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Dall’elettrico al ricambio meccanico, fino alla digitalizzazione e all’ingresso in Neoparts: ecco come Sperotto Ricambi ha affrontato le sfide di un mestiere che cambia con visione imprenditoriale, valorizzando le persone e costruendo relazioni solide con clienti e collaboratori.
Da quasi 70 anni nel settore, la Sperotto Ricambi di Treviso è un’azienda che ha attraversato tante diverse fasi, continuando a reinventarsi per affrontare di petto le sfide della trasformazione del mercato e di questo lavoro, con un forte spirito imprenditoriale e la voglia di crescere non solo in volumi ma anche professionalmente, coinvolgendo famiglia e collaboratori in un progetto comune.
Consapevole di quanto le persone facciano la differenza, Massimo Sperotto, figlio del fondatore e attuale titolare della società (in attesa di passare le redini ai figli), in questa intervista ci parla proprio del valore e dell’impegno che ciascuno ha messo in questo progetto, e di come sia stato importante il ruolo di tutti per far diventare la Sperotto Ricambi l’azienda che è oggi, un punto di riferimento sul mercato in un’area particolarmente competitiva.
“Ci tengo a ringraziare tutti, ma proprio tutti – sottolinea con enfasi Massimo Sperotto – perché le persone che lavorano con noi sono la vera anima dell’azienda: se siamo riusciti a costruire molto è perché tutti ci abbiamo creduto e ciascuno ha fatto la sua parte con competenza e dedizione e la relazione personale è la vera chiave di volta”.
Vediamo dunque con Massimo Sperotto qual è la storia di questa azienda e quali sono le caratteristiche che la distinguono.
Da specialisti in elettrico a ricambista completo
Sperotto Ricambi è stata fondata nel 1957 da Giovanni Sperotto a Treviso. L’attività nasce come rivenditore specializzato in ricambi elettrici, grazie all’esperienza maturata dal suo fondatore come collaboratore di FIAMM, e si pone come obiettivo quello di servire gli elettrauti dell’area.La specializzazione è stata la chiave del successo di questa attività, tanto che nell’arco di qualche anno Giovanni Sperotto, poi affiancato dai figli Alessandro e Massimo, arriva ad aprire alcune filiali ampliando la propria area di riferimento alle province di Venezia e Belluno.
Negli anni 80 l’azienda inserisce una nuova attività: la commercializzazione e distribuzione di radiomobili dell’allora SIP. Un passaggio importante che rende la Sperotto Ricambi sempre più un punto di riferimento sul territorio.
La collaborazione con SIP continua anche dopo il cambio dell’azienda in TIM e a metà degli anni 90 questa attività cresce tanto da portare la Sperotto Ricambi ad aprire una nuova società per gestire al meglio questo business, che arriva a contare 15 punti vendita.
A saper leggere a ritroso la storia di questa azienda si capisce come l’animo imprenditoriale, la voglia di fare sempre cose nuove e affrontare le nuove sfide del mercato sia da sempre nel DNA di questa famiglia.
Ed è così che negli anni 2000, quando la classica divisione fra elettrauto e meccanico inizia a sparire per far spazio alla nuova figura del meccatronico, l’azienda si rinnova inserendo anche i ricambi meccanici nel proprio portafoglio.
Una scelta che porta a crescere ancora e a investire in personale e nell’apertura di una nuova filiale a Verona.
Nel 2017 poi il fratello Alessandro esce dall’azienda.
In epoca più recente, quello che Massimo Sperotto indica come vero punto di svolta, oltre all’ingresso in azienda della terza generazione con i suoi figli Filippo e Umberto, è stata la decisione di rilevare le due filiali di Inter Cars di Udine e Pordenone.
Con queste due importanti novità, la Sperotto Ricambi avvia un processo di trasformazione completa, sicuramente difficile in quanto stiamo parlando degli anni del Covid, con tutto ciò che questo ha comportato, ma anche di grande soddisfazione, come sottolinea Massimo Sperotto.
Oggi l’azienda si presenta al mercato con una gamma ricambi completa, dall’elettrico al meccanico fino all’attrezzatura, otto magazzini sul territorio che gestiscono fra i 50 e i 60.000 codici prodotto a stock, 60 collaboratori e circa 400 officine fidelizzate, che a seconda della zona vengono servite con tre o quattro consegne al giorno.
