Articoli | 02 July 2012 | Autore: Testo a cura dell'azienda

Sostenibilità e innovazione: un lavoro d’orchestra

Cosa c'entra la cinghia di distribuzione con le emissioni di CO2? Ce lo spiega Carlo Trappolini, project manager
Dayco, che ci racconta le dinamiche del reparto ricerca e sviluppo per il primo impianto.
Nella seconda puntata approfondiremo il discorso relativo allo Stop&Start.
(1a puntata)

Tutto ciò che arriva in aftermarket parte dalle soluzioni sviluppate per il primo impianto; in alcuni casi, come per Dayco Europe, direttamente dallo stesso produttore, che è fornitore sia per l'OE sia per l'IAM. Una posizione di privilegio, perché consente di portare al mondo del ricambio tutta la qualità e la competenza acquisita nel lavorare per il primo equipaggiamento.
Abituati a guardare ai prodotti IAM solo dal punto di vista del mercato del ricambio, oggi guardiamo “all'altro lato” di questo mestiere: la nascita del componente originale.

Dayco e il primo impianto in Europa
Il contatto costante con le case produttrici per la produzione di primo impianto rappresenta un pilastro strategico della formula Dayco, fin dall’inizio della sua esperienza europea, tanto che oggi è un fornitore leader nel primo impianto.
Questa scelta ha permesso a Dayco di diventare, nell’area europea, fornitore di tutti i principali costruttori mondiali: dai gruppi PSA e Renault alla Ford (Inghilterra), dalla Volvo Car ai gruppi Volkswagen, Daimler, Opel e BMW per la Germania, oltre che a Fiat per l’Italia e, attraverso una piattaforma comune, anche Chrysler.
“La collaborazione con le case auto - spiega Carlo Trappolini, project manager Dayco - si articola in diverse attività: da un lato nell’application e nella gestione dei progetti focalizzati per cliente, dall’altro in una sorta di special task force che si occupa in particolare del settore HD.”
In Europa, dove ormai questo modello di collaborazione è già consolidato, i vantaggi sono evidenti. “La volontà di confrontarsi costantemente con i produttori – spiega Trappolini - coerentemente con il 'modello Dayco', che consiste nel continuo adeguamento alle esigenze del mercato, fa sì che la nostra tecnologia di primo impianto derivi non da una 'semplice' osservazione, ma da una collaborazione effettiva, e dunque direttamente dall’esperienza diretta a fianco dei produttori e dalla conoscenza ravvicinata delle rispettive esigenze tecniche.”

Meno consumi, meno emissioni
Tra le richieste più forti espresse dal mercato negli ultimi anni spiccano quelle legate alla riduzione dei consumi sia per una maggior efficienza del motore, sia per  rispettare le normative europee che limitano le emissioni di CO2 e impongono la progressiva riduzione degli elementi inquinanti derivanti dalla combustione (CO HC NOx- particolati).
“Tali normative rendono sempre più complessa la gestione dei motori – spiega Trappolini –. Gran parte di questa gestione viene oggi affidata alle soluzioni elettroniche, ma la ricerca meccanica rimane essenziale per ottimizzare i risultati ottenuti.”
Il reparto R&D Dayco sta già lavorando, insieme ai principali costruttori, su motori che rispettino tutte le normative, anche quelle che entreranno in vigore in futuro. Per fare questo è fondamentale la collaborazione. Infatti, l’efficienza realizzata dal singolo componente è relativamente impattante, ma considerata su larga scala, e in interazione con l’ottimizzazione del sistema, può produrre effetti considerevoli.
“Lavorando su più fronti – continua Trappolini - i benefici si moltiplicano. Se ogni componentista riesce a ridurre anche di pochi grammi o frazioni l’emissione di CO2, migliorando l’efficienza complessiva del veicolo, per la propria parte di competenza, il risultato complessivo su milioni di vetture diventa importante in termini di riduzione sia di costi sia di inquinamento.”
“Non basta più intervenire su una sola parte del motore, come avveniva in passato – continua Trappolini -. Ad esempio, sulla regolazione intelligente dell’emissione della quantità di aria-combustibile e sull’abbattimento degli elementi inquinanti allo scarico. Oggi per raggiungere i risultati richiesti bisogna comunque che tutti i componentisti operino in concerto sotto la guida di quel direttore d’orchestra che è il produttore dell’auto.”
Si inserisce in questo quadro anche la tendenza crescente al downsizing dei motori. “Un risultato – spiega Trappolini – che si ottiene incrementando le prestazioni di motori di cilindrata ridotta, un tempo limitati alle utilitarie, e ora, con aggiunta di turbo e variatore di fase, divenuti appetibili anche per altri tipi di vetture. Si stima che già nei prossimi 2-3 anni si possa ridurre la cilindrata media circolante del 15%. In quest’ottica si spiega anche la crescente adozione di motorizzazioni 2 e 3 cilindri.”
A questa tendenza si aggiunge quella, parallela e complementare, di una generale riduzione delle masse in movimento, ovvero del 'peso' della vettura . “Per quanto riguarda i sistemi di trasmissione – prosegue Trappolini – una delle strategie consiste nel contenere le tensioni di esercizio delle cinghie, per ridurre le perdite per attrito migliorando l’efficienza della trasmissione.” Questo è possibile grazie al fatto che Dayco è costruttore di tutti i componenti che intervengono nella trasmissione. Di volta in volta si possono quindi ottimizzarne le caratteristiche per raggiungere la migliore efficienza del sistema.

Approfondimenti:

Dayco Europe

Sostenibilità e innovazione: un lavoro d’orchestra - 2a puntata

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