News | 10 November 2014 | Autore: Francesco Giorgi

Guida e circolazione: incidenti stradali in calo, ma il numero dei morti in Italia è sempre superiore alla media europea

Lo mette in evidenza l’annuale rapporto ACI – Istat: nel 2013, gli incidenti che hanno provocato lesioni a persone sono diminuiti del 3,7% dal 2012, ma i decessi – pur diminuiti - sono in media 56,2 ogni milione di abitanti (in Europa questa cifra è di 51,6); la maggior parte degli incidenti avviene in città (Roma è la più colpita), mentre gli incidenti più gravi si ferificano sulle strade extraurbane. I più giovani (20 – 24 anni) restano la categoria più a rischio

Gli incidenti stradali sono in diminuzione, ma la media nazionale delle vittime è sempre superiore rispetto alla media europea. E’ quanto indica l’annuale rapporto ACI – Istat, reso noto in questi giorni: il documento mette in evidenza che per i 56,2 decessi ogni milione di abitanti che si sono registrati in Italia nel 2013, il nostro Paese si trova al quattordicesimo posto in Europa (la media continentale è di 51,6), dietro Gran Bretagna, Spagna, Germania e Francia.

Ogni giorno, rende noto il rapporto ACI – Istat, sulle nostre strade muoiono 9 persone, e 705 restano ferite. Nel 2013, in Italia gli incidenti che hanno provocato lesioni a persone sono stati 181.227, cioè il 3,7% in meno rispetto al 2012; sinistri che hanno provocato 3.385 morti e 257.421 feriti, rispettivamente il 9,8% e il 3,5% in meno dell’anno precedente. Queste cifre restano purtroppo molto elevate, ma in sostanziale diminuzione se si considerano gli oltre 263.000 incidenti del 2011 e il numero di morti che sfiorò quota 7.100.

E’ facile considerare che la diminuzione in senso assoluto degli incidenti si deve anche alla progressiva introduzione di nuovi autoveicoli dotati di efficaci sistemi di ausilio alla guida (“Lane departure Warning”, frenata d’emergenza in presenza di pedoni, ESP), tuttavia la fotografia ACI – Istat mentre mette in evidenza una migliore situazione nelle città (rispetto al 2012 gli incidenti urbani sono calati del 4,4% e le vittime diminuite dell’11,3%), è nei tessuti urbani che avviene la maggior parte degli incidenti: il 75% sul totale (per lo più dovuti a mancato rispetto della precedenza e inosservanza ai semafori, distrazione e velocità elevata fra le cause più frequenti), con il 42% di decessi. Città per città, è a Roma che nel 2013 si sono verificati più incidenti stradali (12.974, che hanno provocato 101 morti), mentre gli indici di mortalità più elevati sono a Napoli (1,69 morti ogni 100 incidenti), Catania (1,57), Trieste (1,43) e Torino (1,31).

Riguardo alla gravità degli incidenti, questa – indica il rapporto annuale ACI – Istat – è maggiore sulle strade extraurbane (escluse le autostrade), dove nel 2013 le vittime sono state 1.643. E’ interessante notare come la maggior parte degli incidenti sulle strade extraurbane si sia verificata su tratti già additati in passato fra i più pericolosi: fattore, questo, che testimonia come oltre un errato stile di guida contino anche le condizioni delle strade stesse e delle relative infrastrutture.

Relativamente agli orari più pericolosi, il momento della giornata più a rischio di incidenti va dalle 3 alle 6 del mattino, dove si registrano mediamente 5 morti ogni 100 incidenti laddove la media totale giornaliera è di 1,87. L’indice di mortalità maggiore si registra di domenica, con 3,1 morti ogni 100 incidenti, mentre nelle ore notturne (22 – 6) l’indice di mortalità è più elevato nelle strade extraurbane, alla domenica e al lunedì, rispettivamente con 7,94 e 8,32 morti ogni 100 incidenti. Il progressivo aumento di sicurezza delle vetture fa sì che a bordo delle auto i decessi siano inferiori rispetto al passato (il 2013 ha fatto registrare un calo di 12,2 decessi in confronto al 2012), mentre al di fuori dell’auto i decessi fra i pedoni diminuiscono (-4,7%) però aumentano i feriti (+1,6% dal 2012); tuttavia, sono sempre i più giovani (in particolare quelli fra 20 e 24 anni) gli automobilisti più a rischio.

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Tags: ACI abitudini al volante

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