Un mondo che cambia, tra nuove sfide e nuove opportunità
La storia di Sperotto Ricambi attraversa quasi 70 anni e l’augurio di Massimo Sperotto è che possa proseguire con anche la quarta generazione e oltre, ma per fare questo è importante avere una visione lungimirante e l’umiltà di imparare e mettersi al servizio degli altri, valorizzando le persone.Vediamo dunque quali sono gli ingredienti della “ricetta” di Sperotto Ricambi per continuare a stare sul mercato in modo competitivo.
Come è cambiato il settore della vendita ricambi negli ultimi anni e quali sono le principali sfide che affronta nel suo lavoro di ricambista?
Rispetto alla mia esperienza posso dire che il lavoro del ricambista in questi anni, in particolare a partire dagli anni 80, è molto cambiato, anzi è proprio un altro lavoro. Non solo perché è cambiato il parco auto e dunque l’attività di riparazione, che richiede nuove competenze e tecnologie, ma anche noi ricambisti dobbiamo far fronte a richieste molto diverse rispetto al passato e a una estremizzazione dei servizi; un trend che considero irreversibile.
Oggi il mercato è sempre più competitivo e il nostro pezzo, l’ultimo miglio, presenta delle sfide molto importanti che richiedono una grande capacità di gestione e investimento.
I costi sono elevati, ma non è solo questo. Oggi più che mai è necessario saper gestire il magazzino, le richieste di consegne veloci e tempestive, offrire sempre più servizi al cliente legati alla consulenza e all’assistenza tecnica sia sui ricambi sia sulla diagnostica e le attrezzature.
Per noi poi, che veniamo da una tradizione nell’elettrico, il passaggio al ricambio meccanico ha comportato una trasformazione nel nostro modo di lavorare, perché ci ha portato a interagire con la filiera della distribuzione, che ha dinamiche diverse dal componentista elettrico che prima era il nostro unico referente.
La vera sfida è quella di riuscire a essere organizzati e strutturati in maniera solida e creare una massa critica di clienti che ti permette di affrontare gli investimenti necessari per continuare a essere un punto di riferimento unico per il cliente.
Oggi il piccolo ricambista ha la sua forza nelle relazioni personali per la sua vicinanza sul territorio, chi invece è oramai più grande come noi deve continuare a crescere nei servizi che offre, essere pronto a sostenere il cliente e dotarsi di tutti gli strumenti necessari per farlo, che sia il gestionale del magazzino o i corsi di formazione.
Il ricambista di oggi non è più un semplice rivenditore di ricambi, ma si è trasformato in un hub logistico che offre ricambi e servizi, dobbiamo tendere verso una filiera a due step almeno su quei segmenti di mercato dove è possibile farlo e puntare su digitalizzazione dell’azienda e competenze.
In altre parole, se vogliamo rimanere sul mercato, non dobbiamo basarci solo su ciò che abbiamo fatto finora, ma andare oltre, guardare avanti e affrontare i cambiamenti da protagonisti.
Quali sono i vostri punti di forza e cosa vi distingue sul mercato e quali i servizi più apprezzati?
Io credo che la nostra forza sia nella capacità di affrontare le sfide, grazie anche a tutte le persone che collaborano con noi e alla nostra disponibilità a confrontarci e imparare.
Abbiamo un magazzino ben fornito e ci siamo strutturati per fare più giri di consegne al giorno, ma abbiamo anche investito molto nel nostro personale perché fosse in grado di seguire il cliente in ogni dettaglio.
L’ingresso dei miei figli in azienda ha aiutato a “svecchiare” il modo di lavorare, senza di loro io non avrei saputo affrontare certi passaggi: le nuove generazioni sono un punto di forza perché portano un nuovo modo di lavorare e un nuovo approccio al mercato e noi dobbiamo dargli spazio e seguirli.
In azienda abbiamo un’età media bassa e questo ci ha sicuramente agevolato. Ma bisogna anche saper gestire il personale perché è una risorsa preziosa e cerchiamo di tenerci cari i nostri collaboratori.
Anche il cliente apprezza il modo in cui viene seguito, sia a livello professionale ma anche personale e spesso ci dicono che lavorare con noi è anche un piacere, che il nostro personale è competente e gentile, che si sentono seguiti davvero e questa è una bella soddisfazione per me.
