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Asso Ricambi accoglie la sua communitas in Sicilia. Un gruppo di ricambisti che, attraverso valorizzazione dei legami, vuole accrescere la competitività e la capacità di adattamento del gruppo.
Un concetto che ha attraversato ogni intervento e testimonianza, trasformando la convention in un laboratorio di coesione.
La convention annuale di Asso Ricambi, tenutasi dal 13 al 18 settembre al Mangia’s Pollina Resort, è stata molto più di un semplice appuntamento associativo: ha rappresentato un esercizio di identità collettiva. Il tema scelto, “communitas – ogni legame conta”, ha unito ogni intervento e testimonianza, confermando come la collaborazione e la condivisione possano trasformarsi in strumenti concreti di crescita per l’intero settore dell’aftermarket indipendente.
Il nodo che unisce
Fin dall’apertura dei lavori, l’immagine del nodo piano — simbolo scelto per l’edizione 2025 — ha sintetizzato il significato della communitas: un legame solido, basato sulla fiducia reciproca e sull’impegno condiviso. Il presidente Andrea Camurati, dopo l’introduzione di Ignazio Romeo (responsabile ICT), ha descritto ogni associato come “un filo di questo nodo”, evidenziando come la forza dell’associazione nasca dall’intreccio delle singole competenze.La communitas, ha sottolineato, non si limita ai confini del consorzio ma si estende all’intera filiera, alimentando un senso di corresponsabilità che rafforza il mercato indipendente. “La forza della squadra è ogni singolo giocatore, e la forza di ogni giocatore è la squadra,” ha ricordato citando Phil Jackson, richiamando il parallelismo tra spirito sportivo e cultura di rete.
La coesione come strategia
Il direttore generale Giampiero Pizza ha proseguito su questa linea, presentando la communitas come una vera e propria strategia organizzativa. “Communitas è un modo di vivere il Consorzio,” ha affermato, invitando gli associati a trasformare la collaborazione in metodo operativo.In un contesto di mercato incerto e in continuo mutamento, Pizza ha ribadito che la condivisione di esperienze e competenze rappresenta la risposta più solida alle sfide future. “Facciamo il punto ma guardiamo avanti, e sono certo che nella forza della nostra communitas trasformeremo queste sfide in opportunità,” ha dichiarato, delineando un approccio basato su fiducia e responsabilità collettiva.
L’organizzazione che crea valore
Il concetto di communitas ha attraversato anche la presentazione della terza edizione de “Il manuale del ricambista di successo”, curata da Antonio De Vitis e Enrica Vincenti. Quest’ultima ha posto l’accento sull’importanza dell’organizzazione aziendale, delle riunioni strutturate e di un organigramma chiaro come elementi capaci di trasformare la collaborazione in efficienza.In questo senso, la communitas non è solo un sentimento di appartenenza, ma un modello operativo che aiuta le imprese a crescere insieme.
Le esperienze dirette degli associati hanno reso tangibile il tema centrale dell’incontro.
Sergio Marongiu e Daniele Pedica di Punto Autoricambi Srl hanno mostrato come una gestione condivisa degli indicatori economici possa migliorare la redditività.
Mauro Seveso, della Seveso Ricambi Srl, ha raccontato il valore di un rapporto stabile con i fornitori, oggi al 93% del totale acquisti, mentre Vincenzo Sborra (Autoforniture Orvieto Sas) ha illustrato le strategie logistiche che ottimizzano i flussi operativi.
Rosario Trovato di C.R. Ricambi Srl ha descritto la crescita del canale B2B online, ormai al 30% del fatturato, e Giulio e Marco Capuani (Capuani Ricambi Srl) hanno presentato un esempio virtuoso di passaggio generazionale e riorganizzazione aziendale.
In ognuna di queste storie, la communitas si è manifestata come un fattore di successo concreto, capace di coniugare collaborazione e competitività.
Informazione e cultura condivisa
Un altro momento centrale è stata la tavola rotonda moderata da Umberto Seletto, che ha coinvolto David Giardino (Notiziario Motoristico), Maria Ranieri (Parts) e Giuseppe Polari (Giornale dell’Aftermarket). Il confronto tra i direttori delle principali testate del settore ha messo in evidenza il ruolo dell’informazione nel costruire una communitas di conoscenza, dove il dialogo e la trasparenza diventano strumenti di crescita collettiva.L’ecosistema dell’aftermarket, è emerso, ha bisogno non solo di sinergie commerciali, ma anche di una narrazione condivisa che favorisca consapevolezza e coesione.
Imparare dal fallimento
A chiudere i lavori della plenaria, l’intervento di Francesca Corrado, economista e fondatrice della “Scuola di Fallimento”, ha offerto una lettura umana e ispirazionale del concetto di communitas.Attraverso la sua esperienza personale, Corrado ha spiegato come il fallimento possa essere interpretato come una tappa di apprendimento collettivo. “In una comunità vera — ha osservato — l’errore non è una colpa, ma un momento di crescita condivisa, un’occasione per ripartire con maggiore consapevolezza”.
In un settore in rapido cambiamento, la convention di Asso Ricambi ha mostrato come la “communitas” possa diventare una competenza organizzativa e un vantaggio competitivo.
Più che un concetto astratto, è un metodo che unisce persone, imprese e idee, trasformando la collaborazione in un valore strutturale per l’intero aftermarket indipendente.
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