Articoli | 15 September 2010 | Autore: Tommaso Caravani

Ottimizzazione vuol dire guadagno - Convegno Politecnico Torino

Un convegno per indicare quali siano i margini di miglioramento delle aziende dell'aftermarket indipendente. Dietro il convegno dal titolo “Rischio competitivo e valore d'impresa” del Politecnico di Torino un programma di cui possono beneficiare tutti

Quando Silvano Guelfi e Antonio Carlin sono venuti in redazione a presentarci il progetto ci è sembrata immediatamente una di quelle iniziative che possono fare la differenza. Intanto gli attori: il Politecnico di Torino non è certo una di quelle realtà che si possono sottovalutare per chiunque lavori nel mondo automotive. Poi il tipo di iniziativa che i due professori ci stavano presentando: analizzare la competitività delle aziende dell'aftermarket indipendente per confrontare le performance con un modello di riferimento comune. Un'attività che non solo permette di stabilire il “valore” della propria azienda, ma anche di studiarne gli sprechi e avere una visione del proprio mercato e della propria realtà nei prossimi anni.
Questo tipo di studi non sono nuovi nel mondo, oggi, chiunque voglia conoscer e il valore della propria azienda e stabilire eventuali strategie può chiedere a società di consulenza specializzate di realizzare un piano specifico. Eh già, ma i costi? Sono esorbitanti. Non solo, questo tipo di analisi sono quasi sempre fatte ad-hoc per una singola azienda e difficilmente riescono a tracciare un quadro complessivo del settore di riferimento in cui contestualizzare i risultati dell'indagine. In particolare nell'aftermaket mancano analisi finanziarie della filiera distributiva, cosa che si propone di realizzare il Politecnico con questo nuovo strumento.

In Italia ci si lamenta spesso del fatto che la cultura universitaria sia poco in contatto con il mondo del lavoro, e allora ecco un buon esempio di attività che va controtendenza. Come ha dichiarato in apaertura del convegno organizzato dal Politecnico di Torino, dal titolo “Rischio competitivo e valore d'impresa”, che ha avuto come focus l'automotive aftermarket, Giorgio Donna, professore  dell'ateneo: “Oggi più che mai c'è bisogno di sviluppare strumenti che consentano alle imprese di valutare il proprio valore e il profilo di rischio”. Si potrebbe pensare a uno strumento pensato esclusivamente per le grandi aziende, dove i bilanci vengono analizzati con cura da società di consulenza, appunto. Ma non è così. I risultati di una prima ricerca effettuata dal Politecnico su una base di 100 aziende dell'automotive aftermarket danno alcuni importanti spunti per riflettere e valutare un eventuale approccio a uno strumento come quello offerto (dal Politecnico). Se, infatti, i risultati confermano una maggiore efficienza e una minore propensione agli sprechi nelle aziende con oltre 15 milioni di fatturato annuo, è anche vero che alcune piccole realtà riescono a essere più competitive. Queste aziende hanno già attuato numerosi correttivi alle proprie politiche analizzando in maniera importante il contesto di riferimento e sopratutto la propria gestione aziendale.

Ma cosa offre in concreto il progetto del Politecnico? A spiegarlo è Silvano Guelfi, responsabile del progetto, che snocciola una serie di attività da far invidia ai più accreditati attori sul mercato consulenziale: si va dalla valutazione economica dell'impresa effettuata semestralmente al check-up economico finanziario e competitivo basato su 50 indicatori, fino all'analisi comparata con tre competitor di riferimento per l'impresa. Ma partecipare a un progetto di ricerca universitaria vuol dire anche avere accesso a osservatori di settore, al sistema di relazioni tra imprese che partecipano, nonché ai workshop organizzati in merito al valore d'impresa.

Tornando al convegno, moderato dal nostro direttore David Giardino, quello che è emerso è una generale scarsa attenzione da parte delle aziende dell'automotive aftermarket alle performance delle proprie aziende. Oggi non pochi si affidano all'analisi del bilancio come unico parametro di valutazione della propria azienda, ma questo strumento è sufficiente? È ancora Giorgio Donna a puntualizzare come l'analisi di bilancio è oggi un metodo insufficiente per stabilire il futuro della propria attività: possiamo evincere infatti solo alcuni parametri sull'andamento dell'azienda (quasi tutti relativi agli utili nel breve periodo), mentre mancano dati importanti come il capitale investito, le dimensioni del rischio dell'attività e una prospettiva sul prossimo e lontano futuro. In quest'ottica il Politecnico si propone di analizzare il comparto nella sua interezza, contestualizzando i risultati di ogni singola azienda rispetto al settore.

Ma quanto costa?
Ciò che ci ha convinto della validità del progetto, oltre ai dati snocciolati nel corso di un'ora di presentazione, sono stati proprio i costi. In primo luogo perché si contribuisce a una ricerca utile per il mercato dell'aftermarket, in secondo luogo perché a dispetto del servizio proposto le spese di partecipazione sono relativamente basse: il prezzo netto, con uno sconto del 20% rispetto al listino è di 12.000 euro per le imprese quotate, 10.000 euro per quelle di grandi dimensioni e 4.000 euro per le pmi. Non solo, proprio per facilitare l'adesione delle piccole e medie imprese, è previsto un ulteriore sconto del 20% se le aziende si presentano insieme in un gruppo di nove.

Nei prossimi mesi Notiziario Motoristico verificherà le attività del Politecnico cercando di monocromarvi su ogni dato o notizia utile che deriverà da questa collaborazione

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