e Trapani.

Queste condizioni, per le quali la crisi dei consumi e il drastico calo delle vendite auto hanno giocato un importante ruolo (ma occorre anche considerare certi comportamenti non del tutto ortodossi da parte delle Case auto nei confronti delle concessionarie) possono, d’altro canto, costituire un’occasione in più per gli autoriparatori indipendenti.

E’ risaputo, infatti, che la nuova BER 2010 (recepita in Italia dal Codice del Consumo) autorizza i proprietari di un autoveicolo nuovo - vale a dire: ancora in garanzia - a potersi recare presso una qualunque officina (autorizzata o indipendente) per effettuare interventi di tagliando senza che decada la garanzia sull’autoveicolo. Quindi l'autoriparatore può usare qualsiasi tipo di ricambio (anche se consigliamo naturalmente di orientarsi verso quelli di qualità) se lo ritiene più conveniente e la garanzia decade solo nel caso in cui il lavoro non sia eseguito in modo corretto o sia dimostrabile che la causa del danno sia direttamente connessa al difetto di quel pezzo. Il personale delle officine indipendenti delle zone geografiche più colpite dalla scarsità di centri di assistenza autorizzati delle maggiori Case auto possono, dunque, specializzarsi anche nei marchi meno presenti a livello di assistenza. Si consiglia infine di affidarsi ai grandi network di autoriparazione, per essere aggiornati su tutte le informazioni tecniche e operare al meglio sugli attuali veicoli in circolazione.
 
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Per il link al servizio de Il Sole 24 Ore

 
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