Articoli | 01 September 2017 | Autore: Tommaso Caravani

Bosch: c’è bisogno di ottimizzare il lavoro

I cambiamenti in atto nel mondo dell’auto porteranno molti attori a doversi mettere in discussione, ma solo chi riuscirà a ottimizzare la propria attività, in termini di marginalità e servizi, resterà sul mercato.

Il futuro dell’auto è incerto. O meglio, i segnali premonitori di un cambiamento epocale ci sono tutti, ma nessuno, in questo momento storico, può sbilanciarsi nel fare delle previsioni esatte su come, o quando, tali trasformazioni avverranno. Auto elettriche, connesse, autonome, sono tutte già presenti in misura residuale sul mercato, ma da qui ad affermare che tutte le auto saranno dotate di tali tecnologie passerà ancora tempo. Certo è che i segnali sembrano indicare non una rivoluzione del mercato, ma un’evoluzione, che alla fine porterà comunque a uno stravolgimento dello stesso.

Perché se l'evoluzione tecnologica rappresenta un punto cardine della trasformazione, bisogna anche considerare il cambiamento dei modelli di business legati all’auto, che vedono gli utenti e le case sempre più concentrati su un passaggio dalla proprietà all’utilizzo. Eppure anche qui l’analisi è complessa: il car sharing, ad esempio, funziona nelle aree metropolitane (nemmeno in tutte) mentre è difficile da immaginare nei piccoli centri urbani, dove invece potrebbe arrivare il noleggio a lungo termine anche ai privati. Ma se non è facile fare previsioni è indubbio che si tratti di cambiamenti importanti. Con Alberto Bernini, Regional Director South Europe di Bosch, abbiamo provato a immaginare un po’ il futuro e quali sarebbero le conseguenze per il mondo dell’autoriparazione, partendo da un fatto certo: se le auto saranno connesse ci sarà una guerra su chi gestirà i dati del veicolo.
 

Auto connessa: la gestione dei dati

Avere il controllo dei dati di una vettura da remoto, infatti, permetterà sia di assistere l’automobilista, in caso di bisogno, sia soprattutto, di effettuare operazioni di diagnosi preventiva sull’auto. Uno strumento di comunicazione diretto con l’automobilista che rappresenta uno strumento di marketing eccezionale per tutta l’industria: dalle case auto ai componentisti, senza dimenticare le assicurazioni. Per il colosso tedesco è una battaglia cruciale: “oggi sul mercato c’è chi, come Bosch, spinge sui sistemi aperti, ossia accessibili non solo alle case auto, ma anche agli altri operatori, lasciando la scelta all’automobilista”. Dopo questa doverosa premessa, vediamo adesso cosa è emerso in seguito al nostro incontro con Alberto Bernini.
 

E l’auto elettrica?

Oggi il mondo dell’automotive sta affrontando il rapido evolversi della tecnologia richiedendo alle grandi aziende che vogliono essere leader di allargare il più possibile i propri orizzonti. Questo significa non parlare più solo di “automotive” ma di soluzioni per la mobilità, ovvero di un insieme di tecnologie, sistemi e servizi per svolgere un ruolo chiave nel futuro non solo dei veicoli, ma della mobilità in senso lato.
Bosch con oltre 130 anni di storia, una lunga tradizione e tanti prodotti di successo è stata una azienda cosiddetta trend setter capace cioè di segnare lo sviluppo tecnologico nel settore automotive. In questo settore abbiamo introdotto le nostre maggiori innovazioni. Dal common rail, all’ESP, passando per l’ABS, Bosch si è sempre imposta come benchmark. Questa non solo è la nostra forza, ma è anche la nostra ferma intenzione per il futuro. Non vogliamo semplicemente reagire alle richieste del mercato, ma intendiamo continuare ad anticiparle.
Per questo stiamo investendo fortemente circa il 10% del proprio fatturato, per espanderci in elettrificazione, guida autonoma, connettività e servizi per la mobilità, senza dimenticarci del nostro settore automotive più tradizionale che è la nostra forza e che rappresenta una grande eredità per il futuro. Nel lungo termine, la mobilità sarà elettrificata e autonoma. Tuttavia non è ancora chiaro quale tipo di trazione o combinazione di tipi di trazione prevarranno e quando.
Quando si parla di auto elettrica si deve tener conto anche del ruolo fondamentale che sarà rappresentato dalle istituzioni e dalle infrastrutture. Se la maggior parte delle vetture saranno elettriche, probabilmente, bisognerà rivedere tutti i piani energetici e le infrastrutture cittadine, per comprenderlo basti pensare a quanta corrente servirebbe a coprire gli attuali consumi dei motori endotermici.
In ogni caso, l’officina avrà a che fare con un circolante che ci metterà molto tempo a cambiare. Quindi il meccanico dovrà essere flessibile sia sulle vetture nuove sia su quelle vecchie in generale e ci sarà un aumento della complessità per chi vuole riparare l’auto.
 
