News | 22 October 2014 | Autore: Francesco Giorgi

Legge di Stabilità e auto storiche: la risposta dell’Asi. Si prospetta un taglio di 300.000 veicoli

L’Automotoclub Storico Italiano tuona contro il disegno di legge contenuto nella legge di Stabilità che non concede più i benefici fiscali ai veicoli ultraventennali. A subirne le conseguenze sarà anche la filiera aftermarket.

La ventilata abrogazione dei commi 2 e 3 della legge 342 del 2000 che estende i benefici fiscali (“taglio” del bollo) dei veicoli con più di 30 anni ad auto e moto con più di 20 anni, in vigore da 13 anni, che il governo Renzi con la nuova legge di Stabilità vuore rendere esecutiva, fa andare l’Asi su tutte le furie.

Secondo quanto era emerso nei giorni scorsi, tutte le auto e moto costruite fra il 1984 e il 1994 – non solo quelle considerate “di particolare interesse storico” – dovranno pagare bollo e assicurazione negli stessi importi dei veicoli “moderni” di pari potenza: si salveranno soltanto i veicoli ultratrentennali.

Era chiaro che il disegno di legge, comunicato nei giorni scorsi, avrebbe creato parecchi malumori: e la risposta dell’Automotoclub Storico Italiano non si fa attendere. Di più: alla vigilia di ”Auto e Moto d’Epoca”, una delle manifestazioni dedicate all’universo dei veicoli storici più importanti a livello internazionale, che si svolgerà a Padova da giovedì 23 a domenica 26 ottobre, c’è da giurare che il “coro degli scontenti” si farà sentire eccome: la levata di scudi a favore delle auto storiche “meno pregiate” partirà dalla Fiera di Padova e giungerà a Roma.

L’obiettivo della legge di Stabilità è facile da comprendere: si vuole liberare le nostre strade da veicoli che non vengono considerati propriamente storici, ma – un po’ semplicisticamente – “vecchi”. Dunque da non tutelare.

E l’Asi, nelle scorse ore, in una nota, spiega nei fatti i motivi secondo i quali il provvedimento del Governo non sarebbe di alcuna utilità. Come primo punto, l’Automotoclub Storico Italiano indica con precisione quanti sono i veicoli ultraventennali che godono delle agevolazioni fiscali: 510.000, “E non già altre entità apparse o comunicate erroneamente su mezzi di comunicazione”. Se, prosegue il comunicato Asi, si considera che il 15% di questi è stato demolito, poiché non meritevole di conservazione, ed un altro 10% esentato poiché nel frattempo ha raggiunto i 30 anni e come tale meritevole del beneficio anche se non storico, la cifra scende a 375.000 (cifra stimata al 31 dicembre 2013), cioè il 25% in meno: un parco auto che consentirebbe all’erario entrate di 56 milioni di euro provenienti dal pagamento del bollo. Se la proposta contenuta nella legge di Stabilità dovesse entrare in vigore, la stima Asi prevede che sarebbero non più di 50.000 gli automobilisti che deciderebbero in ogni caso di tenersi il proprio veicolo, anche con le tasse “piene”, il che porterebbe lo Stato ad incassare appena 7,5 milioni di euro. Pochissimo in confronto a quanto si verrebbe a perdere, soprattutto riguardo all’indotto.

Sul rischio che la manovra della legge di Stabilità andrebbe a colpire non soltanto gli automobilisti (e i motociclisti) che con passione si prendono cura della propria “veterana”, l’Asi punta il dito in maniera decisa. Il “taglio” di più di 300.000 fra auto e moto storiche ridurrebbe in maniera drastica le spese per la manutenzione: l’Asi, in questo senso, calcola una media di 2.000 euro all’anno per ciascun veicolo, che toglie un giro d’affari complessivo pari a 650.000 euro. A subirne le conseguenze sarà la filiera aftermarket: le piccole officine indipendenti, le attività di carrozzeria, i ricambisti; ma anche i distributori di benzina. Tutti settori, indica l’Asi, “già particolarmente colpiti per la diminuzione di lavoro”, e che si vedrebbero calare dall’alto una mazzata non indifferente. Per non parlare delle difficoltà alle quali andrebbe incontro il settore del turismo: 2.500 raduni all’anno, a un costo unitario medio di 5.000 euro, significherebbe una perdita di 12.500.000 euro.

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Tags: auto storiche legge di stabilità

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