Noi gestiamo anche il network officine Checkstar Magneti Marelli e questo è un altro punto di forza, perché ci dà un contatto diretto con il mercato e ci rende più capaci anche di anticiparne le esigenze.
Ovviamente è anche un impegno importante, perché vuol dire saper fornire un’adeguata assistenza anche dal punto di vista delle attrezzature e della diagnostica, quest’ultima soprattutto molto richiesta e apprezzata.
Spendo una parola anche sulla digitalizzazione. Il percorso che abbiamo affrontato per arrivare a informatizzare una serie di procedure è stato complesso e non sempre facile, ma per fortuna i miei figli sono stati capaci di seguire questa trasformazione e questo ha portato indubbi vantaggi in termini di semplificazione e velocizzazione delle operazioni, trasformandosi di fatto in un miglior servizio alla clientela.
Qual è stata nel vostro percorso la sfida più grande e che vi ha dato più soddisfazione?
Io credo che la cosa più sfidante e impegnativa che ho affrontato, anche per il periodo in cui l’abbiamo affrontata, sia stata la decisione di rilevare le due filiali di Inter Cars a Udine e Pordenone che il distributore polacco stava chiudendo. Abbiamo rilevato le sedi, tenuto con noi tutto il personale che ci lavorava e affrontato il Covid. Sono state notti insonni, ma ne è valsa la pena.
Da questa esperienza abbiamo avuto un grande arricchimento professionale, abbiamo imparato un nuovo approccio al lavoro, abbiamo capito il valore e la qualità di questa organizzazione e riproposto il modello nelle altre filiali, con risultati davvero straordinari in termini di efficienza e competenze acquisite.
Il nostro core business era ancora l’elettrico e con questa acquisizione abbiamo dato ampio spazio al ricambio meccanico, imparato a gestirlo e lavorato insieme a tutto il personale per rendere questa scelta - che per alcuni era un azzardo - una scelta vincente.
Posso dire di aver davvero imparato tanto da questa esperienza e che dal confronto continuo con persone di valore si può solo migliorare.
Come è nata la scelta di legarsi a Neoparts, quali sono le vostre obiettivi e quali vantaggi vi aspettate da questa partnership?
La scelta di legarsi a Neoparts nasce innanzitutto da una comunione di intenti: abbiamo sposato in pieno la filosofia di questo gruppo, crediamo nella necessità di fare quel salto qualitativo e organizzativo che solo facendo parte di un gruppo si può fare.
Devo dare atto al suo direttore, Bruno Magalotti, di avere, tra le altre cose, la grande capacità di saper vedere le potenzialità e le affinità delle persone e saper mettere insieme chi davvero può trarre un grande vantaggio dall’associarsi a Neoparts.
Non parlo solo degli indubbi vantaggi economici dati dal poter interloquire direttamente con i componentisti, ma anche dall’arricchimento del confronto fra imprenditori.
Personalmente penso che entrare in Neoparts sia stato un passo fondamentale per noi e la possibilità di incontrare altre realtà affini alla mia, confrontarsi e lavorare insieme sia davvero un valore aggiunto importante.
Ci sono tanti imprenditori di valore in questo gruppo, tante persone, tante storie che meritano di essere conosciute e prese ad esempio e credo che questo sia per noi il vantaggio più grande.
Fra le opportunità offerte da Neoparts c’è l’accordo per la distribuzione delle batterie Hankook, quali benefici traete da un accordo di questo genere?
Le batterie Hankook sono un ottimo prodotto e parlo da esperto del settore, visto che siamo nati proprio come riferimento per gli elettrauto.
Le batterie non sono un ricambio come gli altri perché sono un prodotto “vivo” e bisogna saperle gestire, avere un’alta rotazione.
Per noi l’accordo di distribuzione in esclusiva di questo marchio è sicuramente un’ottima opportunità, ma visto il territorio in cui operiamo probabilmente avremo più difficoltà di altri soci a penetrare il mercato. In Veneto ci sono produttori di batterie molto ben conosciuti e apprezzati che hanno un alto livello di fedeltà nelle officine, quindi anche se il prodotto è davvero buono forse non sarà così semplice per noi fare grandi volumi di vendita. Però ci proviamo.