Carburanti attuali: calerà la manutenzione con il ritorno del benzina?
Nonostante quello che si pensi, dopo lo scandalo del Dieselgate, il gruppo VW ha migliorato le vendite delle vetture a gasolio proprio negli Statui Uniti Stati Uniti e, in generale, il diesel continua a crescere anche nell’immatricolato in Italia. Questo anche se tutte le previsioni dicono che, probabilmente, altri tipi di motorizzazioni siano destinate a rappresentare il futuro. Per un’azienda come Bosch, che investe sui diversi impianti di alimentazione, sarà comunque un’opportunità e ritengo lo sarà neanche per la filiera riparativa. Le vetture diesel, infatti, oggi percorrono mediamente molti più chilometri l’anno rispetto alle alimentazioni alternative. Se, e quando, anche ai professionisti converrà acquistare veicoli non diesel, probabilmente i chilometraggi aumenterebbero drasticamente e con essi la necessità di maggiori interventi di manutenzione.
 
E per quanto riguarda le formule di noleggio, cosa cambierà nella filiera?
Probabilmente i cambiamenti maggiori saranno relativi alla parte distributiva della filiera. Come le officine che oggi toccano l’elettronica, per cui un meccanico deve essere quasi un ingegnere rispetto a prima, così dovrà fare la distribuzione. Se la canalizzazione delle riparazioni aumenterà, tramite intermediari, la distribuzione dovrà evolversi per poter fidelizzare in maniera opportuna le manutenzioni e riparazioni all’interno della propria filiera in maniera professionale ed evoluta, potendo sfruttare il supporto vincente dato da alcuni fornitori strategici per il futuro.
 
E per i ricambisti invece?
Anche i ricambisti devono ottimizzare al massimo il proprio lavoro. Oggi solo chi riesce ad avere bassi costi di esercizio a fronte di alti servizi può garantirsi un margine sufficiente per stare sul mercato. Diciamo che questo è il momento in cui il ricambista deve fare delle scelte, perché il concorrente sull’Aftermarket è sia il ricambista di zona sia il concessionario auto che sostenuto dalle case auto entra nel mercato indipendente offrendo prodotti analoghi e utilizzando la forza del marchio e la visibilità presso l’automobilista. Ecco quindi che far parte di “qualcosa” di più completo può offrire l’opportunità ai ricambisti più illuminati di competere in modo professionale su immagine e capacità di servizio.
 
Mentre il mondo dei meccanici cosa deve aspettarsi?
Stante che i meccanici indipendenti hanno compiuto un salto epocale in termini di competenze negli ultimi anni, specie considerando che lavorano in multimarca, cioè su tutti i veicoli, la vera sfida sarà quella di offrire nuovi servizi. Anche i nostri Bosch Car Service, lo vediamo guardando le nostre strutture, stanno sempre più diventando dei multiservice. Stesso fenomeno avviene per gli altri business collaterali, come i gommisti e carrozzieri, che dalla loro hanno generalmente strutture più grandi e guardano con attenzione alla meccatronica. Per tutti gli operatori il problema più grande resta ancora la difficoltà di trovare manodopera qualificata.
Da un punto di vista prettamente aziendale, invece, il passo che i meccanici dovranno fare rapidamente è quello di informatizzarsi non solo nella riparazione, ma anche nel rapporto con il cliente. Noi per esempio, all’ultimo Autopromotec, abbiamo presentato il progetto Connected Workshop che permette di collegare tutti gli strumenti dell’officina, indipendentemente da che tipo di lavoro si stia facendo (compresa l’accettazione), di avere sotto mano, in ogni momento, tutta la storia del veicolo e di velocizzare i processi interni di lavorazione del veicolo.
 

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Tags: bosch auto connessa

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